Asl Lecce, almeno 6 mesi per una visita e 3.700 rinunce: ora liste più lunghe per coprire i "buchi"

Asl Lecce, almeno 6 mesi per una visita e 3.700 rinunce: ora liste più lunghe per coprire i "buchi"
di Andrea TAFURO
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Venerdì 9 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 00:00

L’overbooking delle prenotazioni per alleggerire il carico delle liste d’attesa delle visite mediche e prestazioni sanitarie programmate e un controllo più rigoroso per stabilire azioni mirate di contenimento dei tempi d’attesa. È quanto emerso nell’incontro svolto ieri mattina in direzione generale della Asl Lecce, tra il commissario dell’azienda sanitaria leccese Stefano Rossi, il responsabile del Rula, Cosimo Esposito, i sindacati confederali, i Segretari della Funzione pubblica dei confederali e il Segretario Federazione pensionati sulla gestione delle liste di attesa

La proposta di Rossi: agende più lunghe contro le disdette

La proposta messa in discussione, è quella di allargare le maglie delle prenotazioni, accogliendone in eccesso per sopperire a eventuali rinunce non comunicate dagli utenti, che di fatto lasciano spazi vuoti nelle agende ospedaliere. «Abbiamo registrato le criticità che insistono nel nostro sistema di erogazione delle prestazioni specialistiche e ne abbiamo individuato le cause, per pianificare e introdurre gli interventi correttivi più opportuni - ha commentato il Commissario straordinario Rossi - anche le ultime rilevazioni confermano che le criticità maggiori non sono relative agli accessi ambulatoriali in urgenza ma al ridotto funzionamento dei percorsi diagnostico terapeutici per le patologie croniche e all’accesso alle prime visite in priorità Programmabile e Differita.

Ringrazio i sindacati per le utili proposte avanzate. Con una fotografia chiara delle liste d’attesa nell’intera Asl, sono fiducioso del fatto che saremo in grado di mettere in campo iniziative efficaci per ridurre sensibilmente il divario tra domanda e offerta di prestazioni specialistiche» ha quindi ribadito Rossi.  Alla possibilità di creare nuovi appuntamenti nei casi di richiesta di visita con priorità U, B e D, che dovessero risultare non prenotabili se le agende risultano sature, si somma anche un controllo più rigoroso ed omogeneo sulle liste di attesa per stabilire azioni mirate di contenimento dei tempi. Lunga attesa, tuttavia, che si riscontra in particolare per le prestazioni programmate (P).

Prime visite: in media 6 mesi di attesa e 3.700 rinunce in 6 mesi

Le maggiori criticità sono segnalate per le prime visite nell’ambito cardiologico e pneumologico. L’attesa media rilevata è pari a 192 giorni. Complessivamente nel primo semestre 2022 a fronte delle 21.234 prestazioni prenotate all’Asl Lecce, ne sono state erogate 19.779. Circa 3700 le disdette. Dati e proposte avanzate dall’azienda sanitaria leccese, finite nell’analisi della segretaria generale della Cisl Lecce, Ada Chirizzi. «Prendiamo atto di un cambio di passo, in particolare nel metodo adottato che deve ora far seguire, in un confronto serrato al Tavolo Istituzionale istituito presso la Direzione Generale, strategie ed azioni condivise che il territorio attende da tempo e che non possono più essere procrastinate». Tuttavia per Chirizzi permane il disallineamento tra domanda corrente e offerta erogata, così come pure le criticità relative al deficit strumentale e a quello organico. “Condividiamo il processo di riorganizzazione e implementazione delle agende, in modalità overbooking – ha aggiunto la sindacalista – anche perché i dati confermano le criticità rilevate nei settori cardiologico, pneumologico e gastroenterologico, nel primo accesso in priorità P (programmabile) e D (differita)». Necessario quindi accelerare. «Le azioni intraprese dalla Direzione devono ora trovare compimento in un approccio sistemico che interconnetta in forma stabile e strategica i tanti attori del processo: medici di medicina generale, Distretti, PTA, agende tutor, presidi CUP, prestazioni in libera professione, presidi ospedalieri e concorso del privato accreditato. Il Salento tutto ed in particolare i cittadini più fragili, molti dei quali sono costretti a rinunciare alle cure ed al fondamentale diritto alla salute - ha concluso Chirizzi - meritano una risposta certa e a breve termine».
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