Corte dei Conti, ok alla parificazione del rendiconto regionale: «Ci sono criticità, specie in sanità»

Corte dei Conti, ok alla parificazione del rendiconto regionale: «Ci sono criticità, specie in sanità»
Corte dei Conti, ok alla parificazione del rendiconto regionale: «Ci sono criticità, specie in sanità»
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 13:26

La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti della Puglia ha emesso la pronuncia di parificazione del Rendiconto generale della Regione Puglia per l'esercizio finanziario 2022.

La pronuncia

Nelle sue conclusioni sottolinea il procuratore regionale della Corte dei Conti della Puglia, Cosmo Sciancalepore, ha evidenziato che il «bilancio regionale presenta alcune significative criticità, comunque sanabili, specie per il comparto sanitario e i Consorzi di Bonifica. Permane qualche incertezza su alcuni dati forniti in sede istruttoria. Allo stesso tempo, alla luce delle varie considerazioni espresse finora, l'azione dell'Amministrazione regionale, nonostante le residue conseguenze dell'emergenza pandemica e l'aumento dei costi, ha condotto alla realizzazione di vari risultati positivi».

«Come già avvenuto negli anni scorsi, la Sezione regionale di controllo per la Puglia ha rilevato nei rendiconti dei Gruppi consiliari regionali talune irregolarità, con conseguente obbligo ex lege di restituzione delle somme in favore del Consiglio regionale. L'attività di controllo svolta ha determinato l'accertamento di irregolarità già rilevate in passato. Si precisa che le irregolarità nei rendiconti dei gruppi consiliari e la mancata restituzione al Consiglio regionale di quanto dovuto possono determinare responsabilità amministrativa a carico dei Consiglieri regionali interessati». Lo sottolinea il procuratore regionale della Corte dei Conti della Puglia, Cosmo Sciancalepore, nella sua requisitoria per il giudizio di parificazione sul rendiconto generale della Regione Puglia per l'esercizio finanziario 2022.

Il passaggio sulle liste d'attesa

«Con riferimento al recupero delle liste di attesa corrispondenti a prestazioni ambulatoriali, screening e ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell'emergenza epidemiologica, in linea con la legislazione straordinaria emanata per fronteggiare adeguatamente la situazione emergenziale, la Regione Puglia ha raggiunto complessivamente positivi risultati realizzando gli obiettivi previsti. I risultati indicati sono stati però conseguiti solo grazie alla attività di strutture private accreditate che si è aggiunta a quella, insufficiente, svolta dalle strutture pubbliche». Lo sottolinea il procuratore regionale della Corte dei Conti della Puglia, Cosmo Sciancalepore, nella sua requisitoria per il giudizio di parificazione sul rendiconto generale della Regione Puglia per l'esercizio finanziario 2022. «Le risorse messe a disposizione delle strutture private accreditate (euro 32.898.723,90) - è scritto - risultano pari all'intero stanziamento ministeriale di pertinenza della Regione Puglia per la riduzione delle liste di attesa (sia per prestazioni di ricovero che per prestazioni di specialistica ambulatoriale)». Con riferimento invece «alle risorse provenienti dall'UE (euro 100.427.199,91), sempre in relazione all'emergenza Covid-19, nulla risulta invece riscosso. La Regione ha dichiarato che le somme indicate sono state oggetto della certificazione richiesta e che la mancata riscossione deriva solo da un ritardo burocratico.

La Regione, per quanto di sua competenza, dovrà pertanto agire con il massimo impegno per riscuotere in tempi brevi le ingenti risorse indicate».

Le perplessità sulla Fiera

«Si rilevano anche varie locazioni passive, tra le quali spiccano quelle relative alla locazione di immobili (padiglioni) di proprietà dell'Ente Autonomo Fiera del Levante. Si tratta di locazioni, di importo molto elevato, oggetto di più contratti di durata pluriennale, per le quali sarebbe attualmente in essere una compensazione al fine di tenere conto dei lavori, realizzati dalla stessa Regione, riguardanti i medesimi immobili. La questione desta molte perplessità nonostante le articolate motivazioni addotte dall'Ente. La stessa Regione ha annunciato un riesame della questione». Lo evidenzia il procuratore regionale della Corte dei Conti della Puglia, Cosmo Sciancalepore, nella sua requisitoria per il giudizio di parificazione sul rendiconto generale della Regione Puglia per l'esercizio finanziario 2022. «Agli atti - scrive - non risultano adeguatamente definite le modalità di quantificazione del canone di locazione a carico della Regione. Si evidenzia, inoltre, che, a parte il canone di locazione, la Regione ha pagato negli ultimi anni, per lavori sui suddetti immobili euro 8.843.921,10 e si è impegnata a pagare ulteriori euro 2.065.614,14 (residui passivi) per un importo complessivo di euro 10.909.535,24. Si rammenta che, in termini generali, la decisione di ricorrere a locazioni passive deve essere sempre adeguatamente motivata. Fermo restando che l'uso degli immobili deve sempre rientrare nelle finalità istituzionali dell'Ente e deve consentire l'effettiva realizzazione di un interesse pubblico, occorre evidenziare che il ricorso alla locazione passiva può avvenire dopo una adeguata ricognizione del proprio patrimonio e l'accertamento della assenza di immobili di proprietà idonei».

Il focus sugli incarichi legali

«L'importo complessivo dei debiti fuori bilancio riconosciuti nel corso dell'esercizio 2022 con legge regionale (euro 3.921.370,57) solo apparentemente è largamente inferiore a quello registrato lo scorso anno (euro 18.808.387,18). Quest'ultimo dato comprende, infatti, i circa 12 milioni di euro per gli incarichi legali prima menzionati che non risultavano correttamente riconosciuti e per la maggioranza dei quali (per un importo di circa 10 milioni di euro) la procedura di riconoscimento non risultava esaurita al termine dell'esercizio 2022. La Regione ha dichiarato che la mancata definizione della questione (mediante riconoscimento o non riconoscimento) deriva fondamentalmente dal notevole numero di pratiche da esaminare e dalla loro obsolescenza. Permane, comunque, una ingente passività potenziale (circa 10 milioni di euro) che può generare ulteriore passività per il ritardo accumulato (es. per interessi, spese legali, ecc.). Trattandosi di incarichi e contenziosi vetusti, in sede di liquidazione e pagamento, grande attenzione dovrà essere riservata dalla Regione alla verifica della prescrizione». 

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