Covid, risalgono i contagi in provincia di Lecce: altri due pazienti deceduti

Covid, risalgono i contagi in provincia di Lecce: altri due pazienti deceduti
di Andrea TAFURO
3 Minuti di Lettura
Venerdì 25 Agosto 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 19:00

Nuova risalita nei contagi da Covid19 in Salento, con Arturo (Xbb.1.16) ed Eris (Eg.5) che si confermano le varianti più diffuse tra la popolazione. Nessun allarme al momento, ma tornano a contarsi anche i decessi tra anziani e soggetti fragili. Dopo i primi 3 casi registrati a cavallo di Ferragosto, nella giornata di ieri altri 2 pazienti (maschi di 83 e 74 anni, rispettivamente non vaccinato e vaccinato con 4 dosi) ricoverati nel reparto di Medicina del “Dea-Fazzi” di Lecce sono morti per le complicanze del virus. 

L’alert è scattato ma la situazione nelle corsie degli ospedali e sul territorio provinciale è tenuta sotto controllo dal dipartimento di prevenzione dell’Asl Lecce, guidato dal dottore Alberto Fedele.

Il trend estivo di circolazione del virus, anche in vista della stagione invernale, torna dunque sotto monitoraggio, secondo le indicazione della circolare emanata dal Ministero della Salute. I casi in questa fase sembrano in gran parte legati alla variante Xbb (Arturo) a cui si è aggiunta la sottovariante Omicron, soprannominata “Eris” (Eg 5.1), che in tutto il mondo sta causando un boom di contagi. I sintomi associati sono quelli ormai classici: mal di gola, mal di testa, affaticamento, febbre e tosse. 

I numeri in Puglia

In Puglia, in particolare, la circolazione del virus nella settimana 10-16 agosto ha fatto registrare in totale 410 nuovi casi di coronavirus su 5.705 tamponi eseguiti con una incidenza di 7,2 % (la settimana precedente era al 5%). Numeri che non rappresentano al momento un allarme per il sistema sanitario, ma portano medici e addetti ai lavori a studiare la curva dei contagi, che soltanto in provincia di Lecce, oltre ai 5 decessi, continua a far registrare 40 pazienti positivi ricoverati (16 nel reparto di malattie infettive e 24 nelle “bolle covid” realizzate negli ospedali per salvaguardare i reparti. Sotto osservazione anche le Rsa. «Riscontriamo una recrudescenza del virus, attualmente in fase di monitoraggio - dichiara la professoressa Maria Chironna, infettivologa del Policlinico di Bari - per cui è necessario attendere gli sviluppi delle prossime settimane. I primi segnali indicano quindi che il covid non è del tutto scomparso, ma la situazione è sotto controllo e non c’è alcun allarme. Di fatto la popolazione tra immunizzazione naturale e da vaccino è più protetta rispetto alle prime fasi della pandemia. Tuttavia, chi risulta positivo - precisa Chironna - dovrebbe comunque restare a casa, per evitare di diffondere il covid e contagiare così anziani, immunodepressi e soggetti fragili che possono sviluppare il virus nelle forme più gravi».

Intanto, il Ministero della Salute, che pur ha cancellato l’obbligo di isolamento per i positivi (a cui è indirizzata la sola raccomandazione a restare a casa) è intervenuto con una recente circolare per dare il via in autunno alla campagna vaccinale anticovid, destinata alle categorie a rischio, in concomitanza con la campagna antinfluenzale. L’obiettivo della campagna nazionale è quello di «prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. A questi gruppi di persone è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA