Uffici comunali e cantieri senza tecnici: parte la caccia agli esperti

Uffici comunali e cantieri senza tecnici: parte la caccia agli esperti
di Paola COLACI
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Giovedì 28 Ottobre 2021, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 21:54

Bandi e progetti Pnrr: la “rivoluzione pugliese” passa dalle risorse. Quelle economiche, innanzitutto. Dopo decenni di attesa e rivendicazioni i fondi per le infrastrutture - cantieri, servizi, rigenerazione e sanità- ci sono: 5 i miliardi già assicurati nelle varie allocazioni dei comparti del Pnrr. Di contro, a mancare ora sono le professionalità: migliaia di “addetti ai lavori” in tutta la regione. 

Nei Comuni organici dimezzati, i sindaci: «Così rischiamo di non farcela»

A partire dai Comuni che vanno incontro al Piano di ripresa e resilienza con gli organici dimezzati. E il timore per gli amministratori è di non farcela. «I Comuni sono i protagonisti decisivi per la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Metteteci nelle condizioni di poter assolvere a questo compito, di poter giocare la partita nell’interesse del Paese e del Sud: è una sfida decisiva che non possiamo fallire» aveva sollecitato a inizio ottobre il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, sciorinando i numeri dell’emergenza. A partire dal municipio di Lecce che a oggi conta 373 dipendenti rispetto ai 722 della soglia minima (350 unità in meno). Trend al ribasso anche a Brindisi dove l’amministrazione di Riccardo Rossi è costretta a “tirare avanti” con 320 dipendenti rispetto ai 700 di qualche anno fa. Lo stesso vale per il governo cittadino di Rinaldo Melucci a Taranto. E se a Bari il Comune può contare su 1.500 dipendenti, «abbiamo i colonnelli, ma non i soldati. Ci servono funzionari tecnici e amministrativi» ha rimarca l’assessore Vito Lacoppola. A farsi portavoce del grido d’allarme dei “più piccoli”, «quei Comuni che non ce la faranno neppure a candidarsi ai bandi e finiranno per doversi accontentare delle briciole» c’è poi il sindaco di Minervino di Lecce e vicepresidente di Anci Puglia, Ettore Caroppo. 

In Puglia in arrivo 73 esperti: assunzioni entro dicembre 

Insomma, in Puglia il vuoto di personale che viene da lontano ora rischia di diventare strutturale. «Ecco perché è indispensabile rinforzare il capitale umano in vista della ripartenza. Ma bisogna semplificare il reclutamento», ha segnalato a più riprese Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci dopo il via libera nel marzo scorso al bando del governo per 2.800 unità da impiegare negli enti locali (481 quelle destinate alla Puglia tra uffici comunali e regionali). Secondo il riparto previsto dal governo nella bozza del Dpcm “Reclutamento”, ancora, alla Puglia spettano 20 milioni e 355mila euro per mettere in piedi una task force di 73 “esperti multidisciplinari” da assegnare agli uffici tecnici di Regione, Province e Comuni. «I professionisti esterni forniranno supporto alle amministrazioni per la presentazione dei progetti e per le rendicontazioni da inviare al Mef - ha fatto sapere l’assessore regionale al Personale, Gianni Stea - Ma si occuperanno anche dello screening e produzione di un catalogo completo delle procedure amministrative e di supportare gli enti locali nello smaltimento degli arretrati». Incarichi che saranno conferiti a fine anno.

Cantieri e aziende "a secco" di professionalità: entro fine anno 71.590 opportunità di lavoro


Ma il bivio per la svolta del Mezzogiorno e della Puglia potrebbe rivelarsi una beffa anche sul fronte della cantieristica. Secondo Unioncamere, in regione il fabbisogno in entrata delle imprese nel mese di ottobre è di 27.120 unità. E sino alla fine dell’anno si prevedono 71.590 opportunità di lavoro con una variazione del +33.110 rispetto allo scorso anno e +18.830 a due anni fa. La maggiore fetta delle assunzioni riguarderà il settore dei servizi (oltre 50 mila), la restante l’industria. -ma a preoccupare è la difficoltà di reperimento e l’esperienza richiesta. In altre parole, mancano i candidati. E se ci sono, hanno comunque una preparazione inadeguata. E tra le professionalità più complesse da reperire ci sono gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche. Ma anche i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, gli operai specializzati nelle industrie del legno e della carta e il personale non qualificato nelle attività industriali e assimilati. In media per la Puglia si stima una difficoltà di reperimento pari al 31,4%.


Dunque, che fare? «Per non sprecare i fondi del Pnrr, è necessario procedere una ricognizione puntuale delle professionalità e della manodopera. Ma serve anche un piano di investimento sulla formazione, dalla Scuola all’Università» incalzano i sindacati pugliesi. Per parte sua la Regione, sulla spinta del finanziamento da 1.5 miliardi che il governo il premier Mario Draghi ha annunciato per gli Its (Istituti tecnici superiori), punta ad accelerare con la formazione. Ma il tempo stringe. E la montagna da scalare senza una programmazione dettagliata sul breve e medio periodo rischia di trasformarsi irrimediabilmente nell’Everest.

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