Bullismo a scuola, ragazzina presa di mira da un gruppetto di compagne di classe. Scattano le indagini

Bullismo a scuola, ragazzina presa di mira da un gruppetto di compagne di classe. Scattano le indagini
di ​Alfonso SPAGNULO
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Domenica 3 Dicembre 2023, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 06:54

“Sei grassa”, “puzzi”. E poi altri insulti di una volgarità ripugnante, ancor più perché proferiti nei riguardi di una 14enne. Presa di mira da un gruppetto di compagne di classe, cinque coetanee, non ben consapevoli, probabilmente, che comportamenti che mescolano cattiveria e meschinità possono generare dolore e sofferenza. Non solo nei più fragili. La classe sarebbe una prima di un istituto superiore di Monopoli nella quale, da qualche tempo, andrebbe in scena un rituale quotidiano fatto di offese ed ingiurie, prepotenze, volte a prevaricare, sottomettere e umiliare. 
La 14enne, infatti, verrebbe apostrofata e denigrata innanzitutto per il suo aspetto fisico e per altri motivi futili che le verrebbero di volta in volta imputati. Col risultato di ritrovarsi esclusa dalle chat di gruppo Whatsapp e pure dalla vita sociale dentro e fuori la scuola. Proprio in una fase adolescenziale in cui il confronto è fondamentale per la crescita. Episodi affini al bullismo, divenuti insostenibili, tanto che la minorenne sarebbe arrivata persino a manifestare intenti suicidari. 

La famiglia si è rivolta alla polizia


Attorno alla giovane, sempre più chiusa in se stessa, si è stretta la famiglia che, dopo aver informato la dirigenza scolastica, si è rivolta al commissariato della Polizia di Stato di Monopoli ora impegnato a ricostruire i fatti e svolgere gli accertamenti del caso. In questi giorni le cinque minorenni sarebbero state ascoltate dagli investigatori e non si esclude che per le “presunte” bulle possa scattare, in prima istanza, una sanzione disciplinare quale la sospensione da scuola. A Monopoli l’attenzione è altissima su questi episodi dopo che un anno fa una 13enne si era tolta la vita proprio perché vittima di atteggiamenti come quelli perpetrati dalle cinque giovanissime studentesse. La ragazzina era stata esclusa dalle chat di gruppo degli amici e non invitata alle serate-ritrovo e uscite serali organizzate dagli stessi.

Atteggiamenti che avevano colpito la sensibilità della 13enne monopolitana che alla fine non ha retto e il 20 novembre dello scorso anno decise di farla finita. Il giorno della tragedia la piccola aveva detto ai suoi genitori di voler restare a casa declinando l’invito di andare a fare compere con mamma e papà. 

L'estremo gesto


Proprio quel giorno l’ennesima esclusione da un’uscita di gruppo e la cancellazione da un gruppo Whatsapp. C’erano state anche diverse videochiamate ma per queste ultime purtroppo non si trovarono riscontri nello smatphone della ragazzina in quanto i cellulari non lasciano traccia a differenza delle chat controllate una a una dai carabinieri. Fu quella la goccia che ha fatto traboccare il vaso e far decidere alla bambina di togliersi la vita. 
A ritrovarla in bagno, ormai esanime, la madre che, disperata cercò di rianimarla in attesa che giungessero i sanitari del 118 ma purtroppo non c’era più nulla da fare. Vennero ascoltate la dirigente e le insegnanti della scuola media frequentata dalla ragazza per capire se anche a scuola ci fossero stati sentori di questi atteggiamenti contro la ragazzina e se la stessa si fosse confidata con qualcuna delle docenti. 
La ragazzina non lasciò alcun biglietto. I carabinieri si convinsero che quelli compiuti dai coetanei siano stati gesti involontari, da ragazzini, ma che colpirono la sensibilità della giovanissima vittima.
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