Ricci, pesca vietata da domani in Puglia per tre anni

Sarà in vigore da domani la legge sul fermo

Ricci, pesca vietata da domani in Puglia: «Tolleranza zero per chi trasgredisce»
Ricci, pesca vietata da domani in Puglia: ​«Tolleranza zero per chi trasgredisce»
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Giovedì 4 Maggio 2023, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 13:06

Dopo l'annuncio, il provvedimento diventa realtà. Sarà in vigore da domani la legge sul fermo pesca dei ricci di mare per tre anni in Puglia. Attenzione, però: questo non significa che non si potranno continuare a mangiare i ricci o le linguine ai ricci al ristorante: il divieto vale solo per la pesca in Puglia,. mentre possono essere comprati e venduti i ricci comprati altrove, come in Grecia o in Spagna.

Il provvedimento, approvato il 28 marzo scorso e pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia il 20 aprile, ha efficacia di legge a partire da domani, appunto, 5 maggio. «Si chiude così il cerchio di un iter complesso, partito dalla mia proposta di legge condivisa con pescatori, ricercatori e ambientalisti, ben accolta da tutti coloro che amano il mare e la natura, e sottoscritta dal presidente Emiliano e da 49 consiglieri regionali - commenta il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani -Vietato pescare i ricci nei nostri mari, dunque, per consentire il ripopolamento dei fondali a rischio desertificazione a causa del prelievo massiccio degli ultimi anni».

La ratio della legge

Non basta il periodo di fermo biologico nei mesi di maggio e giugno, serve uno stop di tre anni per lasciare ai ricci tempo e modo per riprodursi.

Da alimento per pochi, il riccio di mare è diventato una moda gastronomica sempre più diffusa, alimentando un mercato ormai fuori controllo. «Per un solo piatto di spaghetti con ricci di mare ne servono almeno 25 esemplari, e non è stata più rispettata neppure la taglia minima consentita per il prelievo: sette centimetri di diametro - prosegue Pagliaro - Già due anni fa è stato pubblicato uno studio scientifico dell’Istituto di Ricerca Oceanografica di Israele, da cui è emerso che, se cinquant’anni fa si potevano contare fino a dieci esemplari per metro quadrato nelle secche marine, oggi se ne trovano pochissimi, a volte zero».

La legge non vieta comunque di commercializzare ricci di provenienza extra regionale, che già oggi vengono serviti nei nostri ristoranti (arrivano soprattutto da Spagna, Grecia, Portogallo, Croazia, Albania e la polpa perfino dal Cile). Ricci che potranno continuare ad essere consumati, purché sia chiara e certificata la loro origine d’importazione. A vigilare sarà la Guardia costiera, che assicura massimo impegno sul fronte di controlli e sanzioni.

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