Sanità, il confronto tra spese e risultati: Puglia rimandata

Sanità, il confronto tra spese e risultati: Puglia rimandata
di Giuseppe ANDRIANI
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Martedì 3 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:52

In sanità l’equazione spesa-risultati non corrisponde a verità assoluta. Per la prevenzione, ad esempio, la Puglia spende 140 euro pro-capite, la quinta cifra più alta d’Italia, ma è sedicesima nella valutazione dei Lea, i livelli essenziali dell’assistenza. Il quadro, che merita inevitabilmente una riflessione, arriva dall’indagine dettagliata (quasi 500 pagine) della sezione Autonomie della Corte dei Conti, che ha incrociato i bilanci regionali e i Lea (relatori Stefani Fusaro e Paolo Peluffo, lo studio è stato riportato da Il Sole 24 Ore). 

Lo studio

Lo studio mette a confronto le voci di spesa per la sanità delle Regioni con i risultati che - seguendo i Lea - sono stati raggiunti nel 2021. Sono prevalentemente tre le voci prese in considerazione per tracciare un bilancio: l’area prevenzione, la sanità territoriale (l’assistenza distrettuale, che va dai medici di base alle cure domiciliari), l’area ospedaliera. Quanto spende la Regione Puglia? Per la prevenzione 140 euro per abitante (di più solo Valle D’Aosta, Molise, Emilia Romagna e Lombardia), a fronte di un risultato di 67 su 100 nei Lea. E cioè una valutazione tutto sommato positiva (60 su 100 è già un voto sufficiente), ma più bassa rispetto a quella di tante regioni che spendono decisamente meno. La Provincia Autonoma di Trento, ad esempio, a fronte di 92 euro pro-capite raggiunge un 98/100 nei Lea. E cioè: a Trento, rispetto che a Bari, si spende meno e arriva anche il miglior risultato d’Italia. 
Discorso simile anche nell’ambito della sanità territoriale, dove la Puglia spende 1.218 euro per abitante (12esimo posto), ed è appena sufficiente (61/100 nei Lea, 17esimo posto). Ancora qui un esempio: Lombardia e Veneto, seguendo il denaro pro-capite investito, spendono meno ma hanno dei risultati ben migliori, essendo entrambe nelle prime quattro posizioni a livello nazionale. 
Da apprezzare, invece, la voce della spesa per l’area ospedaliera: al netto della Calabria, la cui cifra non è disponibile, solo la Sicilia investe una cifre inferiore a quella della Puglia, che comunque si difende con un 79/100 di prestazioni Lea. A voler dimostrare, ancora una volta, che non è solo questione di quanto denaro viene sborsato, ma di come viene gestito. Il Lea migliore della Puglia è quello legato agli ospedali, laddove spende meno, se paragonato alle altri voci di spesa. 
In sostanza il lungo e dettagliato rapporto mette in evidenza luci e ombre della sanità pugliese. E da Torino, dal Festival delle Regioni, Michele Emiliano lancia l’allarme sui conti della sanità pubblica: «Se non c’è un aumento del fondo sanitario nazionale nella prossima legge di bilancio di almeno 4 miliardi la sanità italiana è tecnicamente in default anche per le regioni più ricche e importanti. Non ne parliamo per le regioni meno ricche». «Il che significa che non potremo fare assunzioni - aggiunge il governatore della Regione Puglia -, non potremo abbattere le liste d’attesa e nel caso della Puglia dobbiamo inaugurare due nuovi ospedali per più di 1.200 posti e abbiamo bisogno che il fondo sanitario nazionale regga questo miglioramento della rete sanitaria». Il presidente della giunta regionale, ieri, ha incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con cui il discorso è finito anche sul tema dell’autonomia differenziata. Ma resta centrale il nodo sanità, soprattutto per le Regioni del Mezzogiorno. 
E il consigliere ed ex assessore Pierluigi Lopalco avverte: «Condivido la necessità di contenere la spesa di farmaci e dispositivi medici. Al contempo, però, ritengo che su una questione così delicata l’approccio non possa e non debba limitarsi al solo aspetto ragionieristico». 
E da Azione arriva la nota polemica: «Abbiamo una proposta di legge per contribuire a risparmiare quanto abbiamo sprecato in tre anni per la spesa inappropriata di protesi, ossia quasi 500milioni, e Palese ci ha intrattenuto per mezz’ora su tutto lo scibile per ottenere un rinvio e non prendere posizione», scrive il gruppo guidato da Fabiano Amati.

Intanto restano i numeri della spesa e il raffronto con i risultati. Non è una bocciatura, ma neppure una promozione a pieni voti.

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