M5s, rebus criteri per le candidature Casalino possibile capolista in Puglia

M5s, rebus criteri per le candidature Casalino possibile capolista in Puglia
di Alessandra LUPO
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Lunedì 25 Luglio 2022, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 10:39

Mentre sarebbe confermata l'indiscrezione che vedrebbeRocco Casalino capolista in Puglia, oggi il Movimento 5 Stelle riunirà il direttivo nazionale in cui con tempi strettissimi e caselle risicate a disposizione dovrà far quadrare il rebus candidature. Ovviamente partendo dai criteri da adottare.


Il movimento di Beppe Grillo e di Giuseppe Conte dovrà tracciare la linea esatta tra passato e presente. Ovvero trovare un equilibrio tra i principi ispiratori dei fondatori e la realpolik di questi anni al governo. Ovviamente con le elezioni tra due mesi esatti e i seggi a disposizione diminuiti del 30% si andrà dritti al sodo. Anzitutto sulla regola aurea del secondo mandato, che in queste ore sia Grillo che Conte hanno in qualche modo ribadito. Lo sbarramento dei due mandati è uno dei punti peculiari che differenzia il M5S dagli altri partiti e questo non è il momento di creare confusione. Ma con che possibilità di deroga? Chi è a fine corsa, alla Camera, i pugliesi sono il barese Giuseppe Brescia e il salentino Diego De Lorenzis, mantiene la calma: «Si deve trovare un modo per non disperdere l'esperienza acquisita da tanti di noi, ma il terzo mandato non è l'unica via possibile per mettere a frutto le competenze maturate in questi anni nelle istituzioni», commenta Brescia. Tuttavia i criteri per la ricandidatura andranno riletti anche per il secondo mandato. Oggi più che mai, il Movimento ha bisogno di puntare su cavalli forti, possibilmente bypassando le consultazioni online, per motivi di tempo ma anche di affidabilità ed esperienza della squadra romana. Pur mantenendo saldi i suoi obiettivi, tanto da rompere con Draghi sui famosi 9 punti, il M5s si muove oggi in maniera decisamente ragionata e strategica rispetto agli anni scorsi. E sa bene che per raggiungere i risultati promessi ha bisogno di non ripartire ogni volta dall'anno zero, mettendo in cassaforte l'esperienza maturata sul campo dai propri componenti, soprattutto i più attivi. Ma anche tagliando gli eventuali rami secchi, tanto che in bilico, visti i numeri, ci sarebbe più di una postazione. Le vie per tenere dentro anche chi non sarà ricandidato si troveranno, è chiaro, dalla scuola di formazione politica allo staff dei nuovi eletti. D'altronde, come ripete il mantra del Movimento «credere nel progetto vuol dire scendere in campo direttamente ma anche lavorare dietro le quinte».
Ma chi dovrà stare sul palco? E quali saranno i criteri in assenza della Rete? Iunio Valerio Romano, senatore al primo mandato del Movimento, è fiducioso: «Quello dei due mandati è un principio fondante per il M5s, sebbene l'esperienza e la professionalità acquisite non vadano disperse. Ancor di più in un momento eccezionale e delicato come quello che sta vivendo la politica nazionale. Sono certo - conclude - che la comunità pentastellata troverà una soluzione ancora una volta condivisa, coerente e in linea con l'utilità sociale e mai con quella del singolo».
Intanto, si moltiplicano le voci di una candidatura pugliese di Conte o Casalino. Per il primo, la notizia sembrerebbe piuttosto infondata, anche tenuto conto che tra le regole di base del Movimento c'era anche quella della residenza, che impedisce la calata di rappresentati sui territori, anche se di primissimo piano come nel caso del foggiano Giuseppe Conte. Per Casalino, che nei giorni concitati prima dello scioglimento delle Camere non si era visto rinnovato l'incarico di portavoce, la questione sarebbe differente. La sua candidatura, infatti, sarebbe blindata. Proprio in Puglia e come capolista.
Intanto, però, resta il nodo delle alleanze. Ieri Enrico Letta ha ribadito che «Quella dei democratici e progressisti sarà una lista aperta, espansiva, a partire dal Pd. Ne ho già parlato con Speranza, i socialisti, demos, con altri, una lista aperta... Sarà una lista aperta. Quanto alla possibilità nel gruppo ci sia anche Calenda che con i pentastellati non ha mai avuto un grande feeling, Letta si augura che «ognuno porti un valore aggiunto, senza veti». Mentre Sinistra italiana nella direzione nazionale di ieri ha ribadito la volontà di lavorare per una coalizione progressista, in cui possano trovare spazio, oltre alla sinistra e agli ecologisti, il Pd e M5s.
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