Corruzione, arrestato l'ex assessore Andrea Guido. Sospeso dal partito

Fratelli d'Italia sospende dal partito il consigliere di Palazzo Carafa. L'imprenditore di Novoli e i rapporti con Maglie e Casarano

Corruzione, arrestato l'ex assessore Andrea Guido. Sospeso dal partito
di Francesca SOZZO e Roberta GRASSI
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Mercoledì 20 Aprile 2022, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:09

Maxi blitz nella notte da parte dei carabinieri del Ros, al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli, hanno notificato 57 misure cautelari (36 arresti in carcere, 16 arresti ai domiciliari e 5 divieti temporanei di esercitare attività d'impresa) emessi dal gip lo scorso 9 aprile. Arresti anche a Lecce e Bari.

Nell'ambito dell'operazione è finito ai domiciliari anche il consigliere di Fratelli d'Italia Andrea Guido, arrestato nella notte per corruzione aggravata da metodo mafioso. I fatti contestati all'amministratore risalirebbero al periodo in cui era assessore all'Ambiente durante la consiliatura del sindaco Paolo Perrone.

Reati contestati, secondo l'accusa, per agevolare il Clan Moccia. L'operazione è stata eseguita con la collaborazione dei carabinieri del reparto operativo di Lecce. 

Tra gli arrestati c’è anche l’ex vicepresidente del consiglio comunale di Bari, Pasquale Finocchio, all’epoca dei fatti contestati - nel 2017 - eletto nelle fila del centrodestra. Finocchio è ai domiciliari con l’accusa di traffico di influenze illecite. L’accusa mossa dalla Procura  riguarda un presunto ruolo da mediatore tra imprenditori, che avrebbe messo in pratica approfittando del suo ruolo politico-istituzionale.

Il blitz

Le accuse nei confronti dei 57 indagati vanno dall'associazione mafiosa all'estorsione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione, favoreggiamento, reati aggravati dalla finalità di agevolare il clan Moccia.

Contestualmente il Gico della Guardia di finanza ha notificato altri due divieti temporanei di esercitare attività d'impresa e sequestrato, d'urgenza, beni mobili, immobili e quote societarie per un valore complessivo pari a 150 milioni di euro.

Le accuse al consigliere leccese: aggravante mafiosa

Guido risponde di corruzione aggravata dal metodo mafioso. Secondo quanto ipotizzato nell'unico capo di imputazione riferito al consigliere, in qualità di assessore all'Ambiente del Comune di Lecce fino al luglio 2017, avrebbe ricevuto "indebitamente" una somma pari a 2.500 euro, come anticipo di un importo complessivo di 5mila euro, da tre persone, Mario Salierno, Giuseppe D'Elia e Francesco Di Sarno, al fine di far acquisire alle imprese di Di Sarno, ritenuto il braccio economico del clan Moccia, l'affidamento del servizio di raccolta dell'olio di origine alimentare esausto a Lecce e negli altri comuni dell'Aro Lecce 1. Avrebbe così tentato di escludere dal servizio altre aziende, tra cui la Sappower Oil e la Monteco, che gestivano in precedenza la raccolta presso l'isola ecologica della città. Il progetto non sarebbe mai andato a buon fine. I fatti sarebbero stati commessi ad Afragola e Lecce tra l'aprile e l'agosto 2017. 

Il consigliere sospeso dal partito

«Si è appreso da notizie di stampa di un’indagine condotta dalla Procura di Napoli che vede coinvolto il consigliere comunale di Lecce Andrea Guido. Nel confermare piena fiducia nella magistratura e nel suo operato, auspichiamo che si possa fare chiarezza in tempi brevi su questa vicenda giudiziaria e che Andrea Guido possa dimostrare la sua estraneità a qualsivoglia condotta illecita - dichiarano Saverio Congedo e Antonio Mazzotta, coordinatori provinciale e comunale di Fratelli d’Italia Lecce - Restando in attesa di possibili sviluppi e di meglio conoscere i termini dell’indagine, Fratelli d’Italia ha deciso di sospenderlo con effetto immediato dal Partito trasferendo contestualmente l’esame della sua posizione agli organi competenti nazionali».

L'imprenditore di Novoli e i rapporti con Maglie e Casarano

Ai domiciliari anche l'imprenditore di Novoli Giuseppe D'Elia che secondo le ipotesi d'accusa avrebbe tentato di favorire l'espansione di un'azienda legata al clan Moccia e lo avrebbe fatto «agevolando i rapporti con esponenti politici locali, tra cui Guido e altri esponenti politici dei Comune di Maglie e Casarano. Avrebbe anche favorito i rapporti «tra le imprese del clan e imprenditori locali attivi nel settore della raccolta dei rifiuti» per far sì che l'azienda campana si inserisse, per gli oli esausti, «in diversi territori comunali delle province pugliesi». 

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