Manovra di governo: nella Legge di bilancio al Sud 1,6 miliardi. Come cambia il reddito di cittadinanza

Manovra di governo: nella Legge di bilancio al Sud 1,6 miliardi. Come cambia il reddito di cittadinanza
di Massimiliano IAIA
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Martedì 27 Dicembre 2022, 06:56 - Ultimo aggiornamento: 19:18

È pari a 1,6 miliardi il pacchetto di misure per il Sud contenuto nel disegno di Legge di bilancio che la Camera ha approvato con 197 voti favorevoli e 129 voti contrari. La cifra per il Mezzogiorno è stata finanziata attingendo al Fondo Sviluppo e Coesione. Nello specifico, sono stati stanziati 1,467 miliardi per prorogare a tutto il 2023 il credito di imposta sugli investimenti nel Mezzogiorno (circa 1,467 miliardi), mentre ammontano a 65,2 milioni gli incentivi per gli investimenti effettuati nelle Zone economiche speciali (Zes) che valgono 65,2 milioni. A questi si aggiungono le aliquote agevolate per il credito di imposta sugli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione in favore delle imprese localizzate al Mezzogiorno.

Per quanto riguarda la proroga al 31 dicembre 2023 del credito d'imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno e nelle Zes, si tratta di una misura che ha l'obiettivo di incentivare gli investimenti nelle aree meridionali. Possono usufruirne le imprese che acquistano beni strumentali nuovi e destinati a strutture produttive ubicate nei territori di Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Molise, Abruzzo, Sardegna e Sicilia.

La proroga del credito d'imposta è relativa anche agli investimenti effettuati nelle Zes e nelle Zone Logistiche Semplificate e per chi investe in attività di ricerca e sviluppo. «Ora il governo insista maggiormente sul taglio del cuneo fiscale soprattutto per i nostri dipendenti», aveva commentato già prima del passaggio alla Camera Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia.

Le altre misure

Tra le altre misure particolarmente attese anche al Sud, c'era sicuramente quella relativa alle modifiche del reddito di cittadinanza. In Puglia, per intenderci, ci sono 136.485 nuclei familiari beneficiari, mentre 321.560 sono le persone coinvolte con un importo medio mensile di 580 euro. Un dato, questo, che dal punto di vista dei numeri dei beneficiari del sostegno contro la povertà colloca la regione al quarto posto in Italia, dopo Campania, Sicilia e Lazio. Ebbene, dal primo gennaio al 31 dicembre 2023 il numero di mensilità erogabili ai percettori del sussidio cosiddetti occupabili scenderà da otto a sette (questa disposizione continua a non applicarsi ai nuclei al cui interno vi sono disabili, minorenni, o persone con almeno sessant'anni d'età).

Cambia poi la misura per i beneficiari del reddito di cittadinanza appartenenti alla fascia di età compresa tra 18 e 29 anni che non hanno adempiuto all'obbligo di istruzione: l'erogazione del sussidio è infatti subordinata anche all'iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione degli adulti di primo livello. Con questa disposizione, fanno sapere dal governo, si punta a ridurre l'abbandono precoce degli studi, e a incentivare il ritorno in formazione da parte di giovani fuoriusciti prematuramente dal sistema scolastico (e sussidiati con il reddito di cittadinanza).

Altra novità è che viene cancellata la parola congrua accanto all'offerta di lavoro che il beneficiario del sussidio è tenuto ad accettare pena la perdita del beneficio economico. Con questa modifica il primo No a un'offerta di lavoro, anche se perviene nei primi 18 mesi di fruizione del sussidio, comporterà la decadenza del reddito di cittadinanza. Un sostegno anche per le vertenze occupazionali attualmente esistenti: la manovra stanzia infatti 250 milioni di euro, la gran parte dei quali (179 milioni) per rifinanziare nel 2023 gli ammortizzatori sociali. Si alza invece il tetto retributivo per poter beneficiare del taglio del 3% del cuneo contributivo che passa da 20 a 25mila euro, mentre viene confermato l'attuale taglio del 2% per le retribuzioni fino a 35mila euro. Il testo della manovra prevede infatti che per il 2023 si incrementa di un punto, al 3%, il taglio della quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti pubblici e privati (esclusi i lavoratori domestici).

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