Edison, per l'assessore progetto insostenibile. In giunta una voce fuori dal coro

Un rendering del progetto di Edison per il deposito costiero di gnl
Un rendering del progetto di Edison per il deposito costiero di gnl
di Francesco TRINCHERA
4 Minuti di Lettura
Domenica 8 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 14:37

Un discorso che è una sorta di “indirizzo” per un nuovo sviluppo di Brindisi ma che contiene una coda che è anche una forte presa di posizione su uno degli argomenti più dibattuti e divisivi delle ultime settimane.

La presa di posizione

Nel corso del convegno “Una candidatura italiana per l’Unesco – via Appia Regina Viarum” di venerdì scorso, infatti, era prevista anche una relazione sul progetto del parco storico, ambientale e paesaggistico al Cillarese, che vuole essere anche quello terminale per la via Appia. Occasione nella quale l’assessore all’Ambiente Tonino Bruno ha parlato delle ragioni alla base del progetto, che vuole mettere insieme il patrimonio storico, l’enogastronomia ed il paesaggio. Aspetti che, messi insieme all’interno del territorio, cercherebbero di «recuperare – ha detto nelle conclusioni - storia, identità e soprattutto sostenibilità: non quella dei depositi costieri, delle imprese che vengono, inquinano e poi decidono di andare via mettendo in cassa integrazione tutti».

Non solo Edison ma anche Basell

Il riferimento, quindi, va ad alcune delle strutture industriali al centro del dibattito cittadino, alcune in fase di progettazione (il deposito gnl di Edison) ed altre in una fase vertenziale molto delicata come lo stabilimento di Llyondell Basell, per il quale l’azienda ha annunciato la volontà di chiudere uno dei due impianti (il “P9T”). 
Un modello di sviluppo che, secondo Bruno, «deve finire anche se il problema è che per farlo finire si deve dare un orientamento strategico e sono trent’anni che un orientamento strategico, tranne che per l’esperienza Mennitti, non è stato fatto. Per cui siamo oggetto di scorribande in cui uno viene e progetta e dice che quello è il futuro di Brindisi». Il componente della giunta guidata da Giuseppe Marchionna rifiuta questo tipo di futuro: «Lo sviluppo di Brindisi - ha concluso – deve partire dalla cultura e da quello che, grazie al Ministero, abbiamo già messo in piedi». L’intervento di Bruno ha ripercorso soprattutto la storia di Brindisi e la sua vocazione mediterranea, partendo dalle “radici” per poi arrivare ad uno scenario come quello attuale. Il progetto per il parco terminale, in particolare, vorrebbe provare a “patrimonializzare” alcuni degli aspetti caratteristici della città, inserendosi nel contesto della candidatura della via Appia come patrimonio mondiale dell’Unesco.

Ma il discorso, come detto, è andato a toccare temi molto sensibili anche in seno alla maggioranza e su cui il dibattito politico è molto acceso.

Una voce fuori dal coro

Sul deposito di gas naturale liquefatto di Edison le linee programmatiche dell’attuale maggioranza erano di sostanziale apertura verso l’impianto anche se dopo la recente polemica per la torcia di sicurezza il sindaco, Giuseppe Marchionna, ha fatto sapere di voler proseguire secondo quella che è la procedura concordata in conferenza di capigruppo, con la quale si prevede di andare avanti con l’audizione di enti ed aziende interessate, per poi far approdare la discussione in un consiglio comunale monotematico. L’assise si terrà il prossimo 27 ottobre ma nel frattempo si svolgeranno, venerdì prossimo, le audizioni, proprio nella conferenza dei capigruppo, di Rete ferroviaria italiana, Enac e consorzio Asi. Non ci sarà, invece, Enel Logistics.
A fare da contraltare sono invece le associazioni ambientaliste, alcuni sindacati e praticamente tutta l’opposizione in consiglio (con qualche malumore anche tra i banchi della maggioranza) ha organizzato diverse manifestazioni criticando l’opera, con diverse sfumature. Giovedì, in questo senso, è prevista un’assemblea pubblica ma nella stessa data, nella cornice del Salone nautico di Puglia, ci sarà anche una conferenza in cui sarà presentato uno studio del Censis, voluto da Confindustria Brindisi, su quello che sarà l’impatto sociale, di sviluppo economico ed anche ambientale del deposito sulla città capoluogo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA