Bonus Cultura, dopo le inchieste delle Procure penali di mezza Italia, anche in Puglia si allunga la lente su “18 App”, la misura che permette ogni anno ai diciottenni di spendere 500 euro nell’acquisto di prodotti culturali, oltre che di biglietti per teatri, cinema e spettacoli dal vivo e che il Governo di Giorgia Meloni, a partire da quest'anno, ha modificato prevedendo che le risorse siano assegnate in base al reddito e al merito scolastico, dunque non a tutti indistintamente com'è stato sino a oggi. Il provvedimento, inserito nella Legge di Bilancio approvata lo scorso dicembre, stanzia 190 milioni di euro di finanziamenti e prevede, inoltre, che vengano rafforzati i meccanismi anti-frode giacché - secondo quanto riferito dal presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, proprio in sede d'esame del Bilancio dello Stato - fino a oggi si stima siano stati “distratti” dallo scopo squisitamente culturale cui erano destinati circa 9 milioni di euro.
L'inchiesta pugliese
Su questo indaga la Procura della Corte dei Conti della Puglia, contestando un presunto danno erariale da un milione e 57mila euro per «indebito rimborso da parte del competente Ministero», di somme che, secondo le indagini, sarebbero state utilizzate per tutto, ma non per la cultura. Qualche esempio? Con i fondi di “18 App” sarebbero stati acquistati «beni solo fittiziamente riconducibili alla categoria “libri” ed in realtà afferenti ad altre tipologie di beni quali computer portatili, telefoni cellulari, giochi elettronici, macchine fotografiche ed elettrodomestici da cucina».
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