Incontro a Roma, si tenta di salvare i Giochi

Incontro a Roma, si tenta di salvare i Giochi
di Domenico PALMIOTTI
5 Minuti di Lettura
Lunedì 27 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:32

Il commissario dei Giochi del Mediterraneo e presidente del Comitato direttivo, Massimo Ferrarese, incontra oggi alle 18 a Roma il segretario generale della Fin, la Federazione del nuoto, Antonello Panza, e il responsabile impianti della stessa Fin, per sottoporgli il caso della piscina olimpionica di Taranto.

Il problema

Questo dopo che si è accertato che il progetto definitivo, che avrebbe dovuto predisporre Asset, l’Agenzia della Regione Puglia su mandato del Comune, ancora non c’è (si tratta del Pfte, il Piano di fattibilità tecnico-economico, preliminare all’appalto della costruzione) e che in conferenza dei servizi (dove c’è un vecchio progetto, messo a punto sempre da Asset e ritenuto inadeguato) sono stati sospesi i termini. 
Poiché non c’è modo per completare in tempo utile, primavera 2026, il progetto della piscina che si pensava di realizzare, e non ci sarebbe anche se ci fosse una deroga alla procedura di appalto, cioè la negoziazione diretta con le imprese selezionate anziché il lancio del bando di gara, alla Fin - come riportato ieri da Quotidiano - Ferrarese prospetterà un’alternativa. Ovvero, mettere in cantiere due stralci dell’opera che complessivamente quota 36,900 milioni: il primo riguarda la costruzione delle due vasche da 50 metri, con le tribune per il pubblico, il secondo la copertura di una delle due che verrebbe costruita dopo i Giochi se non fosse possibile approntarla prima. Ferrarese punta ad incassare il via libera della Fin - partendo dal fatto che si sono già svolte gare con le sole vasche scoperte - e successivamente del Coni, col quale avrà un incontro domani mattina sempre a Roma. Ai due responsi, bisognerà poi unire quello del Governo che ha finanziato i Giochi: prima con 150 milioni e ora con altri 125. 

Se sui tre fronti si accenderà la luce verde, il commissario lancerebbe comunque una gara unica per la piscina, ma i lavori avrebbero due step. E durante la costruzione delle vasche, verrebbero creati i plinti che poi servirebbero al montaggio della copertura. Il suo slittamento è dovuto unicamente ad una ragione di tempo. Visto che il Pfte della piscina va ancora approntato e che l’iter del progetto si completa solo con l’ok della conferenza dei servizi e la validazione, non ci sarebbe altra soluzione per cercare di rientrare nella tabella di marcia.

La copertura, infatti, richiede almeno 4-5 mesi di tempo fra il montaggio delle parti in legno lamellare (da ordinare in anticipo, in quanto non sono materiali di pronta reperibilità), delle vetrate e dell’impianto di climatizzazione. Anche per lo stadio Iacovone si profila il differimento della copertura post Giochi e sempre per lo stesso motivo, mentre la sola ristrutturazione dell’impianto richiederà almeno un anno pieno di lavori. 

È stato stimato che senza la copertura, l’importo della piscina si attesta a poco meno della metà. Oggi gli oltre 33 milioni calcolati sono già divisi in due stralci. Lo si è dovuto fare perché sino ad alcune settimane fa i fondi erano insufficienti. Non erano ancora stati annunciati gli altri 125 milioni con la legge di Bilancio 2024 e quindi ne sono stati previsti 23,975 per il primo (dai 150) e 13,105 per il secondo (dai 125). Ora che la dote finanziaria è stata rimpolpata, la costruzione delle vasche potrebbe essere uno step unico, mentre lo stralcio riguarderebbe la copertura. Anche per lo stadio (28 milioni) senza la copertura l’importo si riduce di circa 10 milioni. 
Differimento possibile? Su quest’aspetto la parola tocca al Governo. Teoricamente sì, visto che i soldi sono già stati deliberati e che il mandato commissariale di Ferrarese termina a fine 2026 e non a fine Giochi. Quindi ci sono altri mesi utili. Inoltre, anche se per lo stadio Iacovone la giunta comunale deve ancora approvare (è previsto che lo faccia in settimana) il Dip, il Documento di indirizzo alla progettazione che poi deve evolversi in Pfte, e per la piscina il Pfte è da fare, non si ritiene opportuno sollevare il Comune, che deve trasmettere i progetti al commissario, scegliendo altri soggetti (esempio la società Sport e Salute) per la prosecuzione del lavoro. Gli elementi chiave della progettazione sono già in mano ad Asset e Comune. Ripartire daccapo, significherebbe allungare ulteriormente i tempi. 
Non basterà però al commissario spostare nel secondo semestre 2026 le due coperture. Bisogna anche accelerare sulle procedure andando in deroga con la procedura negoziata. Rispetto alla normale gara di appalto, si risparmiano 4-5 mesi. Solo l’unione delle due possibilità, consente chance in più. E Ferrarese sta continuando a lavorare per strappare l’affidamento in deroga degli impianti più importanti.
Se si scorre il cronoprogramma degli impianti, messo a punto prima della fine di ottobre sulla base delle indicazioni dei Comuni, e che Ferrarese ha sottoposto al comitato direttivo dei Giochi e a quello internazionale, balzano subito agli occhi le date sfumate e quelle a rischio. La più macroscopica riguarda la piscina: l’avvio della gara d’appalto è collocata in questo mese. Non essendo stata rispettata la scadenza, appare difficile che si possano rispettare le due successive: obbligazione giuridicamente vincolante a febbraio prossimo, inizio lavori ad aprile 2024. Stadio Iacovone: avvio gara di appalto a febbraio 2024 (ma c’è solo il Dip e su questa base l’appalto non si può fare) e obbligazione giuridicamente vincolante a giugno. Centro sport nautici all’ex stazione Torpediniere: avvio della gara di appalto a gennaio (l’iter progettuale deve finire e l’area è ancora della Marina) e obbligazione a marzo. La gran parte delle opere porta come avvio dell’appalto da dicembre 2023 a maggio 2024, con un picco a febbraio (si tratta però di impianti minori e ubicati in provincia). Domanda d’obbligo: ce la si farà per questi altri impianti?

© RIPRODUZIONE RISERVATA