Stop alla pesca dei ricci, 35 famiglie di pescatori senza ristori. Minerva: «Non staremo a guardare»

Stop alla pesca dei ricci, 35 famiglie di pescatori senza ristori. Minerva: «Non staremo a guardare»
di Antonella MARGARITO
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Sabato 1 Aprile 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:07

«Mortificati loro? Lo siamo certamente di più noi». A parlare è Eddy Cannoletta, 48 anni, leccese, subacqueo, pescatore professionista di ricci. Lui come tutta la categoria si dice “sorpreso”, ma solo per usare un eufemismo, di una decisione, quella della Regione Puglia di sospendere per tre anni la pesca dei ricci, che entra nella loro vita a gamba tesa. Loro infatti con tutti i sacrifici del caso hanno preso un’autorizzazione che riguarda la pesca professionale dei ricci, che non permette di poter fare un altro lavoro, pena la decadenza della stessa. E poi la barca, la partita iva tutte cose che costano anche stando fermi. Cannoletta si riferisce in particolare a quel passaggio in cui i legislatori si dicono mortificati per non aver potuto prevedere dei ristori, come invece succede in altre regioni, Sardegna in primis. Sono 35 in provincia di Lecce i sub autorizzati a tale pesca, 35 famiglie che da domani non sapranno cosa mettere in tavola e come portare avanti i propri figli.

Il sindaco Minerva: «Ci muoveremo per tutelare i pescatori»

E proprio su questo interviene il sindaco di Gallipoli e presidente della Provincia Stefano Minerva. «Da primo cittadino di Gallipoli - dice - città che fonda la propria economia anche sulla pesca, non posso stare fermo a guardare.

Premetto che sono fortemente convinto che la salvaguardia dell’ambiente e la tutela di questa risorsa sia fondamentale e questo rappresenta un punto fermo. Tuttavia, ritengo che non sia possibile dare il via a questa legge regionale se, di contro, non siano previsti ristori per le licenze dei pescatori che svolgono nello specifico questa attività. Occorre pensare e tutelare allo stesso modo i lavoratori, i pescatori, le famiglie che vivono grazie a quest’attività. Mi auguro che il mio sia uno sprono a fare di più, a fare di meglio. Per quel che mi riguarda metterò in campo tutte le azioni possibili per tutelare la categoria, nel rispetto totale dell’ambiente».A lui fa eco il consigliere e presidente della commissione pesca, Davide Boellis: «Chi vive in una città come Gallipoli - aggiunge- sa che la pesca è sacrosanta e credo che siamo tutti d’accordo nel dire che la salvaguardia delle risorse lo sia altrettanto. Quello che vogliamo sottolineare è la mancata tutela dei lavoratori del settore che hanno il diritto di essere tutelati».

Lunedì l'incontro dei pescatori con il patronato

Proprio per questo i 35 sub si incontreranno lunedì presso un patronato leccese per prendere delle decisioni in merito. «Avrebbero potuto gestire i fermi in modo diverso - continua Cannoletta - per esempio per sei mesi invece di due, ma prevedendo sempre dei ristori. E’ vero che i ricci sono a rischio di estinzione ma per 40 anni si sono girati di spalle, non hanno voluto vedere il problema e ora prendono una decisione così drastica? E noi? Che facciamo?». «Una decisione drastica ma che andrebbe pure bene ma se avessero previsto le sovvenzioni - sottolinea Cosimo Carroccia sub che da 35 anni pesca ricci a Gallipoli -. il problema riguarda i pescatori di ultima generazione, giovani che a differenza di noi professionisti anziani, non sanno distinguere il riccio maturo “vecchio” per così dire, dal novellame di cui è stata fatta razzìa. E i risultati si vedono». 
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