Edison difende il progetto del deposito costiero di gnl: «La torcia alta era prevista fin dall'inizio»

Il progetto con la presenza della torcia alta
Il progetto con la presenza della torcia alta
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Sabato 19 Agosto 2023, 05:00

Edison si dice disponibile ad incontrare il territorio per chiarire ogni dubbio sul suo progetto. Allo stesso tempo, tuttavia, sostiene che non solo la torcia elevata fosse già prevista e che fosse, dunque, passata inosservata a tutti, ma anche che nella seconda versione del progetto la candela sarebbe stata trasformata in una “ground flare” da 32 metri, per poi tornare alla prima versione, alta 45 metri, nella terza ed ultima versione del progetto, presentata a luglio ed ancora in attesa del nuovo Nulla osta di fattibilità.

L'apertura al dialogo di fronte ai dubbi

L’azienda, si legge in una nota ufficiale, «è disponibile ad incontrare in tutte le sedi le autorità, le istituzioni e le associazioni interessate dalla realizzazione del deposito costiero gnl di piccola scala di Brindisi, al fine di preservare un dialogo aperto e trasparente, in linea con quanto sempre avvenuto, su un’opera che ritiene rilevante per il territorio per le ricadute positive che su esso può avere e strategica per la decarbonizzazione del settore dei trasporti. Per questo, preme sottolineare che il gruppo sta eseguendo tutti i passaggi autorizzativi previsti e necessari per la costruzione e l’esercizio del deposito costiero dalla normativa vigente e la presentazione del Nulla osta di fattibilità del luglio 2023 fa parte di questo percorso».

Migliorie e non modifiche peggiorative

La configurazione di impianto presentata a luglio, sottolinea la società, «è un’ottimizzazione di quella per cui Edison ha ottenuto Autorizzazione unica in data 22 agosto 2022 e Nulla osta di fattibilità nel 2020 dal Ctr. Le ottimizzazioni in questione rappresentano il risultato delle analisi svolte per rispondere alle raccomandazioni della Regione Puglia espresse con l’atto di emanazione dell’Intesa regionale nell’ambito del procedimento di Autorizzazione unica, e non hanno in alcun modo riguardato la torcia, elemento che è rimasto identico a quello del progetto ad oggi autorizzato e che non è finora apparso come profilo di attenzione nel corso dei procedimenti autorizzativi». Un evidente messaggio a chi ha sostenuto di non sapere nulla della torcia elevata o che questa possa rappresentare una modifica peggiorativa rispetto al progetto valutato dal Comune (la prima versione, dunque prima della introduzione, e poi rimozione, della ground flare).

Progetto rivisto per volontà della Regione

«Le modifiche proposte - prosegue l’azienda - sono relative alla soluzione per l’immissione diretta del Boil-off Gas (Bog) dall’impianto alla rete nazionale». Fattispecie richiesta dalla Regione Puglia nell’ambito dell’intesa a valle dell’Autorizzazione unica ministeriale. Edison, si legge ancora nella nota, «ritiene che l’attuale proposta progettuale rappresenti la migliore sintesi tra le richieste emerse e la fattibilità tecnica dell’opera e che sia ulteriormente migliorativa sul fronte delle prestazioni ambientali rispetto alle precedenti depositate, perché prevede un efficientamento dei consumi energetici dell’impianto, riducendo il numero dei motori a combustione interna da 4 a 2, assicurando conseguentemente minori emissioni in atmosfera».

La torcia e la sua presenza nelle varie revisioni

Per quanto riguarda la torcia, la società ricorda che «si tratta di un elemento strutturale presente in ogni configurazione progettuale per un impianto di questo tipo richiesto come elemento di sicurezza dato che consente la gestione degli scarichi di Bog in condizioni di emergenza o di manutenzione straordinaria. Per tale ragione il funzionamento della torcia è occasionale e in condizioni di funzionalità standard la stessa non è operativa. Inoltre, il gas eventualmente evacuato non contiene idrocarburi pesanti responsabili della generazione di fumo. Edison, ad ogni modo, «ribadisce la sua vicinanza al territorio e il pieno rispetto e ascolto dei bisogni dello stesso. In tal senso, Edison conferma nuovamente la propria disponibilità ad incontrare le istituzioni e le autorità competenti al fine di chiarire ogni timore relativo alla sicurezza dell’impianto che appare infondato alla luce delle autorizzazioni già ottenute e degli studi progettuali eseguiti, oltre che per fornire ogni approfondimento necessario a comprendere le scelte impiantistiche, incluse le differenze tecniche e le eventuali opportunità relative alla soluzione cosiddetta “torcia a terra” (ground flare)». Proprio la ground flare, conferma l’azienda, che era stata «esaminata con il secondo Nof» e dunque inserita nella prima revisione progettuale, «si precisa avere un’altezza pari a 32 metri rispetto ai 45 metri di quella approvata nel corso del primo Nulla osta di fattibilità e coerente con l’autorizzazione ministeriale ad oggi ottenuta».

Il progetto sottoposto al Comune, ribadisce dunque Edison, prevedeva la torcia elevata.

Lo studio sull'impatto economico

L’azienda, in conclusione, «conferma il proprio impegno a garantire un confronto aperto, chiaro e trasparente nel comune interesse a realizzare un’opera strategica per il Paese e per la Puglia, e informa che nel prossimo mese di settembre saranno resi pubblici i risultati dello studio di valutazione di impatto economico e sociale dell’investimento, elaborato dal Censis e promosso da Confindustria Brindisi, che contribuiranno a fare luce sugli evidenti benefici derivanti dalla realizzazione ed esercizio dell’infrastruttura».

La richiesta del Pd: concessione da sospendere

Ora che è esploso il “caso” della torcia alta collegata al deposito costiero di gnl che Edison intende realizzare a Costa Morena Est, la politica chiede al ministero dell’Ambiente ed all’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale di ritirare, rispettivamente, Autorizzazione unica al progetto e concessione demaniale delle aree sulle quali l’impianto sorgerà. La vicenda relativa al deposito costiero, con particolare riferimento alle «modifiche progettuali sopravvenute nel corso dell’iter autorizzativo», per il Partito democratico «merita immediata chiarezza. Non si può trascurare però che la circostanza della modifica di progetto che per molti risulta, giustamente, sostanziale potrebbe invece non rappresentare un vincolo per l’azienda e per le conseguenti autorizzazioni in ragioni di procedure e norme che, per esempio, vedono il progetto esente dalla Valutazione di impatto ambientale. Si corre seriamente il rischio, perciò, che le richieste unanimi di approfondimento e di qualunque revisione progettuale, possano risultare inutili. Infatti alla luce di quanto premesso, si rischia che le richieste rimangano inascoltate e che la città, ancora una volta, subisca scelte per interessi non territoriali». A questo punto, sostengono i democratici, «sarebbe opportuno che il rappresentante del Comune di Brindisi in seno al comitato di gestione portuale, con il mandato del sindaco Marchionna, e il presidente dell’Autorità di sistema portuale, sospendano in autotutela la concessione accordata ad Edison nelle more dell’approfondimento e delle verifiche di compatibilità del progetto sullo sporgente di Costa Morena, localizzazione su cui abbiamo nutrito sempre forti perplessità».

La risposta del presidente Patroni Griffi

Richiesta di sospensione rispetto alla quale il presidente dell’Authority Patroni Griffi chiarisce che «la concessione demaniale è già sospesa di diritto. Non c’è bisogno di alcun atto formale di sospensione. Sino a quando non ci sarà il Nulla osta di fattibilità, infatti, la concessione non sarà operativa». Questo perché l’azienda non potrà realizzare nulla senza il nuovo Nof, il terzo richiesto a fronte di altrettante versioni del progetto. E anche dopo il Nof, Edison dovrà attendere l’autorizzazione paesaggistica che il Comune dovrà rilasciare rispetto alla presenza del cantiere a Costa Morena.

Stop alle autorizzazioni ministeriali e regionali

Ma c’è chi chiede anche la revisione dell’Autorizzazione unica rilasciata con decreto interministeriale e, più in generale, l’azzeramento di tutto l’iter autorizzativo. «È evidente - sostiene il consigliere comunale di opposizione ed ex candidato sindaco Pasquale Luperti - che il tentativo di “chiudere la questione” con un semplice incontro chiarificatore tra azienda e sindaco non può e non deve bastare. Edison ha provato ad aggirare l’ostacolo della volontà dei cittadini di Brindisi presentando un progetto diverso e più impattante rispetto a quello iniziale. Adesso è inevitabile che l’iter autorizzativo debba ripartire da zero ed il consiglio comunale debba esprimere il proprio parere dopo una fase di confronto con tutta la città. E se non ci saranno le condizioni si pronunci un “no” agli abusi e non certo allo sviluppo pulito e compatibile del territorio. Brindisi colga questa occasione, insomma, determinata da un tentato scippo delle sue prerogative, per ritrovare orgoglio e capacità decisionale. Senza atteggiamenti equivoci e buoni per tutte le stagioni».

La lettura della posizione di Edison

L’ex sindaco Riccardo Rossi, che con la sua amministrazione aveva avversato l’impianto, non riuscendo tuttavia ad avere i numeri in consiglio comunale per il via libera al parere negativo, inviato al ministero solo con il “sì” della giunta, dopo i chiarimenti di Edison ribadisce quanto sostenuto nei giorni scorsi: «Nella sua nota odierna - sottolinea - Edison conferma che la torcia, alta (45 metri) o ground (32 metri) è sempre stata presente. E non poteva che essere così. Perché un impianto che tratta idrocarburi come il metano deve avere un elemento di combustione degli stessi nelle fasi di blocco o manutenzione, essendo vietata dalle norme l’immissione diretta in atmosfera del gas». Il messaggio dell’azienda, per Rossi, «è chiaro» ed è rivolto a «Patroni Griffi e chi come lui oggi li convoca per avere spiegazioni. Cosa vorrebbero capire ciò che era già noto? Non vi è stato mai un progetto senza torcia alta o ground. Queste sceneggiate evitatele». A questo punto, è la conclusione del consigliere comunale di opposizione, «l’Autorità portuale e la Regione hanno una sola possibilità: ritirare in autotutela tutti gli atti autorizzativi e i pareri favorevoli che hanno rilasciato, compreso le concessioni demaniali a prezzo di saldo».

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