Peronospora e piogge si abbattono sul vino: in Puglia produzione a rischio, il 2023 anno orribile

Trema tutto il comparto, le associazioni: «Danni con punte dell’80%»

Peronospora e piogge si abbattono sul vino: in Puglia produzione a rischio, il 2023 anno orribile
Peronospora e piogge si abbattono sul vino: in Puglia produzione a rischio, il 2023 anno orribile
di Rita DE BERNART
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Lunedì 3 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 14:46

La peronospora fa tremare il comparto vitivinicolo pugliese: le piogge abbondanti e persistenti hanno causato danni estesi sull’intero territorio regionale nell’ordine medio del 30-40% con punte anche del 70-80 per cento, compromettendo la produzione di uva da vino per l’annata 2023.

La denuncia dell’emergenza viene da Confagricoltura Puglia che, in una nota inviata all’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia e all’autorità di gestione del Psr Puglia Gianluca Nardone, chiede urgenti misure a sostegno delle imprese colpite, per limitare la chiusura di aziende e la perdita di posti di lavoro. Il rischio immediato è quello di un calo drastico della produzione vinicola che, secondo i dati Istat per il 2022, aveva raggiunto il record di 10,8 milioni di ettolitri di vino, registrando un +13% sul 2021 e un + 40% rispetto alla media storica 2012-21.

I timori per il futuro

Ma la preoccupazione è anche sul medio e lungo periodo: le fitopatologie come la peronospora infatti, in alcuni casi più gravi, colpiscono oltre alle uve anche l’intero impianto compromettendo in parte anche la produzione futura. «Le intense precipitazioni che hanno coinvolto la regione da aprile a giugno scorso - si legge nel documento - hanno provocato problematiche sia di tipo agronomico che fitosanitarie: allagamenti e grandinate hanno reso incoltivabile il terreno e impedito gli interventi fitosanitari necessari a prevenire le principali patologie fungine tipiche del periodo.

In particolare per il settore viticolo regionale la ormai nota Peronospora della vite, causata dal patogeno Plasmopara viticola, ha raggiunto un livello di gravità elevato in forma piuttosto diffusa, con forme particolarmente aggressive nelle varie province dove si stimano danni nell’ordine medio del 30-40% con punte anche del 70-80 per cento. L’attuale situazione rappresenta un inedito nella storia del nostro Paese ed è un’emergenza economica determinata dall’impossibilità di avere uva da vino per l’annata agraria 2023 a causa della Peronospora che può causare danni seri e irreversibili, dalla perdita del prodotto alla morte della pianta».


Le forti piogge inoltre – si apprende dall’analisi del sindacato – hanno danneggiato altre coltivazioni pugliesi; in particolare, le partite di verdure pronte per la raccolta hanno subito fenomeni di marcescenza, si riscontrano anche danni sulle leguminose da granella al 45% di produzione, ciliegie, cereali allettati, orticole danneggiate, trapianti in ritardo, sbalzi termici enormi, terreni costipati, granelle estive seminate in forte ritardo. Un’emergenza che avrà conseguenze economiche gravi su molte aziende che si ritroveranno ad affrontate problemi di liquidità. Le principali proposte avanzate dal sindacato sono dunque la sospensione pagamento dei mutui o il contenimento o riduzione dei tassi di interesse e l’opportunità di stipulare con l’Abi regionale un accordo per la sospensione del pagamento dei ratei per 12-18 mesi ovvero il contenimento/riduzione dei tassi di interesse sui mutui in corso in via di stipula. Nell’immediato si punta poi al congelamento, anche parziale, dei contributi previdenziali e assistenziali per i lavoratori autonomi e per i dipendenti e dei contributi agricoli. 


Una volta ottenuta la definizione di crisi attraverso lo stato di calamità o stato di emergenza il sindacato chiede di fissare criteri di applicazione di ristoro che verranno applicati a novembre 2023 ovvero quando saranno effettuate le dichiarazioni di produzione; avanzata anche una proposta ad Agea: anticipare le somme della PAC e degli aiuti a superficie ai prossimi mesi del 2024. La crisi causata dal meteo impazzito di questa primavera si incrocia in qualche modo anche con un’altra problematica che da qualche anno mina il comparto vinicolo pugliese, ovvero le giacenze di cantina che registrano grandi quantità di prodotto sfuso invenduto. «È un evento eccezionale a cui non eravamo preparati, i vigneti non sono attrezzati per questo tipo di avversità – commenta Massimo Tripaldi, presidente di Assoenologi Puglia. C’è un danno generalizzato che va dal 30% a picchi di 80%, e non è recuperabile. L’unica speranza è ora che il meteo ci aiuti in modo che ciò che si è salvato sia di grande qualità. In generale serve però un percorso di revisione della produzione pugliese. Questo potrebbe essere visto come un segnale. Negli anni abbiamo gestito male il comparto e soprattutto la produzione del primitivo, impiantandone troppo e arrivando ad avere grandi quantità di invenduto, situazione che svaluta il prodotto. Bene ha fatto l’assessore nel proporre un drastico abbassamento delle rese di questo vitigno. Dobbiamo riqualificare il sistema domanda e offerta e mostrare al mondo che facciamo le cose seriamente; serve meno quantità e più qualità. L’emergenza attuale potrebbe servire forse ad abbassare le giacenze di cantina ma dal prossimo anno bisogna prendere provvedimenti». Il rischio, però, dall’altro lato, è quello della speculazione con un balzo del prezzo dello sfuso.

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