Reddito di Cittadinanza, stretta anti-neet. No al sussidio per i giovani non diplomati

Reddito di Cittadinanza, stretta anti-neet. No al sussidio per i giovani non diplomati
di Giuseppe ANDRIANI
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Mercoledì 28 Dicembre 2022, 05:00

Reddito, ecco la stretta anti-neet. Giorgia Meloni lo aveva annunciato in campagna elettorale e la Legge di Bilancio, in approvazione al Senato, ha confermato i propositi della premier sul sussidio fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle e dall’allora governo gialloverde. Nulla di nuovo, se non per qualche emendamento. E se la parola “congrua” accanto a “offerta di lavoro” è sparita, resta da valutare come stabilire, a questo punto, la distanza giusta per poter rifiutare un posto di lavoro, fermo restando che il sottosegretario Claudio Durigon ha già precisato che un uomo di Napoli non può andare a lavorare a Trieste per due giorni a settimana. È passato invece l’emendamento proposto dal ministro all’Istruzione, Giuseppe Valditara. 
Per poter percepire il Reddito di cittadinanza, pur con le nuove norme e la stretta tout court, un cittadino che ha meno di 29 anni dovrà aver completato gli studi. Il senso, in parole povere, è che non verrà dato il sostegno ai ragazzi che non hanno almeno il diploma, se hanno meno di 29 anni. Per poter accedere al Reddito bisognerà aver completato il ciclo di studi almeno fino alla scuola superiore. 

I numeri in Puglia

Ma quanti sono i ragazzi che vivono con il Reddito di cittadinanza? In Italia i percettori tra i 18 e i 29 anni sono 364.101 su 3.464.080 in totale, secondo una dichiarazione di qualche giorno fa di Valditara. Circa uno su dieci tra i percettori è compreso in quella fascia di età, ma è necessaria una distinzione: non tutti questi sono richiedenti, in alcuni casi sono semplicemente inseriti in nuclei familiari che ne hanno diritto, se a carico di uno dei genitori. «Noi riteniamo si debba prevedere l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del Reddito, o dell’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà», aveva spiegato il ministro all’Istruzione. 
Seguendo lo stesso schema percentuale sulla Puglia, si tratta di circa 33mila persone, considerando che sono 328.516 coloro che hanno percepito almeno una mensilità da gennaio a novembre del 2022.

E soltanto a novembre i percettori pugliesi sono stati 241.489 per 110.045 nuclei familiari. 

La stretta sull’istruzione sarà un “problema” per tanti. A maggior ragione in una Regione, la Puglia, nella quale il diploma è tutt’altro che scontato. Anzi, la nostra è l’ultima regione in Italia per diplomati in un’età compresa tra i 25 e i 64 anni (solo il 52% possiede il titolo di studio secondario completo, a fronte del 71,3% dell’Umbria e del 70,8% del Friuli Venezia Giulia e di un gap sempre più ampio con il Centro-Nord). Nel dettaglio: Barletta-Andria-Trani è la provincia con meno diplomati in Italia (il 42%). E la Puglia è invece tra le prime quattro per presenza di neet, cioè giovani tra i 18 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro, che rappresentano il 30,8% del totale. 
La stretta sul Reddito sembra proprio una stretta anti-Neet. Se non studi, non hai diritto al sostegno statale. E per chi ha invece già terminato gli studi l’obbligo sarà di seguire alcuni corsi di aggiornamento e formazione. Lo studio sarà alla base del Reddito, ma solo per chi non ha ancora compiuto i trent’anni. In una Puglia che per numero di diplomati è ultima in Italia, è facile immaginare un ritorno alle scuole serali quantomeno per mantenere il Reddito di Cittadinanza, per quanto il futuro della norma potrebbe essere travagliato, visti i propositi del Governo. Stretta anti-neet, diploma obbligatorio per il Reddito e invito a studiare. Il governo accelera.

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