Assenteismo: la Asl licenzia i furbetti del cartellino. Licenziamento per dieci dipendenti

Assenteismo: la Asl licenzia i furbetti del cartellino. Licenziamento per dieci dipendenti
di Andrea TAFURO
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Sabato 14 Gennaio 2023, 15:44 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:51

L’Asl Lecce avvia il procedimento di licenziamento per 10 dei 14 dipendenti indagati dalla Procura di Lecce per assenteismo dal posto di lavoro nel Distretto Sociosanitario di Gagliano del Capo. E dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sull’inchiesta, a firma del pubblico ministero Donatina Buffelli, dal Tribunale di Lecce, sezione lavoro, arriva anche il rigetto della domanda cautelare di annullamento della sospensiva proposta lo scorso 23 novembre da uno dei soggetti coinvolti nella vicenda. Di fatto nella sentenza il giudice ha lasciato intendere che il licenziamento deciso dall’azienda sanitaria travalica l’iniziale misura della sospensiva cautelare (con effetto temporaneo). Ma andiamo per gradi.

Gli episodi di assenteismo

Gli episodi contestati dagli inquirenti sarebbero avvenuti nel 2021. Dieci i mesi di indagini portate avanti dai carabinieri del Nas di Lecce nella struttura distrettuale di Gagliano del Capo che portarono a 14 indagati in tutto, con le accuse a vario titolo e in diversa misura di truffa aggravata ai danni del Servizio sanitario nazionale e false attestazioni in certificazioni. Nel novembre 2022 inoltre, per tre dipendenti (Sergio Greco, Maria Antonietta Preite e Angelo Pirelli) scattò l’ordinanza, del giudice Angelo Zizzari, con il divieto di lavorare per otto mesi.

Conseguentemente quindi gli uffici dell’Asl Lecce, avviarono le procedure per la sospensione e il licenziamento dei “furbetti” del cartellino. Provvedimento di sospensione cautelare finito in Tribunale per il ricorso di un dipendente, a cui l’Asl Lecce, difesa dall’avvocato Alfredo Cacciapaglia, ha contestato la fondatezza delle deduzioni (puntualizzando, in particolare, come “la mancata contestazione di addebiti lamentata dal ricorrente sia stata, comunque, superata dalla nota del 24 novembre scorso dell’Ufficio procedimenti disciplinari con cui in maniera dettagliata sono stati mossi i rilevi inoltrati alla Asl dall’Autorità Giudiziaria con cui si trasmetteva la deliberazione del Commissario Straordinario e si convocava il ricorrente, per l’ascolto, alla data del 9 gennaio, poi anticipata alla data del 22 novembre 2022”).

Dalla successiva udienza, del 10 gennaio scorso, è poi emersa, a conclusione del procedimento disciplinare avviato dall’azienda sanitaria a carico del dipendente, la intimazione di licenziamento per giusta causa. A fronte di questa ultima indicazione, il giudice della sezione lavoro del Tribunale di Lecce, ha quindi ritenuto che la tutela cautelare invocata dal dipendente non sia suscettiva di attuazione, “ove si consideri che l’eventuale accoglimento dell’istanza cautelare al vaglio, specificatamente finalizzata a rimuovere gli effetti del provvedimento di sospensione di cui trattasi, non potrebbe in ogni caso favorire la riattivazione del rapporto di lavoro dedotto in lite (e, quindi, attuare la chiesta reintegrazione nel proprio posto di lavoro), essendo stato quest’ultimo nel frattempo risolto per effetto del licenziamento intimato”, e pertanto ha deciso di rigettare la richiesta di sospensiva avanzata.

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