Covid, in Puglia un terzo dei contagi riguarda i bambini piccoli: oltre 13mila casi tra i 5 e gli 11 anni

Oltre 13mila bambini contagiati
Oltre 13mila bambini contagiati
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Giovedì 27 Gennaio 2022, 07:18 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 14:25

In Puglia un terzo dei contagi riguarda i bambini piccoli. È quanto emerge dal report settimanale del Ministero della Salute, che mette in evidenza la tendenza più volte segnalata nelle ultime settimane: la variante Omicron colpisce con grande facilità i bimbi, ed è anche per questo motivo che negli ultimi giorni si registra anche in Puglia un maggior numero di vaccinazioni nella fascia 5-11 anni.

I numeri in Puglia


Negli ultimi sei mesi in Puglia sono stati 13.270 i bambini dai 5 agli 11 anni risultati positivi al Covid e altrettanti ne sono guariti su un totale di 37.522. Al secondo posto ci sono gli adolescenti dai 12 ai 19 anni con 4.978 infezioni e altrettante guarigioni, la terza fascia più colpita è invece quella che comprende persone dai 40 a 49 anni con 4.848 contagi.

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Cala il numero dei tamponi processati, ma resta quasi invariata rispetto a martedì l'incidenza di contagi, sempre al di sopra del 13%.

Sostanzialmente stabile la quota di persone ricoverate sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive, ma si registrano ancora 15 morti. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 8.759 nuovi casi su 65.736 test eseguiti. In testa alla classifica regionale c'è sempre la provincia di Bari, con 2.717 contagi in un giorno. In tutto il territorio pugliese, delle 122.990 persone attualmente positive, 685 sono ricoverate in area non critica (martedì erano 714) e 61 in terapia intensiva (l'altroieri erano 67).

I ricoveri


Secondo Agenas, restano rispettivamente al 25% e al 13% i posti letto occupati nell'area non critica e in terapia intensiva.In Italia la curva sta proseguendo la discesa, mentre i ricoveri registrano una frenata e il numero dei decessi è ancora alto, con un incremento di 427 nelle ultime 24 ore. La tendenza generale sembra essere quella di una progressiva riduzione dei casi, che potrebbe proseguire per tutto febbraio fino all'esaurimento di questa quarta ondata in marzo, come confermano gli esperti. Si tratta di una discesa a più velocità: come sì è osservato molte volte dall'inizio della pandemia, il calo dei ricoveri segue con alcuni giorni di ritardo quello dei casi positivi e quello dei decessi ha 15-20 giorni di ritardo rispetto ai ricoveri. È presto, però, per abbassare la guardia. I numeri dell'epidemia in Italia sono infatti così alti, che l'Organizzazione mondiale della sanità rileva nel suo aggiornamento settimanale che l'Italia occupa il secondo posto in Europa per casi e decessi: nella settimana dal 17 al 23 gennaio, si legge nel rapporto dell'Oms, in Italia sono stati rilevati 1.231.741 nuovi contagi, un livello invariato rispetto alla settimana precedente; nello stesso periodo i morti sono stati 2.440, con un aumento del 24%.

Che i numeri dell'epidemia siano ancora alti lo indicano anche i dati del ministero della Salute, che segnalano 167.206 nuovi casi in 24 ore, contro i 186.740 del giorno prima. Sono stati individuati con 1.097.287 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 1.397.245 del giorno precedente. Il tasso di positività è perciò salito dal 13,4% al 15,2%. Quanto ai decessi, il ministero indica che nelle ultime 24 ore sono stati 427, contro i 468 del giorno prima. A fornirne un identikit è l'Istituto Superiore di Sanità: i deceduti positivi al virus SarsCoV2 hanno in media 80 anni, per la maggior parte sono stati ricoverati nei reparti ordinari e i vaccinati avevano un'età media più alta e più patologie preesistenti rispetto ai non vaccinati. Si vedono intanto i primi segnali del raggiungimento del picco dei decessi, come indicano le analisi del Cnr. «Con i dati dei prossimi giorni - osserva - sarà possibile una localizzazione più precisa».
Infine, un allarme arriva dal Congresso nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia: l'incidenza di depressione e ansia fra adolescenti è raddoppiata rispetto a prima della pandemia: oggi un adolescente su 4, in Italia e nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione e uno su 5 segni di un disturbo d'ansia. La probabilità di disturbi mentali è particolarmente alta fra i ragazzi più grandi, che più dei bambini, spiegano gli psichiatri, hanno risentito delle restrizioni.
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