Ferrarese presidente, ma Emiliano rompe e dice no
al masterplan

Ferrarese presidente, ma Emiliano rompe e dice no al masterplan
di Domenico PALMIOTTI
5 Minuti di Lettura
Martedì 21 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:03

Il commissario Massimo Ferrarese è il nuovo presidente del comitato direttivo dei Giochi del Mediterraneo e Michele Pelillo, rappresentante del Comune di Taranto, è il suo vice. Nomine arrivate in un clima tutt’altro che idilliaco.

Lo scontro

La Regione Puglia, rappresentata nel comitato dal presidente Michele Emiliano, ieri in collegamento, resta sull’Aventino, se così si può dire. Lo si evince dallo scontro, durissimo, tra lo stesso governatore Emiliano e il comitato. Emiliano, raccontano fonti partecipanti alla riunione, avrebbe anche cercato di ostacolare la seduta di insediamento e alla fine ha votato contro l’invio del masterplan al comitato internazionale, avvenuto ieri sera. Unica espressione contraria, mentre il resto del comitato ha dato il via libera.

Un problema in più, non bastassero quelli che già ci sono. Ieri si è aperto uno spiraglio sulla possibilità di usare procedure accelerate e in deroga per avviare gli impianti sportivi principali, che scontano fortissimi ritardi. La prossima settimana il direttivo si riunirà di nuovo per il direttore generale che verrà proposto dal Governo.

È la sintesi della riunione di ieri del comitato direttivo dei Giochi. La prima del nuovo comitato, nato a seguito dell’azzeramento del precedente. Nuovo comitato ma anche nuovo assetto, visto che ora la maggioranza, su sette componenti, la esprimono Governo, Coni e commissario, mentre in quello di prima faceva capo a Regione ed enti locali. «Sono stato eletto presidente del comitato, Pelillo è il vice - dichiara Ferrarese - e adesso dobbiamo soltanto lavorare. Sino a ieri ho lavorato come commissario straordinario. Non potevo non accettare quest’altro incarico che il Governo mi ha chiesto di portare avanti per il bene dei Giochi del Mediterraneo, il Paese, il territorio e soprattutto questa città. Dobbiamo lavorare tutti con una grande collaborazione. L’ho detto ai colleghi che sono con me e al presidente della Regione. Tutti dobbiamo lavorare per centrare l’obiettivo: il Governo, la Regione, il Comune di Taranto, tutti i Comuni».

Al nuovo direttivo, riunitosi a Palazzo di Città, Ferrarese ha esposto i problemi: «Ce ne sono tanti, soprattutto per le opere più importanti, dove se non si agisce in modo diverso e accelerato e con deroghe, possiamo non farcela. Non dobbiamo essere oggi falsi nel dire delle cose che poi ci ritroveremmo tra un paio di anni. Dobbiamo dire da adesso che ci sono delle problematiche perché, chiaramente, si sono persi quattro anni. Dobbiamo recuperare il tempo perso. Per farlo, abbiamo bisogno di deroghe, che il Governo faccia qualcosa e che stia al nostro fianco come già lo è stato, in quanto ha impegnato 275 milioni di euro, cosa non di poco conto. Nel caso in cui si potesse accelerare con le deroghe, faremo un protocollo con Anac. Lo spiraglio c’è. Se non ci fosse lo spiraglio, per alcuni impianti la situazione sarebbe davvero critica. Stiamo tentando di percorrere la strada della procedura negoziata. Dipendesse da me, lo farei subito. Ma non dipende. Spero che ci siano notizie positive».

A proposito del punto di ripartenza e se c’è una priorità, Ferrarese spiega che «tutte sono priorità.

Come commissario, ho il dovere di iniziare ad appaltare le progettazioni e ad affidare quelle che stanno ancora indietro. Come comitato dobbiamo organizzare tutto. È un’organizzazione che costa ed è importante. Vanno prenotate tante, tante cose».

Circa i quesiti posti a Sport e Salute, società del Mef, perché quantifichi quanto tempo serve per arrivare all’avvio delle gare per l’affidamento sia dei progetti che dei lavori su un set di cinque opere (stadi di Taranto e Lecce, piscina, centro nautico e impianto Ricciardi per Taranto), Ferrarese dichiara che «non ci sono ancora risposte. Hanno bisogno di tempo perché non vogliono dare delle date che poi potrebbero non mantenere. Stanno valutando per darci un cronoprogramma perfetto». Invece sul masterplan, una volta spedito al comitato internazionale, «abbiamo già l’incontro l’8 e 9 dicembre a Tirana per valutarlo, approfondirlo e partire».

Rapporti con la Regione: dalle dichiarazioni di Ferrarese e Pelillo si intuisce che ci sono ancora evidenti strascichi del recente braccio di ferro, che ha visto la Regione opporsi, ma invano, al ribaltamento della governance del comitato. «È un discorso politico e a me non interessa - dice Ferrarese -. Non guardo i colori politici, non guardo Governo e Regione come espressioni politiche ma come istituzioni. Sono importanti per questo ed ho bisogno che siano al mio fianco a collaborare. L’ho chiesto ad Emiliano. Sa che agisco con determinazione. E so che lui, più di tutti, vuole, insieme al Governo, realizzare i Giochi. Mi aspetto solo collaborazione».

E alla domanda, rivolta a Pelillo, se la scelta del vice presidente nel rappresentante del Comune sia un segno di attenzione e distensione verso gli enti locali dopo le polemiche accese, lo stesso Pelillo risponde: «Spero che sia così e che la ragionevolezza prevalga. Che ci sia una condizione di distensione. Questi Giochi sono stati un po’ turbati da vicende che dovrebbero essere estranee. L’interesse è quello di far bene e soprattutto di consegnare a questa città fra due anni delle infrastrutture che non avremmo mai potuto immaginare di avere in altro modo. Questa è una piccola Olimpiade. È, in piccolo, la stessa opportunità che ha avuto Roma anni fa e che non ha utilizzato per volere dell’allora sindaco. Nel 2026 noi ci potremmo trovare con delle infrastrutture spettacolari. Per il nuoto, per esempio, in Puglia non c’è un’infrastruttura come quella che abbiamo immaginato. Al di là dell’evento sportivo, ci ritroveremo più ricchi di prima dal punto di vista del patrimonio della città. Vedete quello che è successo a Torino dopo le Olimpiadi invernali».

Sulla linea della Regione, Pelillo parla di collaborazione e aggiunge: «Mi auguro davvero che ci sia una distensione completa. È indubbio che la Regione ha avuto un ruolo determinante per l’assegnazione dei Giochi a Taranto, è assolutamente la verità. Ma nel momento in cui è cambiato il segno politico e il Governo si è intestato l’iniziativa, ha trovato i fondi, ha aumentato la dotazione e ha ritenuto di guidarla, bisogna prenderne atto. Ci deve interessare che le cose si facciano, non chi le fa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA