Copertino blocca i ricoveri. Lecce e Galatina: più posti letto. A Putignano chiusi due reparti: sanificazione e controlli sul personale

Copertino blocca i ricoveri. Lecce e Galatina: più posti letto. A Putignano chiusi due reparti: sanificazione e controlli sul personale
di Maddalena MONGIÒ
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Venerdì 6 Marzo 2020, 09:46 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 18:42
Salgono a cinque i contagiati da coronavirus nel Salento, mentre cresce anche il bilancio di contagiati pugliesi. Due i reparti chiusi, con sospensione dei ricoveri e personale in quarantena all'ospedale di Putignano, in provincia di Bari. Sotto esame tutto il personale di dialisi e medicina e le persone venute in contatto con l'uomo risultato positivo al Covid-19. 

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Le stesse misure sono state assunte a Copertino, dopo la notizia di un medico che, fortunatamente, sta bene, ma è risultato positivo al coronavirus. Si tratta di un caso con sintomi lievi tant'è che il 56enne copertinese già ieri stava molto meglio, ma dovrà rimanere in isolamento domiciliare per quindici giorni. Stessa sorte per la moglie e per una persona anziana che vive in famiglia, il medico si è detto preoccupato per lei. È noto, infatti, che gli anziani sono più fragili rispetto alla virulenza del contagio.

Contagiata anche la moglie del contagiato numero 1, un 58enne di Aradeo. Intanto la Asl di Lecce ha disposto l'isolamento per quindici giorni di tutti i sanitari che hanno avuto contatti con il medico. «Sto bene, in questo momento credo di aver superato la fase acuta racconta amareggiato per il lavorio dei social che anche in questo caso si sono scatenati pubblicando anche la sua foto poi domani vediamo».

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Ha chiesto di mantenere l'anonimato perché quello che conta è la testimonianza di chi si è contagiato, ma ha superato la malattia visto che ormai è sulla strada della guarigione. «Sabato notte mi sono svegliato con una cefalea importante, avevo la febbre, la tosse stizzosa e non riuscivo a fare abbassare la febbre. Domenica e lunedì non dovevo lavorare perciò pensavo, stando a casa, di poter stare meglio. Ma lunedì pomeriggio continuavo ad avere questa febbre che non riuscivo ad abbassare. Tutto faceva pensare a un'influenza, ma mi sentivo strano e ho chiamato il mio medico di base che mi consigliato di rimanere qualche giorno a casa. Ho comunicato alla direzione sanitaria e al medico del lavoro la mia condizione, ma tutti mi dicevano che non c'era i presupposti per fare il tampone perché non mi sono mosso da Copertino, non ho fatto viaggi, gite, non ho partecipato a feste: ho lavorato e basta».

Eppure il medico il dubbio di avere contratto l'infezione da coronavirus voleva toglierselo. «Mercoledì mattina ho chiamato l'Ufficio di igiene della Asl - rende noto - dove ho trovato un medico che, per fortuna, nonostante continuasse a dire che non c'era l'indicazione per fare il tampone alla fine l'ha fatto. Il problema non è che io mi sono infettato, ma che ho fatto il tampone. Se non l'avessi fatto sarebbe andato avanti tutto tranquillamente, oggi sto meglio e magari domani sarei andato a lavorare». La sua amarezza? «Essere diventato famoso perché mi sono infettato e non per il lavoro che faccio, per le vite che ogni giorno salviamo».

E poi ci sono le difficoltà e la fatica dell'isolamento, la preoccupazione per la moglie che a sua volta per lavoro incontra molte persone e quindi appena avuto l'esito del tampone, ieri mattina, è stato un rincorrere (telefonicamente) tutti per avvisarli della malattia.
Non è una vita semplice, ha spiegato il medico, perché i pasti si consumano in solitudine, si dorme in letti separati, gli approvvigionamenti vengono portati da persone amiche che lasciano le buste vicino al portone della casa e vanno via, l'anziana che vive in famiglia rimane chiusa nella sua stanza per preservarla da un possibile contagio. Ma ieri la preoccupazione nell'ospedale di Copertino correva anche tra i sanitari. Chat come sempre arroventate, anche con una buona dose di bufale che ormai sono una costante di questa infezione.

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Intanto l'attenzione, dopo questi due casi, è altissima e la Asl di Lecce sta lavorando per contenere un eventuale picco di contagi. Oggi l decisione di bloccare i ricoveri nell'ospedale di Copertino. Oltre al potenziamento dei posti letto per gli infettivi, al Santa Caterina Novella di Galatina, Sanitaservice Lecce sta lavorando per allestire una nuova ala nel padiglione degli infettivi al Vito Fazzi di Lecce dove i posti dovrebbero essere portati a 40. La preoccupazione di una eventuale impennata di contagi ha spinto la direzione medica dell'Ospedale di Galatina a montare una tenda da campo pressurizzata, per i casi sospetti, messa a disposizione dalla Croce Rossa.

Una decisione maturata dopo il caso 1 del Salento, il 58enne di Aradeo che arrivato in pronto soccorso a Galatina non era stato possibile isolare perché la sala dedicata a questo scopo era occupata con un caso di morbillo. La società in house della Asl di Lecce si è anche organizzata per la sanificazione con 10 addetti che h24 garantiscono la sanificazione degli ambienti, come è avvenuto a Copertino ieri mattina. Si tratta di un'operazione che, grazie a specifici robot che nebulizzano nell'aria, in 7 minuti, idrogeno e sali d'argento, dopo due ore dall'intervento rende gli spazi nuovamente fruibili.
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