Vaccini agli adolescenti in Puglia: perplessità e dubbi sui tempi per l'inizio dell'anno scolastico

Vaccini agli adolescenti in Puglia: perplessità e dubbi sui tempi per l'inizio dell'anno scolastico
Vaccini agli adolescenti in Puglia: perplessità e dubbi sui tempi per l'inizio dell'anno scolastico
di Maria Claudia MINERVA
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Martedì 29 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 07:54

In Puglia dal 23 agosto si parte con le vaccinazioni per gli adolescenti (fascia di età 12-15 anni), con il richiamo a partire dal 13 settembre. «L’obiettivo - ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Pierluigi Lopalco - è raggiungere la più vasta platea di giovani nei tempi più corretti dal punto di vista sanitario per metterli in sicurezza prima dell’avvio del nuovo anno scolastico». Ma la data prevista potrebbe essere troppo in là rispetto al rientro tra i banchi. Non solo, bisogna fare i conti anche con una larga frangia di genitori già sul piede di guerra: «Troppi dubbi, molta confusione e poche notizie certe» chiosano bollando l’iniziativa presa, a loro dire, «senza calcolare effettivamente rischi/benefici» tanto più che «il Covid-19 ha una letalità molto bassa tra i più giovani, valutata intorno allo 0,08 per cento sotto i 18 anni d’età, e che oltre il 40 per cento dei pazienti ricoverati in ospedale sotto i 18 anni ha patologie pregresse».

I nodi della questione

La questione è spinosa, anche perché dovranno essere entrambi i genitori a firmare il consenso. Lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha detto che già il 15% dei genitori è poco convinto.

Una percentuale destinata a crescere, soprattutto in Puglia, dove tra le famiglie si è creata una larga spaccatura tra favorevoli e contrari. I no vax partono dal presupposto che il virus non uccide i giovanissimi, spesso addirittura asintomatici. Sfugge però il fatto che i giovanissimi sono coloro che fanno girare di più in assoluto il virus.

Le posizioni restano comunque contrastanti, c’è anche chi non si oppone. «Come Coordinamento Scuola Diffuse di Puglia non abbiamo preso una posizione perché anche tra i genitori e i comitati che aderiscono al nostro Coordinamento ci sono opinioni differenti - fa sapere la portavoce Terry Marinuzzi -. Tutti noi ci siamo vaccinati, quindi crediamo nella vaccinazione, ma ci sono delle perplessità legate a diversi aspetti. La prima deriva dal fatto che l’Italia è l’unico Paese europeo che sta vaccinando i minori, in altri Paesi, soprattutto Germania e Francia, le autorità hanno frenato l’entusiasmo in attesa di vedere come evolve un po’ la questione, invece qui si è spinto parecchio. La nostra sensazione è che si voglia vincolare la vaccinazione degli adolescenti alla riapertura delle scuole, a noi non risulta che ad oggi si stiano facendo interventi di ridefinizioni delle classi, di mobilità scolastica, siamo a luglio e non ci pare che ci sia un Piano Puglia per la riapertura delle scuole, ma che si sia un po’ affidati al Dio vaccino. Quello che noi assolutamente non vogliamo è che si vincoli la frequenza scolastica dei minori alla vaccinazione, perché questo, a nostro parere sarebbe anticostituzionale».

Le perplessità

Ci sono delle perplessità legate agli effetti a lungo termine del vaccino. «Vaccinare la popolazione adulta ha un beneficio immediato, perché soprattutto le fasce anziane sono state maggiormente colpite - sottolinea Marinuzzi -, mentre nel caso dei bambini e dei ragazzi in Italia sono 24 gli under 20 deceduti, in molti casi erano minori con patologie pregresse. Pertanto, pensare di vaccinare i minori a fronte di rischi di contrarre il Covid in maniera severa non sappiamo gli effetti a lungo termine su strutture che sono ancora in crescita, i preadolescenti sono ancora dei ragazzi in crescita, quindi questa comunicazione che spinge molto alla vaccinazione lascia dei dubbi. Poi, tra l’altro, si parla di varianti e di successivi richiami, quindi è chiaro che siamo in una situazione di evoluzione, ecco perché da parte nostra siamo per una posizione di mediazione che lasci ogni famiglia liberai anche di consultare il proprio pediatra».

Il Coordinamento condivide la cautela adottata dalla Germania, dalla Francia, dalla Spagna. «Io ho 50 anni e ho fatto il vaccino - aggiunge ancora Marinuzzi - però per me decidere sulle mie figlie non è facile, anche rispetto alla vita futura, pensiamo se tra 10 o 20 anni venisse fuori che c’è un calo della fertilità o un’altra cosa non me lo perdonerei. Diverso sarebbe se la malattia cominciasse a colpire in modo grave allora si valuterebbero rischi e benefici. Però, ripeto, non si può pensare di vincolare la frequenza scolastica alla vaccinazione, va programmato un rientro che tenga conto di sistemi preventivi, test rapidi, toss e una serie di cose promesse e non ancora fatte, compresi i trasporti. Del resto se per andare a un matrimonio basta il tampone perché per andare a scuola bisogna vaccinarsi?».

C’è anche un’altra questione da tener presente. Ammesso che ci sia un’adesione massiccia degli adolescenti, la campagna vaccinale in programma dal 23 agosto sembra a molti un po’ tardiva rispetto al ritorno in classe in presenza, se come hanno sottolineato Emiliano e Lopalco l’obiettivo è proprio quello di un rientro senza più Dad. «Effettivamente il 23 è un po’ tardi - conferma Clara Bianco, presidente dell’Associazione dei presidi della provincia di Brindisi -. Non so perché sia stata scelta questa data, sembrerebbe una data dopo le vacanze. Rispetto, invece, alle perplessità dei genitori, quelle ci sono anche quando bisogna fare le vaccinazioni obbligatorie. Penso che il buon senso e quello che sentiamo dalla scienza medica dovrebbe indurci a essere favorevoli, anche in considerazione dei nuovi focolai della variante Delta». Anche per il presidente di Anp Puglia, Roberto Romito, «il 23 agosto è un po’ tardi. Abbiamo insistito con la Regione perché posponesse la data di inizio lezioni ma non c’è stato niente da fare. Come dirigenti scolastici proveremo a caldeggiare la proposta di far fare i vaccini ai ragazzi, così almeno si potrà tornare alla scuola pre-Covid».

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