Deposito di gnl Edison, per il Censis opera strategica che porterà posti di lavoro ma gli ambientalisti annunciano: «Battaglia anche in tribunale»

Massimiliano Valerii e Gabriele Menotti Lippolis alla presentazione dello studio del Censis sul deposito Edison
Massimiliano Valerii e Gabriele Menotti Lippolis alla presentazione dello studio del Censis sul deposito Edison
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Venerdì 13 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:29

Sono numeri ancora più elevati, rispetto a quelli trapelati nelle scorse ore, quelli che secondo lo studio del Censis descrivono gli impatti socio economici del deposito costiero di gnl che Edison intende realizzare nel porto di Brindisi, sulla banchina di Costa Morena Est.

I numeri del deposito Edison

Il documento, commissionato da Confindustria Brindisi, è stato presentato ieri, alla presenza del direttore generale dell’istituto di ricerca Massimiliano Valerii e del presidente degli industriali brindisini Gabriele Menotti Lippolis in mattinata, in anteprima, ai consiglieri comunali e nel pomeriggio, presso la sala conferenza del Salone nautico di Puglia, a tutta la città. Numeri più elevati perché, sostanzialmente, più elevato sarà l’investimento da parte di Edison. Inizialmente, infatti, si parlava di 100 milioni di euro, 37 dei quali destinati alle imprese del territorio. Oggi, invece, l’investimento previsto è di 150 milioni di euro, con 55,4 milioni focalizzati direttamente sull’economia provinciale. Questo, a cascata, fa aumentare il resto degli impatti economici, almeno sul fronte della fase di cantiere, perché per quanto riguarda la fase a regime i numeri restano gli stessi di quando l’investimento previsto ammontava a 100 milioni. Si passa così dai 384 milioni di euro previsti inizialmente ai 441 milioni attuali.

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Gli effetti sull'occupazione

Per quanto riguarda la fase di cantiere, la cui durata stimata è di circa 30 mesi, si stimava un valore della produzione diretta ed indiretta a livello locale (nel periodo 2026-2035) pari a 113 milioni di euro, salita con il nuovo investimento fino a 170 milioni di euro, con un moltiplicatore di 3,1 ed un valore aggiunto complessivo pari a 75 milioni di euro. “Ulteriore beneficio individuabile per questa fase - si legge poi nello studio - è relativo all’occupazione, poiché si possono stimare un totale di 1.140 unità di lavoro (posizioni lavorative equivalenti a tempo pieno)”. Si stima, in particolare, una media annua di circa 120 persone (fino ad un picco di 200 persone) impiegate nel cantiere. Numeri più elevati rispetto alle 760 unità di lavoro stimate in un primo tempo. Per quanto riguarda la fase a regime, il valore della produzione diretta ed indiretta a livello locale, sempre nello stesso orizzonte decennale, è sempre di 271 milioni di euro, con una occupazione aggiuntiva stimata in 31 unità occupate a tempo pieno per la gestione diretta dell’impianto, “a cui si aggiungerà personale indiretto impegnato in altre attività afferenti all’esercizio del deposito e l’occupazione addizionale dell’indotto generata, ad esempio, nei settori portuali e del trasporto di veicoli pesanti, in particolare per quanto riguarda il trasporto pesante su strada autobotti (valore 50,8 milioni) e stazioni di servizio (valore 123,1 milioni), nonché per quanto riguarda l’attività marittima crociere (valore 78,2 milioni) e servizi portuali per navi da crociera (valore 18,9 milioni.)

Il porto e le crociere

L’investimento ha, per il Censis, un valore strategico anche perché “consentirà al porto di Brindisi di non essere escluso dalle rotte di navigazione delle navi da crociera, le cui flotte sono sempre più orientate ad adottare il gnl come combustibile”. Si stima, in particolare, che “grazie alla presenza del deposito costiero di gnl, e quindi della capacità di rifornire le navi da crociera alimentate a gnl, il numero di passeggeri aggiuntivi nel porto di Brindisi potrebbe essere pari a 79.000 unità/anno, nel 2035”. In un decennio, il “totale cumulato di crocieristi aggiuntivi” potrebbe essere, per il Censis, pari a 491mila.

Il fronte del “no”

La parte di città che dice no al deposito di gnl che Edison vuole realizzare a Costa Morena, in primis il fronte degli ambientalisti, si è di nuovo riunita ieri sera per ribadire la propria posizione e rispondere, idealmente, anche al rapporto del Censis presentato da Confindustria. Nello scenario della scalinata Virgilio, infatti, tra le 200 e le 300 persone si sono date appuntamento per un’assemblea pubblica con lo scopo di discutere dell’opera. Tra questi, Doretto Marinazzo di Legambiente, per il quale ci sono due livelli su cui far valere la propria visione. «Uno – ha detto – è quello politico. A cominciare dal consiglio comunale bisogna prendere una posizione netta e non demandando ad altri, come è stato fatto dicendo che il Comune non aveva alcuna possibilità di intervento. Ed il Comune non solo ha una possibilità di intervento, deve esercitarla opponendosi a questo impianto chiedendo la revoca delle autorizzazioni». Quindi, «c’è il livello sociale, culturale, associativo: noi continueremo ad alimentarlo, su tutte le sedi, compresa quella giudiziaria». Sotto questo aspetto, il rappresentante dell’associazione ambientalista spiega che «stiamo esaminando la regolarità delle procedure del Nof, i riflessi che ci possono essere in caso di pareri positivi anche legati al danno erariale che si creerebbe, si pensi soltanto all’alternativa dello scalo intermodale per il quale sono stati spesi milioni di euro e non sarebbe possibile portarlo avanti creando il deposito costiero».

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