Giochi del Mediterraneo a Taranto, servono 20 milioni. La lettera di Ferrarese ai ministri

Da sinistra il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e il commissario dei Giochi Massimo Ferrarese
Da sinistra il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e il commissario dei Giochi Massimo Ferrarese
di Domenico PALMIOTTI
5 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 14:03

Venti milioni in più in aggiunta al riparto dei primi 150 messi a disposizione dei Giochi del Mediterraneo di Taranto.  E' la proposta fatta dal commissario Massimo Ferrarese, che è anche presidente del comitato organizzatore dei Giochi, ai ministri Raffaele Fitto (Affari europei, coesione, Sud e Pnrr) e Andrea Abodi (Sport). Viene proposto di far salire il plafond in modo da avere più soldi per lo stadio del nuoto e quindi lanciare una gara unica per tutto l'impianto. Piscina olimpionica, va ricordato, per la quale non è stato ancora formalizzato dal Comune allo studio di architetti di Prato l’incarico di completare il progetto adeguandolo al nuovo Codice degli appalti. Il Comune ha frenato sulla richiesta economica (650mila euro) fatta dai professionisti e chiesto a Ferrarese di vagliare se è possibile fare per lo stadio del nuoto la stessa cosa fatta dal commissario per Iacovone e PalaRicciardi. Cioè, dare la progettazione a Sport e Salute, società pubblica, e non ai privati. Aspetto, questo, che non è stato ancora chiarito. E per il quale c’è il fattore tempo da considerare. Gli architetti di Prato, avendoci già lavorato, ultimerebbero il progetto in circa 2 mesi, mentre Sport e Salute, prendendolo in carico, ne impiegherebbe quattro e mezzo, quanto per Iacovone e PalaRicciardi.

Gli altri fondi


Tornando invece ai fondi, partendo dal fatto che 20 milioni sono già stati assegnati l’anno scorso al commissario, l’iniziale modulazione proposta, a valere sui 150, prevedeva 25 per quest'anno, 75 nel prossimo e a chiudere altri 30 nel 2026.

Risorse erogate per step, in base agli stadi di avanzamento delle opere. I 20 milioni che ora si chiede di aggiungere, dovranno essere presi dagli ulteriori 125 che Governo prima e Parlamento poi hanno assegnato ai Giochi con la legge di Bilancio per il 2024. Infatti ammonta a 275 milioni il plafond complessivamente attribuito ai Giochi e quasi certamente altre risorse non ne arriveranno più.

Proprio quest’ultimo aspetto sta inducendo Ferrarese a scrivere nelle prossime ore una lettera al ministero dell’Economia per chiedere quale quota può essere usata per le spese di organizzazione. Attualmente i fondi sono tutti postati sulle opere da costruire, tra avvi, completamenti e recupero di quanto non è entrato nel master plan spedito a fine novembre al comitato internazionale. Avendo infatti sino ad alcuni mesi fa solo 150 milioni e progetti per un ammontare superiore, si è resa necessaria una selezione. Ma adesso gli altri soldi ci sono. E andrebbero coperte le spese organizzative sulle quali, al momento, non c’é nulla. Orientamento del Governo sarebbe quello di lasciare all’organizzazione un 10 per cento degli stanziamenti. Da tenere conto che nella voce organizzativa rientra anche tutto ciò che serve alle gare sportive.


Intanto la possibilità di contare su un’ulteriore provvista finanziaria porterà a inserire nel cartellone dei Giochi anche due discipline sinora escluse per mancanza di mezzi. Si tratta del tennis e dell’equitazione, sport che non richiederebbero grandi allestimenti. Al vaglio sono quattro ipotesi: per il tennis, l’impianto Magna Grecia di Taranto, dismesso da anni, e i campi del consorzio ex Costa Verde a Castellaneta Marina, affidati alla gestione commissariale del prefetto Cosima Di Stani, già alla Prefettura di Taranto anni addietro. Mentre per l’equitazione si pensa all’impianto esistente a San Giorgio Ionico e ad un’altra parte delle strutture di Castellaneta Marina. Il fatto che in quest’ultima località vi siano impianti che potenzialmente possono essere messi a disposizione dei Giochi, è stato segnalato al commissario Ferrarese sia dallo stesso prefetto Di Stani, che dal sindaco di Castellaneta, Gianni Di Pippa. Invece non sono ancora arrivati, anche se vengono dati in preparazione, i decreti del Governo per ciascuna opera in modo che Ferrarese possa procedere agli accordi con i Comuni e quest’ultimi lanciare le gare.

Il comitato direttivo


Ed è stasi anche per il comitato direttivo. I revisori dei conti, che deve indicare il ministero guidato da Abodi, non ci sono ancora e quindi il comitato non può riunirsi. La presenza dei revisori viene ritenuta essenziale essendoci delle spese da affrontare. Nella prossima riunione il comitato dovrà affrontare due nodi: il compenso da attribuire al direttore generale Carlo Molfetta, insediatosi poco prima di Natale, e la risposta legale da fornire al gruppo di 13 persone, tra professionisti ed esperti - c’é anche l’ex dg Elio Sannicandro -, che ha diffidato l’attuale comitato dall’utilizzare tutto quanto è stato ideato e prodotto in precedenza. Molfetta è la questione più spinosa. L’ex campione di taekwondo, nato a Mesagne, ha chiesto un compenso di 200mila euro lordi annui, più benefit valutati in altri 40mila. Il comitato è perplesso e sembra non voglia accondiscendere su questa cifra. Che potrebbe essere ridimensionata oppure rimodulata, per esempio ancorandone una parte ad obiettivi da raggiungere. Infine, Ferrarese pensa alla possibilità di usare il Castello Aragonese come uno dei luoghi di rappresentanza dei Giochi. L’idea è quella di farne una location sul modello “Casa Italia” come si è già visto in altri grandi eventi di sport. A breve la proposta sarà sottoposta a Marina Militare e ministero della Difesa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA