Assegno unico per i figli rivoluzione per le famiglie: a chi spetta e cosa cambia

Assegno unico per i figli rivoluzione per le famiglie: a chi spetta e cosa cambia
di Maria Claudia MINERVA
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Martedì 4 Gennaio 2022, 15:27

Dal primo gennaio 2022 è entrato in vigore il nuovo assegno unico per i figli, che vale dal settimo mese di gravidanza fino a 21 anni. Già oltre 110mila domande presentate nelle prime 48 ore dell'anno per la misura che interessa 11 milioni di bambini e ragazzi. L'assegno verrà accreditato a partire da marzo, ma le richieste sono già partite dal primo gennaio.

Le novità

Qual è la novità rispetto agli anni precedenti? Da quest'anno l'assegno unico per i figli sostituisce e ingloba diversi misure tra cui gli assegni al nucleo familiare e assegni familiari, l'assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori riconosciuti dai comuni, oltre all'assegno di natalità e premio alla nascita. Gli importi dell'assegno unico dipenderanno dal reddito familiare, anche se comunque nessuno ne resterà completamente escluso. Per questo, però, è importante calcolare bene l'Isee, gli importi dipenderanno infatti dal reddito risultante in base a questo indicatore. Chi è sotto i 15mila euro con la dichiarazione otterrà il massimo dei benefici, oltre i 40mila si avrà comunque diritto all'importo minimo.
Saranno circa 7,3 milioni i nuclei interessati dall'assegno unico per un guadagno medio annuo di mille euro a famiglia, anche se a differenza del vecchio regime di sostegni, il nuovo assegno unico rileva il patrimonio immobiliare e l'ammontare dei conti bancari. Questo significa che, a parità di Isee, le famiglie che possiedono immobili di proprietà potrebbero vedere una riduzione dell'importo che gli sarà erogato. Per attutire il colpo è prevista una misura cuscinetto ma solo per le famiglie con Isee fino a 25.000 euro: la clausola di salvaguardia.
L'assegno unico, che verrà erogato dall'Inps, avrà un valore massimo di 175 euro al mese per i minorenni e di 85 per i maggiorenni tra 18 e 21 anni per Isee pari o inferiori ai 15 mila euro. Da quella cifra in su, infatti, l'assegno comincia a scendere. Per le famiglie con Isee dai 40 mila euro in su, l'assegno si assesta rispettivamente a 50 euro (25 euro al mese per i figli con età compresa tra i 18 e i 21 anni). A questi importi si aggiungono delle maggiorazioni nel caso di: figli successivi al secondo (da 85 a 15 euro); figli minorenni non autosufficienti (105 euro); nuclei con madri di età inferiore ai 21 anni; figli con disabilità _(95 euro se grave, 85 se media, 80 euro se hanno 18-20 anni); nuclei con entrambi i genitori lavoratori (in questo caso il premio è di 360 euro l'anno per gli Isee sotto i 15 mila euro).

Per fare un esempio, una famiglia con tre figli a carico e con Isee fino a 15mila euro annui percepirà un assegno pari a 610 euro, mentre una famiglia con Isee di 30mila euro annui e due figli a carico percepirà un assegno di 199 euro.

Le domande all'Inps

I lavoratori potranno inoltrare la domanda per l'assegno unico per i figli, come detto, dal 1º gennaio 2022, per un periodo che andrà da marzo a febbraio dell'anno successivo. Vale la pena ricordare che possono fare richiesta di beneficio tutti i cittadini italiani o europei o con permesso di soggiorno, residenti in Italia da almeno due anni e che qui pagano le tasse. Chi percepisce il reddito di cittadinanza non dovrà fare domanda, in quanto l'assegno unico verrà pagato d'ufficio dall'Inps. L'Isee serve per calcolare l'assegno. Ma non è condizione imprescindibile per ottenere il beneficio. Chi fa domanda senza allegare la certificazione, viene assicurato comunque l'importo minimo di 50 euro mensili.

Il data analyst

«Negli ultimi due anni del quinquennio 2016-2020 si registra una flessione per tutte le categorie di lavoratori del numero di beneficiari di assegni al nucleo familiare rispetto all'anno precedente, più contenuta nel 2019, molto più evidente nel 2020» spiega il data-analyst Davide Stasi. A chi conviene il nuovo assegno? «Conviene ai lavoratori autonomi e ai disoccupati, che prima percepivano solo le detrazioni fiscali per i figli - aggiunge Stasi -, conviene agli incapienti, che non percepivano neanche le detrazioni fiscali per i figli, si tratta di soggetti con reddito non superiore agli 8mila euro, che rientrano quindi nella no tax area. Invece, non conviene alle famiglie con reddito medio-basso che però godono di altri immobili oltre alla prima casa e risparmi elevati. Oppure i soggetti con reddito Irpef intorno ai 15mila euro che prima beneficiavano del massimo importo dell'Anf e delle detrazioni per figli a carico. Altre famiglie che potrebbero perdere qualcosa sono quelle con figli tra i 18 e i 21 anni, per i quali l'assegno unico si dimezza. Tuttavia, i lavoratori dipendenti con Isee inferiore ai 25mila euro godranno della clausola di salvaguardia: in questo modo l'Inps effettuerà la compensazione in automatico per tre anni».
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