Ferrarese: «Il Taranto a Faggiano? Ho molti dubbi»

Il commissario: "Un problema che doveva essere affrontato quattro anni fa, ora c'è poco tempo"

Il campo sportivo di Faggiano
Il campo sportivo di Faggiano
di Domenico PALMIOTTI
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Sabato 2 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:02

Nella riunione sullo stadio Iacovone che ci sarà probabilmente il 7 marzo, il commissario dei Giochi del Mediterraneo, nonché presidente del comitato organizzatore, Massimo Ferrarese, chiederà ai progettisti di Sport e Salute se è possibile ristrutturare l’impianto facendo giocare le partite al Taranto. E c’è anche una subordinata: ridimensionare il progetto dello Iacovone, effettuando una ristrutturazione meno impegnativa, per continuare a far giocare il Taranto. 

Parla il commissario

È lo stesso Ferrarese ad annunciarlo in un incontro con i giornalisti che ha tenuto ieri in Camera di Commercio alla luce del sopralluogo che qualche giorno fa hanno tenuto allo stadio di Faggiano il presidente del Taranto, Giove, il governatore della Puglia, Emiliano, e il numero 1 della Figc, Gravina, ma anche delle voci insistenti che chiedono di non precludere ai rossoblu il terreno di gioco di casa. «Pensiamo di finire le progettazioni degli impianti più importanti entro maggio per poi farle validare e partire con le gare dei lavori - dice Ferrarese -.

Per stadio, piscina, centro nautico e PalaRicciardi, dovremmo cominciare tra ottobre e novembre».

In particolare, spiega Ferrarese, «per lo stadio a novembre dovremmo tentare di mettere la prima pietra. Non è più una ristrutturazione da 18 milioni. E non è più il progetto dello stadio da demolire totalmente e da ricostruire con una piastra commerciale accanto, ipotesi che fermai non perché non mi piacesse esteticamente, ma solo perché sarebbero stati necessari quattro anni. Oggi siamo approdati ad una ristrutturazione da 28 milioni che però, con una serie di migliorie aggiuntive, potrebbe arrivare sino a 40. Adesso la domanda che mi sento fare è: possiamo usare lo Iacovone mentre si lavora per ristrutturarlo? Immaginate: i lavori partono a novembre e l’impresa che vincerà la gara d’appalto, dovrà correre. Se potrò ottenere la coabitazione a favore della città, della squadra e dei tifosi - sono un uomo di sport e comprendo bene -, lo farò con tutto il cuore. Il problema voglio risolverlo. Ma la cosa dovrò valutarla con i miei tecnici e con i progettisti di Sport e Salute. E poi dovremo valutarla con la Prefettura per la sicurezza». 

Non sembra comunque facile la coabitazione e lo stesso Ferrarese dichiara: «O ci dicono sì, o ci dicono no. Se abbiamo l’ok di progettisti e Prefettura, io sarò felice di dire che si possono disputare le gare mentre facciamo i lavori. Se tutto coincide, perché no? Tuttavia, ho i miei dubbi che si possa fare. E con me, i tecnici della struttura commissariale. Quattro anni fa la coesistenza era possibile. Ora, invece, dovremmo fare 40 milioni di lavori in 18 mesi, operando giorno e notte e aggredendo i lavori. Aggredire i lavori vuol dire che, a fronte di un tempo ristretto, entri nel campo, piazzi macchine, gru ed escavatori e agisci. Ma se intervieni a pezzetti, non bastano più 18 mesi».
C’è poi la subordinata: ridurre i lavori allo Iacovone in modo da ridimensionare i cantieri e tenere così il Taranto in casa. «Mi si può anche dire non facciamo più quel progetto - prosegue Ferrarese -. Ristrutturiamo l’anello inferiore e basta, che va fatto necessariamente in quanto non ci sono le fondazioni con i pali e quindi c’è un aspetto di sicurezza. Certo, è una soluzione minima. Si tratterebbe solo di dare una sistemata, ma se il Comune di Taranto mi chiede di fare un progetto più modesto, esempio da 10 milioni anziché da 40, ne prenderei atto».
Altro tema affrontato da Ferrarese, gli stadi per gli allenamenti, fermo restando che i principali sono Taranto, Brindisi, Francavilla Fontana e Lecce. «Dovremmo individuarne uno per provincia - spiega -. A Brindisi sarà Mesagne, su Lecce si deve vedere, per Taranto, invece, per me potrebbe essere Talsano. È già nel master plan. Si tratterebbe di migliorarlo per farvi ora gli allenamenti del Taranto e quelli dei Giochi nel 2026. Per gli stadi, sono arrivate proposte anche da Martina Franca, Massafra, Castellaneta, Sava, Maruggio, Manduria, Lizzano e Faggiano. Qui abbiamo alcuni stadi pronti, mentre Faggiano non è realizzato. È solo un campo sportivo. Il presidente della Regione mi ha invitato a fare qualcosa per Faggiano con i fondi del comitato organizzatore, ma non posso distogliere questi fondi. Né io, né altri. Un’istituzione non può proporre una cosa con i soldi degli altri, ma viene, si discute e insieme si cercano soluzioni. Non dico di no ad una cosa del genere. Ma siccome si tratta di impegnare alcuni milioni di euro, ho bisogno che ci sia l’accordo tra ministri, Regione e comitato organizzatore affinché si vada in questa direzione». 
Il punto, evidenzia Ferrarese, è che si deve cercare una soluzione per il Taranto in extremis. «Abbiamo avuto la possibilità di pensarla quattro anni fa, ma non è stato messo nulla nel masterplan che ho ereditato - dice Ferrarese -. Emiliano avrebbe potuto farlo. Allora si parlava di un altro progetto per lo stadio, che avrebbe richiesto quattro anni di lavori, e il Taranto, nel frattempo, dove avrebbe giocato?».
Ultimo aspetto toccato da Ferrarese, la sentenza della Corte Costituzionale. Che non ha toccato la nomina del commissario, che è legittima, ma ha detto che è incostituzionale il fatto che sulle opere da scegliere per i Giochi, non ci sia l’intesa con la Regione. Era stata quest’ultima a ricorrere alla Consulta. Adesso, quindi, la consultazione sugli impianti si deve riaprire per arrivare all’accordo con la Regione. «Non possiamo perdere più tempo - dice il commissario -. La Consulta dice che se non ci fosse l’intesa immediata, sarebbe sempre il Governo a decidere. Io non devo trovare l’intesa con la Regione. Io produco un masterplan che poi trasmetto al Governo e al comitato. Siamo nella fase che il decreto del Governo è pronto, deve solo firmare il ministro Giorgetti. Ma oggi questo si blocca perché bisogna far rientrare la Regione affinché dia l’ok al decreto. Purtroppo perdiamo altro tempo. E io tempo non ne ho».

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