L'ex De Canio: «Il Lecce c'è e tornerà in alto. Baroni ha bisogno di tempo»

Gigi De Canio, ex allenatore del Lecce
Gigi De Canio, ex allenatore del Lecce
di Antonio IMPERIALE
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Giovedì 2 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 05:48

Come prima, più forti di prima. O quasi. Il mercato d’agosto non ha sconvolto i valori del campionato. Nel cielo delle grandi Gigi De Canio vede solo conferme. E condivide i voti assegnati dai quotidiani specializzati. Il Monza prima di tutti, un altro sforzo enorme. «Ma accadde pure l’anno scorso, eppure la serie A restò un sogno. La verità la dice solo il campo. Lassù vedo il Frosinone, il Parma, il Brescia, la Spal, vedo l’Ascoli americano, con un grande allenatore come Sottil che aveva già fatto bene nella passata stagione e che adesso può davvero puntare in alto, vedo sempre il Lecce, nonostante la partenza difficile che un po’ mi ha sorpreso. Continuo a vedere la Ternana come rivelazione, anche se sta ancora a quota zero. È un campionato ancora più interessante dello scorso anno, c’è un livellamento in alto, davvero uno dei migliori degli ultimi anni». Un campionato bum bum a giudicare dai gol messi a segno nelle prime due giornate, 59, come non era mai accaduto. Ma il Lecce che segnava gol a gogò nelle ultime due stagioni, ha messo in conto la miseria di una rete su rigore. Peggio hanno fatto solo Vicenza e Pordenone, ancora senza neppure un urlo.

Nuova linfa dal mercato

A Lecce sono arrivati nell’ultima settimana altri quattro giocatori, Di Mariano, già in campo, Barreca, e da ultimi Dermaku, un ritorno, e Gargiulo. «È gente di categoria, gente che conosce bene il nostro campionato, in una campagna acquisti nella quale il maestro Corvino ha attinto, come sa fare lui, a piene mani dai campionati stranieri, non solo per la prima squadra, ma anche per la Primavera. Corvino sa muoversi sugli orizzonti ampi delle sue conoscenze. Io lo ritengo una garanzia». Ed è un Lecce che forse fa record con giocatori di ben undici paesi, accanto a quelli italiani. Quella del Lecce è stata una rivoluzione radicale, con partenze importanti e con soli tre-quattro superstiti della stagione della serie A. Ci potrebbe essere il rischio di una Babele? Nel Lecce che si è visto nelle prime due giornate, Baroni è sembrato ancora alla ricerca di una precisa identità. «Non è facile per un allenatore lavorare con il mercato in corso, con giocatori che continuano ad arrivare, con altri che ancora non conoscono il proprio futuro e vivono uno stato d’animo sulla linea dell’incertezza. Le scelte che contano sono quelle che gli allenatori faranno adesso con una rosa che diventa definitiva o quasi, ed il Lecce ha professionisti di notevole valore. A me non piace entrare sul piano dei singoli, ma il Lecce di Corvino c’è e verrà fuori quanto prima». L’anno scorso si pagò il mal di pancia di chi voleva andar via dopo la retrocessione. Quest’anno son rimasti tre-quattro calciatori che erano in lista di partenza. «Non credo che possa essere un problema per la serietà dei giocatori che magari potrebbero anche riprendersi il posto e per la capacità di Corvino e della società di gestire le situazioni. Io avrei tenuto piuttosto un attaccante bravo come Pettinari, che il Lecce peraltro ha utilizzato l’anno scorso in un momento difficile per il calciatore. Quest’anno, accanto a Coda, credo che ci sarà la conferma del giovane Rodriguez».

La falsa partenza della squadra di Marco Baroni, sconfitta 3-0 all’esordio dalla Cremonese e poi costretta al pari casalingo con il Como, ha già regalato fischi proprio nel giorno del ritorno dei tifosi al Via del Mare. De Canio ha vinto da primo della classe il campionato di serie B e conosce bene l’ambiente leccese. «I tifosi del Via del Mare sono sempre un grande vantaggio per la squadra, davvero importante per una compagine così rinnovata. I risultati positivi che verranno dopo la sosta, riaccenderanno gli entusiasmi. Bisogna solo avere un po’ di pazienza, la squadra comunque va sempre sostenuta»

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