Ricoverati per altre patologie e contagiati dal Covid: nuovo allarme in ospedale

Ricoverati per altre patologie e contagiati dal Covid: nuovo allarme in ospedale
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Lunedì 16 Novembre 2020, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 15:05

Nonostante i numeri in calo del weekend quando i tamponi si eseguono solo ai ricoverati e le attività sul territorio, drive through comprese, si fermano, anche ieri i nuovi positivi nella provincia di Taranto si contavano su tre cifre: erano 124 quelli censiti nel bollettino epidemiologico della Regione. In costante crescita invece il numero dei ricoverati negli ospedali dedicati al virus. Alle 15 di ieri, il numero complessivo di posti letto occupati da pazienti Covid erano in tutto 217 distribuiti tra gli ospedali Moscati di Taranto (dove si è registrato l'ennesimo decesso di un 74enne), nei due presidi Covid San Marco di Grottaglie e Giannuzzi di Manduria e nella struttura ospedaliera di Mottola. Con una novità: da ieri anche l'ospedale di Castellaneta diventa ufficialmente sede dedicata ai malati Covid. Al San Pio 10 pazienti ricoverati nei giorni precedenti per altre patologie sono risultati contemporaneamente positivi al Covid. Posti in apposite aree, sono monitorati con la consulenza specialistica infettivologica. L'ennesimo focolaio, insomma, che colpisce ancora una volta l'ospedale. E situazione seria anche a Martina dove il sindaco Ancona ha provveduto alla chiusura per dieci giorni della scuola Marconi dopo la positività di due collaboratori. Casi di contagio anche tra i dipendenti comunali di Carosino, chiuso per due giorni il municipio.


Sul fronte orientale della provincia infuria la polemica dei sindaci, alcuni dei quali insorgono per come la direzione Asl sta gestendo la riconversione Covid dell'ospedale Giannuzzi di Manduria. L'occasione è stata la conferenza all'aperto che si è tenuta sabato mattina nel piazzale d'ingresso del presidio sanitario.
Lo scopo era quello di verificare lo stato dell'arte dei lavori di adeguamento dei reparti già occupati, ma tutto si è svolto all'esterno evitando così qualsiasi verifica.

L'intervento più risentito è stato quello del sindaco di Maruggio, Alfredo Longo che è stato l'unico, per la verità, ad aprire bocca chiedendo conto di come stessero andando le cose. Nessuna risposta, se ne riparlerà giovedì in un nuovo incontro questa volta in municipio. Intanto il sindaco Longo non si frena e annuncia un esposto alla Procura. «Nei giorni scorsi - scrive Longo - ho avvisato l'assessore regionale alla Salute, Gianluigi Lopalco, ma non ho avuto nessun riscontro, stasera ho mandato un messaggio al presidente Michele Emiliano; attenderò che lo legga e il prossimo passo sarà la Procura. Nel frattempo - aggiunge - lunedì (oggi per chi legge, ndr) incontrerò il direttore sanitario della Asl, sono sicuro che mi ascolterà con attenzione. Questo - spiega il sindaco - è un momento terribile e l'unico modo per venirne fuori è lavorare insieme. Sono certo - sottolinea Longo - che i miei colleghi, sindaci o medici che siano, condivideranno questa battaglia con grande senso del dovere e di giustizia sociale». Più pacato ma non meno critico l'intervento del sindaco di Sava, Dario Iaia.


«Premesso che un piazzale non è un luogo idoneo per svolgere un incontro di questo tipo - scrive Iaia - nella riunione sono state rappresentate importanti criticità che riguarderebbero l'adeguamento del Giannuzzi ad ospedale Covid, che, a dire di molti, risulterebbe carente sia dal punto di vista strutturale sia da quello del numero del personale a disposizione e della formazione dello stesso. Ciò che colpisce, in questo quadro - fa notare il sindaco - è il silenzio assordante del personale sanitario che a noi sindaci rappresenta, in separata sede, con toni a volte drammatici, la gravità della situazione ma, nel contempo, non ha il coraggio di manifestare alla luce del sole questo disagio». A rispondere indirettamente alla domanda di Iaia, infine, è il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Renato Perrini. «Quello che sta avvenendo è disumano, per tutti scrive Perrini - pazienti e personale, e se nessuno ne parla è solo perché la direzione Asl con una circolare ha diffidato gli operatori a fare dichiarazioni, relazionarsi con i mezzi di informazione, o pubblicare sui social commenti».

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