Salento, inchiesta su Sanitaservice: nuovi sospettati. La dipendente si difende: «Mai preso soldi»

La sede del comando provinciale di Lecce della Guardia di finanza
La sede del comando provinciale di Lecce della Guardia di finanza
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 25 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:28

Si sta ampliando a un gruppo di cinque persone l’inchiesta che sta accertando se è vero che siano state versate somme di denaro fra i sette ed i diecimila euro per ottenere uno dei 159 posti banditi da Sanitaservice per fornire alla Asl Lecce addetti alle pulizie e manovali. Gli ascolti, gli interrogatori dei candidati assistiti dai loro legali poiché indagati, le acquisizioni dei documenti attraverso le 19 perquisizioni di due settimane fa disposte dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Massimiliano Carducci, ed eseguite dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria, hanno esteso i sospetti anche su altre tre persone oltre alle due donne già indicate nel decreto.

Fari puntati su altre tre persone

Gente senza scrupoli che avrebbe preteso migliaia di euro promettendo uno di quei posti di lavoro a chi cercava una sistemazione definitiva per se stesso, per i figli o per qualche parente. Gente anche pronta a millantare conoscenze e di essere al corrente delle procedure per acquisire le credenziali necessarie ad acquisire i titoli necessari per trovarsi in cima alla classifica degli oltre 1.700 candidati. Anche loro, come per le due donne indagate, una dipendente di Sanitaservice ed un’altra legata ad un patronato ed al suo titolare (sono difese dagli avvocati Amilcare Tana e Mariangela Calò), indicati dai vincitori del concorso che in questi giorni vengono ascoltati dai finanzieri per cercare riscontri alla mole di informazioni raccolta negli ultimi mesi dalle indagini.

Requisiti noti prima del bando

Ciò che è emerso fino ad adesso tramite le dichiarazioni dei candidati che ancor prima che a dicembre del 2019 venisse pubblicato il bando c’era già chi era al corrente di quali titoli avrebbero dato maggiore punteggio. Da qui l’ipotesi di reato di turbativa d’asta, oltre che di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falso in atto pubblico e concussione. Sarebbe stata la stessa dipendente di Sanitaservice ad avvicinare i candidati e a indirizzarli poi verso una agenzia di formazione ( per fagli ottenere gli attestati di qualificazione antincendio e primo soccorso di livello avanzato.

Corsi fantasma

Corsi che prevedevano una frequenza di 32 ore, mentre uno dei candidati interrogato dai finanzieri ha sostenuto che sarebbero invece durati non più di due pomeriggi. Nove e 12 punti hanno garantito, rispettivamente quei due corsi, a fronte dei 15 riconosciuti al titolo di studio di laurea ed ai 39 della prova selettiva e agli altri previsti per le esperienze lavorative, le abilitazioni professionali e alla voce “altri titoli”. La sede di questa agenzia è stata perquisita con l’identificazione al fine dell’iscrizione sul registro degli indagati, della legale rappresentante all’epoca dei fatti (agosto 2019-dicembre 2021), dell’attuale legale rappresentante e del direttore del percorso formativo. Fra le anomalie rilevate dai finanzieri anche l’assenza di autorizzazioni per tenere i corsi richieste dal concorso della Asl.
Altri candidati hanno invece indagata la donna legata al patronato ed al suo titolare. Fra questi anche una coppia di coniugi che avrebbe ottenuto la promessa di assunzione nel settore amministrativo e non fra gli addetti alle pulizie. Per questo avrebbero versato in tutto 20mila euro con consegna del denaro nella sede del patronato ma per vedersi poi inseriti fra i manovali e minacciati dalla donna di escluderli da qualsiasi concorso Asl se non avessero tenuto la bocca chiusa. Il diverbio sarebbe stato appianato con il versamento di altri 2.000 euro.
Gli ascolti e gli interrogatori proseguono.

Ed hanno fatto emergere le figure di altri tre corruttori.

La difesa: «Mai preso somme di denaro»

«Mai preso somme di denaro». Ha dichiarato questo alla commissione disciplinare la dipendente di Sanitaservice indagata nel procedimento penale della Procura di Lecce e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. L’inchiesta che sta stabilendo se è vero che lei ed altre quattro persone abbiano intascato somme dai sette ai diecimila euro assicurando la collocazione in uno dei 129 posti banditi da Sanitaservice per manovali da impiegare per la Asl.
C’è un procedimento disciplinare a carico di questa donna. E su richiesta della sua legale, l’avvocatessa Mariangela Calò, è stato sospeso in attesa dell’esito dell’inchiesta penale. L’avvocatessa ha fatto presente che le indagini stiano ancora muovendo i primi passi e che le perquisizioni non hanno trovato riscontri in quanto alle somme di denaro.

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