«Scese a patti con la Scu»: Salento Security interdetta. Gestiva il servizio steward allo stadio Via Del Mare

«Scese a patti con la Scu»: Salento Security interdetta. Gestiva il servizio steward allo stadio Via Del Mare
di Erasmo MARINAZZO
3 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Aprile 2020, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 11:11
Interdittiva antimafia alla società che ha fornito il servizio di steward allo stadio di Via Del Mare durante le partite del Lecce. La Salento Security. Il provvedimento è stato notificato al titolare Rossano Marchello.
E porta la firma del prefetto Maria Teresa Cucinotta poiché l'ufficio territoriale del Governo ha ritenuto sussistente il pericolo di infiltrazione mafiosa in quella società: di Rossano Marchello si parla nell'inchiesta Final Blow della Direzione distrettuale antimafia (Dda) e dei poliziotti della Squadra mobile che a fine gennaio ha visto 72 persone colpite da misure cautelari, una parte con l'accusa di avere fatto parte, come di avere orbitato o di avere fatto gli interessi del clan della Sacra corona unita di Lecce guidato dal boss ergastolano Cristian Pepe.

Cellulari nascosti in cella e le mani sulla security «Così il boss dava ordini»
Attentato nella notte: bomba all'agenzia di sericuty Il titolare: Amareggiato, ma vado avanti

Non c'era il nome di Rossano Marchello nell'ordinanza di custodia cautelare, tuttavia l'inchiesta si è occupata di questo imprenditore della security nella parte in cui le attenzioni degli inquirenti si sono concentrate sull'attentato subito alla sede di via Bari, nella notte del 30 ottobre dell'anno scorso. Vittima del clan, Rossano Marchello, tuttavia ciò che ha messo in allarme la prefettura è stata una particolare circostanza: il quel faldone della Dda si racconta che abbia cercato un esponente di spicco del clan, subito dopo l'esplosione dell'ordigno.

Per scendere a patti. Come se, insomma, gli fosse ben chiaro il movente di quell'atto intimidatorio. Ad ogni modo Rossano Marchello avrebbe fornito altri spunti investigativi alla polizia. Nessun cenno ai tentativi di trovare un accordo con il clan che gli aveva chiesto il pizzo ed aveva l'obiettivo dicono questo le indagini di prendere il monopolio della security in città ed in provincia anche perché avrebbe potuto contare su una società del settore.
L'obiettivo della Scu sarebbe stato quello di prendere l'intero pacchetto clienti o anche solo una parte di esso. Se ne parla nell'ultima informativa depositata dalla Squadra mobile poche settimane prima del blitz e che ha fatto emergere una realtà che se non fosse stata ampiamente documentata avrebbe dell'incredibile: il boss Cristian Pepe aveva la disponibilità di due telefoni nel carcere dove era detenuto. Ad Augusta (in provincia di Siracusa). Uno di questi cellulari, peraltro, dotato del software Encrochat che viene installato da chi non vuole essere intercettato. Pepe si metteva in contatto con Vincenzo Stiippelli, anche lui colpito dal blitz Final Blow. Ed in quelle telefonate parlarono dell'attentato alla Salento Security. Stippelli: Se vuoi tu, sempre che devi dare l'ok tu, io vado da Ros (Rossano Marchello, ndr) e gli dico: Ros, ascolta, le cose stanno così. O mi porti 100. Subito, immediati. Altrimenti da domani dove ti vedo ti buco. Adesso vai a metterti d'accordo o altrimenti dobbiamo fare diversamente. Ho scoperto ieri, ho indagato.
In quella informativa sui parla anche dell'iniziativa che Marchello avrebbe preso per evitare conseguenze ancora peggiori alla sua attività. Da questa circostanza ha preso spunto l'interdittiva, poiché la possibilità che Rossano marchello abbia potuto agevolare l'operatività del clan potrebbe rendere la sua società permeabile alle infiltrazioni mafiose.
La seconda interdittiva nata da una costola dell'inchiesta Final Blow: la prima ha riguardato la società Parco di Belloluogo che gestiva l'omonima struttura per conto dell'amministrazione comunale di Lecce.

Il responsabile della gestione del parco, Andrea Pepe, è stato arrestato con l'accusa di spaccio ed è indagato anche per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.
© RIPRODUZIONE RISERVATA