Bullizzato a 17 anni dai compagni perché puzza e non vuole più andare a scuola

Bullizzato a 17 anni dai compagni perché puzza e non vuole più andare a scuola
di Mirto DE ROSARIO
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Domenica 2 Aprile 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21:07

Quando cattiveria e meschinità si uniscono possono dar vita a comportamenti inqualificabili, che spesso generano dolore e sofferenza. E se la vittima è un ragazzo, allora gli effetti risultano essere ancor più condannabili. 

Il ragazzo residente in un comune del Nord Salento

Protagonista suo malgrado di soprusi ed angherie, in questo caso, è uno studente di 17 anni, residente in un comune del nord Salento che frequenta il quarto anno di un istituto superiore di Lecce. Da qualche tempo il ragazzo viene preso di mira dai suoi compagni di classe, apostrofato e denigrato, con tutta probabilità per il suo aspetto fisico ma anche per altri motivi puerili che gli vengono imputati. Un brutto caso di bullismo a scuola.

Lo studente non vuole più andare a scuola

Episodi di bullismo e ghettizzazione che, a lungo andare, per il 17enne sono divenuti insostenibili, tanto da portarlo alla drastica decisione di voler ritirarsi da scuola.

Diversi, come detto, i fatti accaduti che hanno influito in maniera determinante su questa scelta. Ovviamente intorno allo studente si sono strette le persone che gli vogliono bene, la famiglia prima di tutto. E proprio il padre del ragazzo, sebbene con l’intenzione di comporre la faccenda nel modo più discreto possibile ma al contempo con la necessaria fermezza, ha voluto descrivere gli atti incresciosi a cui viene sottoposto il figlio. 

Il padre: «Dicono a mio figlio che puzza e lo offendono perché in sovrappeso»

«Mio figlio viene bullizzato - taglia corto - e lo dico fuori dai denti perché è la realtà. Ovviamente ho parlato sia con il dirigente scolastico sia con i professori perché, nonostante tutto, credo che il dialogo sia ancora la strada da seguire se vogliamo dare un senso positivo e propositivo a questa vicenda, prima di intraprendere azioni più estreme. Certo è che la situazione sta divenendo insostenibile perché il ragazzo si è chiuso in se stesso e addirittura non vuole più andare a scuola. Trovo assurdo che, nonostante tante opere di sensibilizzazione verso questo tema, ci sia ancora da combattere per sconfiggere i pregiudizi. Mio figlio viene preso di mira, gli dicono che puzza e, quando entra in classe, gli spruzzano addosso profumo e deodorante. Addirittura lo chiamano puzzola, umiliandolo ancora di più, e lo offendono per il suo aspetto fisico, visto che è in sovrappeso». 

Prof e dirigente informati dei fatti


«I professori - aggiunge - mi dicono che si stanno muovendo per porre fine a questi soprusi e spero che tutto termini al più presto, perché pretendo che mio figlio ritrovi la sua serenità. Voglio che torni a considerare la scuola non per quello che sta vivendo adesso, ma per quella che deve essere: un luogo di crescita non solo culturale ma anche umana». La vicenda è venuta alla luce dopo una denuncia sui social sollevata dal presidente dell’associazione Pronto soccorso dei poveri, Tommaso Prima, che ha voluto prendere una posizione netta su quanto accaduto. «Il caso è serio - afferma - e noi, come associazione, invieremo una lettera al dirigente scolastico, al provveditore agli studi di Lecce e al ministro dell’Istruzione».

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