Maglie, calci e pugni al compagno che non passava il compito: 5 studenti rischiano il processo. Le accuse

Maglie, calci e pugni al compagno che non passava il compito: 5 studenti rischiano il processo. Le accuse
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Martedì 21 Settembre 2021, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 09:28

Biglietti carichi di insulti attaccati dietro la schiena per farlo diventare lo zimbello della scuola quando squillava la campanella dell’inizio della ricreazione o della fine delle lezioni. Calci e pugni quelle volte che avrebbe provato a ribellarsi o a dire no alle tante richieste di copiare il compito in classe. Ed ancora: strattonato, scaraventato a terra al punto da fargli sbattere la testa sul pavimento. Pestato finanche al cospetto dei professori e senza che i provvedimenti disciplinari attenuassero l’aggressività contestata ora nella richiesta di rinvio a giudizio.

Il richio di un processo


Rischiano il processo cinque studenti di un istituto superiore di Maglie: il procuratore dei minori, Simona Filoni, ha presentato la richiesta al giudice per l’udienza preliminare Silvia Minerva. L’istanza sarà valutata il 20 dicembre dopo avere ascoltato il legale della famiglia della vittima, un ragazzo di 15 anni, l’avvocato Dario Paiano, nonché gli avvocati difensori Luigi Fersini, Giovanna Conte, Donato Sabetta, Giuseppe Erriquez ed Annalisa Castelluzzo. Imputati cinque ragazzi fra i 16 ed i 17 anni, di Nociglia, Castro, Ruffano, e Cutrofiano. È stata stralciata la posizione di altri due studenti, di Zollino e Giuggianello, per valutare se la memoria difensiva presentata dall’avvocato Giuseppe Gennaccari dimostri che non facessero parte del “branco” che avrebbe bersagliato il compagno di classe da ottobre 2019 fino a febbraio dell’anno. Fino a quando, in pratica, la vittima non volle rimettere più piede a scuola. Poi il lockdown mise fine alle lezioni in presenza ed anche a quei risvolti poco edificanti che dovrà stabilire un eventuale processo.

Le ipotesi di reato


Atti persecutori meglio conosciuti come stalking, percosse e diffamazione le ipotesi di reato contestate nell’inchiesta avviata dopo la denuncia-querela presentata dalla famiglia della vittima. Bullismo a scuola, in altre parole, secondo le consuete dinamiche del gruppo che si coalizza contro il più introverso ed isolato.
Risalgano ai primi due mesi dell’anno scorso gli episodi che fecero rinchiudere in casa il ragazzo. Terrorizzato: in occasione della proiezione di un film sulla Shoah fu accerchiato e preso a pugni e a calci. Gliele avrebbero date di santa ragione anche quella volta, gli imputati, tanto da farlo rientrare a casa zoppicante 
Il 13 febbraio si presentò ai genitori con un ginocchio gonfio: trauma distorsivo ed ematoma, con prognosi di sette giorni, l’esito della visita in ospedale. Non si era trattato di una caduta accidentale o di un piede messo in fallo, anche quella volta sarebbe stato accerchiato ed aggredito dal “branco”. Gli stessi compagni di classe che non gli avrebbero risparmiato insulti come “sei uno spastico”.
Questo il fronte della Procura per i minorenni.

Una ricostruzione che sarà ora valutata da un giudice per stabilire se debba essere sottoposta alla verifica del processo.

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