Cavasin: "Lecce, sei la più bella sorpresa della serie A. Col Monza senza paura"

Alberto Cavasin
Alberto Cavasin
di Antonio IMPERIALE
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Giovedì 7 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 19:58

La sua panchina giallorossa era una “Panchina d’oro”. Era il premio di “migliore allenatore dell’anno”, a cavallo fra la fine del secolo breve e l’alba della stagione del Duemila. Ne parla, Alberto Cavasin, con la felicità del nonno che vuole raccontare al nipotino, nella sua Treviso, la fantastica avventura salentina, con quel Lecce «messo in piedi insieme a Pantaleo Corvino, con una condivisione straordinaria come mi pare di capire stia accadendo quest’anno fra il grande Leo e Roberto D’Aversa, una squadra costruita con intelligenza in funzione delle esigenze tecniche dell’allenatore e che sta sbalordendo tutti con questo avvio di campionato che vede i giallorossi lassù in alto con le grandi, quelle del calcio nobile, il Milan, l’Inter e sulla stessa linea la Juventus».


Il suo Lecce, cominciò con un 2-2. «Nella gara d’esordio in A cogliemmo un pareggio d’oro contro il Milan campione d’Italia, che aveva, fra gli altri Weah e Schevchenko, autori dei due gol rossoneri. Anche allora una doppia rimonta. Mi pare di esultare ancora con Savino e Lucarelli. Venne la sconfitta di Verona, ma reagimmo col pareggio di Piacenza e poi con l’exploit contro la Juve di Ancelotti, firmato da Lima e Conticchio. Alla serie A ci stavamo abituando. Splendida la partenza della stagione 2001-2002, terzo anno consecutivo nella massima serie. Era andato via Lucarelli al Torino per 20 miliardi, come si disse.

Un’operazione che si potrebbe accostare a quella con Hjulmand. Un pari col Parma, una vittoria a Piacenza, un altro pari a Brescia, cinque punti in tre partite, un primato che D’Aversa ha cancellato con i sette punti di questo campionato che fa sognare. Noi facemmo sei punti dopo la quarta partita, pareggiando con la Juve di Lippi. A questo Lecce auguro con il cuore che continui la serie a Monza, dando maggiore spessore al suo record, alla ripresa del campionato, con una pausa che in questa fase è decisamente importante».


E si sofferma sulle coincidenze che tornano fra il suo Lecce e questo di quest’anno. «Ricordo quando Pantaleo prese Juarez, che era un giovedì, e la domenica giocò da subito una grande partita. Quest’anno l’attaccante montenegrino Krstovic è andato in gol dopo soli quattro minuti, firmando il pareggio a Firenze e domenica scorsa ha aperto i giochi, contro la Salernitana, appena dopo sei minuti. A noi dalla Croazia era arrivato Vugrinec che lasciò il segno. E ancora in comune fra il mio Lecce e il Lecce di quest’anno c’è il grande entusiasmo che anima i giocatori come animava i nostri, la forza del gruppo coeso che è importante specie nella stagione dei cinque cambi, con i riflessi psicologici, con quel ridisegnare la partita in corso che sottolinea l’abilità di un allenatore ed il valore della rosa, c’è una grande società, ed un grande presidente, noi avevamo la fortuna di contare su Semeraro, ora c’è il grande Sticchi Damiani con la sua squadra dirigenziale e naturalmente c’è sempre lui, Pantaleo, che ha vicino un diesse bravo come Trinchera, in comune un tifo che ci trascinò a lungo anche in trasferta, con i leccesi che arrivavano anche dalla Svizzera, un tifo che adesso fa il record degli abbonamenti. Apprezzo molto il modo nel quale un allenatore nuovo si sia inserito nella realtà ambientale e abbia conquistato i giocatori con la sua visione di gioco. Le difficoltà non mancheranno, intanto i punti già conquistati sulle terz’ultime saranno preziosi per il futuro e consentono di lavorare con una serenità che aiuta a fare bene».


Cavasin guarda il campionato e dice, con le idee chiare. «Questa serie A è diversa da quella di una volta. Inter e Milan scoppiano di salute, giocheranno un grandissimo derby, le due milanesi con Napoli e Juventus formano il quartetto che lotterà per vincere lo scudetto. L’Atalanta continuerà a dire cose importanti. La Roma sul fondo è uno scandalo. Il Lecce, la più giovane di tutti, è la sorpresa più bella e convincente, anche il Verona sta più avanti di quanto pensasse. Sono squadre che se tengono come sono partite possono anche puntare al decimo posto. Alla ripresa il Lecce giocherà a Monza, ricca e pretendente. Sarà un bell’impegno. Può sorprendere ancora».
Cavasin e la Nazionale «Spalletti mi pare sia stata la soluzione giusta, la migliore, sotto l’aspetto tecnico, sotto l’aspetto umano». Il calcio come la vita, e ha voglia di tornare in panchina Cavasin, sessantasette anni. «Difficile non essere in gioco - dice dalla sua Treviso -. La prossima volta, magari, mi intervisterai da una panchina».

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