Variante Sud a Bari, binari tra alberi e reperti archeologici. Ambientalisti pronti a dare battaglia

Variante Sud a Bari, binari tra alberi e reperti archeologici. Ambientalisti pronti a dare battaglia
di Beppe STALLONE
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Martedì 12 Luglio 2022, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:51

Variante Sud, binari tra alberi e reperti archeologici. Ambientalisti pronti a dare battaglia. Una questione di primaria importanza in quello che è ormai un conclamato braccio di ferro fra residenti, associazioni ambientaliste da un lato e Rfi, Regione Puglia e Governo dall'altro è quella della valenza ecologica, archeologica, storica di Lama San Giorgio, perché è da qui che dovrebbe passare il nodo ferroviario Bari centrale Torre a Mare.  Per Lama San Giorgio non si tratta di un solo antico corso d'acqua ma di complessive 3 lame (letti di antichi corsi d' acqua, fiumi o torrenti), infatti a nord-ovest dell'asta principale della lama c'è un affluente lama Giannavella e a nord-est c'è lama Vrazzullo, altro affluente. Già in uno studio archeologico risalente a una ricognizione del 2009 si evidenziava l'esistenza di aree della Lama San Giorgio ad «alto rischio archeologico per la presenza di frammenti fittili di epoca pre-protostorica e romana, altri di epoca romana, di materiale sporadico di epoca romana, medievale e rinascimentale».

La relazione

Questa relazione venne allegata al progetto preliminare, approvato il 15 febbraio 2013 dal Cipe, che accolse le prescrizioni del ministero della Cultura che imponeva a Italferr di prevedere fra l'altro adeguate somme «per la realizzazione di eventuali scavi archeologici che si rendessero necessari nel caso in cui fossero rivenuti siti o contesti di interesse archeologico allo stato attuale non conosciuti» e imponeva l'assistenza archeologica per qualsiasi opera di scavo «potendo compromettere la stratigrafia archeologica esistente».

Queste prescrizioni del Mibac sono confermate nella delibera del Cipe del 28 gennaio 2015, quella con cui si approva il progetto definitivo. Gli scavi stratigrafici per la verifica della consistenza delle emergenze archeologiche vengono compiuti fra dicembre 2013 e gennaio 2014 per conto di Italferr. I sondaggi realizzati «non hanno messo in luce evidenze archeologiche» ma si ribadisce che, per eventuali ritrovamenti archeologici in corso d'opera interferenti con le opere progettuali, si possa prevedere che nel quadro economico del progetto vengano accantonate adeguate somme per realizzare eventuali scavi. Negli anni seguenti un gruppo di associazioni vuole andare a fondo e si compiono ulteriori sopralluoghi che portano alla scoperta di numerosi reperti, di buche circolari scavate nella roccia, di muretti a secco, di torre e pagliari, tutto documentato e fotografato. Le associazioni chiedono l'intervento della Soprintendenza, approfondimenti conoscitivi con rilievi, catalogazione, saggi mirati e l'ampliamento del cantiere alla zona Giannavella e Vrazzullo. A settembre e ottobre del 2021 vengono compiuti sopralluoghi congiunti alla presenza di Regione Puglia, Soprintendenza, Rfi, Italferr e dell'appaltatore. Le associazioni ne hanno chiesto un altro per il 13 settembre prossimo.


Intanto il 25 marzo 2020 Rfi affida progettazione esecutiva e esecuzione dei lavori per la linea ferroviaria Bari centrale Torre a Mare alla ditta D'Agostino Angelo Antonio Costruzioni Generali. A giugno del 2021 i legali dei proprietari di immobili e terreni segnalano la compromissione dello stato e del valore identitario dei luoghi, sia per i carotaggi avvenuti sul costone sinistro del letto idraulico, sia a seguito del passaggio di ruspe per la realizzazione della recinzione del cantiere sul costone destro con danneggiamento di muretti a secco e vegetazione arbustiva della macchia. Inoltre segnalavano la presenza di alberi monumentali tutelati a «concreto e imminente rischio di abbattimento».
Tutt'altra la versione dell'appaltatore. I luoghi non sarebbero stati affatto compromessi per i carotaggi, non sarebbero state realizzate piste di cantiere ma strade già esistenti, tutte le operazioni di posa sarebbero state effettuate a mano, nessun muretto a secco demolito. Quanto agli alberi l'appaltatore ha chiesto di ricollocare i 4 ulivi e i 2 carrubi monumentali, mentre per 4.155 ulivi e 473 alberi di varia natura ne ha proposto l'abbattimento. Il Dipartimento agricoltura della Regione Puglia ha in pratica invitato a cercare aree vicine per consentire il reimpianto degli ulivi e Rfi ha emesso avvisi per manifestazioni di interesse ad accogliere le piante non monumentali. Al momento non c'è stata alcuna attività di spostamento o abbattimento o espianto di alberi monumentali e non. L'8 giugno scorso c'è stato un ulteriore sopralluogo dell'appaltatore e, come da verbale, non risulta nessuna attività propedeutica ai lavori. Le uniche attività sarebbero quelle dei carotaggi, perimetrazioni con recinzioni e approfondimento archeologico.

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