Mazzette e Camorra? Torna libero l'ex assessore Andrea Guido. Salvemini: «Motivi dell'arresto non condivisibili»

Andrea Guido
Andrea Guido
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 7 Settembre 2022, 14:01 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:55

Torna in libertà l'ex assessore e consigliere comunale di Lecce Andrea Guido, coinvolto in una inchiesta della Dda di Napoli su un presunto tentativo di espansione della Camorra in Puglia. Per Guido, gli avvocati Ivan Feola e Andrea Sambati avevano formulato istanza di revoca della misura al gip, dopo indagini difensive, oltre che un ulteriore ricorso al Tribunale del Riesame che si discuterà il 12 settembre. È stato lo stesso GIP che aveva disposto il suo arresto, Maria Luisa Miranda, ad accogliere l’istanza di revoca presentata dagli avvocati Ivan Feola e Andrea Sambati, sulla base delle risultanze delle indagini difensive.
Guido dovrà rispettare soltanto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria alle 9 del mattino e a giorni presenterà un’istanza in Prefettura per tornare a rivestire la carica di consigliere comunale. L’inizio del processo è fissato per il 17 ottobre e l’ex consigliere non sceglierà riti alternativi, fiducioso di poter dimostrare la propria correttezza e la sua totale estraneità ai fatti contestati nel corso dell’istruttoria dibattimentale.


 
Guido: sono stato lontano dalle persone che amo

«Sono stato tenuto lontano dalle persone e dai luoghi che amo. Chiedo scusa a tutti coloro che contavano su di me e che non ho potuto aiutare per cause di forza maggiore. È questo oggi il mio tormento più grande, un rimpianto che porterò con me per tanto tempo.
Sono stato travolto all’improvviso da una vicenda più grande di me, in cui rappresento solo un numero tra 60 altri indagati, e alla quale sono totalmente estraneo. Sono amareggiato, non posso certo nasconderlo. Ma ho toccato con mano i veri problemi della Magistratura italiana, ovvero la carenza del personale nelle cancellerie e negli uffici necessari al funzionamento di questo organo. La mia istanza di revoca della misura cautelare, infatti, è stata presa in esame soltanto in questi giorni dal giudice titolare del fascicolo, dopo quasi 5 mesi, poiché in precedenza erano disponibili soltanto i GIP di turno, e fa piacere, almeno, che oggi sia stata accolta dallo stesso organo che ne aveva ordinato l’esecuzione.
Adesso potrò portare in aula i risultati delle indagini difensive dei miei avvocati, Ivan Feola e Andrea Sambati, grazie ai quali oggi posso tornare al mio quotidiano impegno in favore della comunità leccese, e dimostrare una volta per tutte, nelle sedi preposte, la mia totale estraneità agli accadimenti che hanno generato il procedimento penale in corso».

Salvemini: «Motivi dell'arresto non condivisibili»

«Apprendo che Andrea Guido torna in libertà dopo 139 giorni di arresti domiciliari - scrive il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini -.

Durante i quali ho ritenuto di non esprimere nessun commento pubblico non conoscendo nulla delle indagini che lo riguardano e per rispetto nei confronti degli inquirenti. Oggi prendo parola per ricordare che la custodia cautelare è un provvedimento di restrizione della libertà personale disposta nei confronti di persone presuntamente innocenti e che non hanno ricevuto una condanna definitiva. Che può ricorrere solo in casi eccezionali: possibile reiterazione del reato, pericolo di inquinamento delle prove, ipotesi di fuga. Fattispecie che nel caso di Andrea Guido, indagato per una presunta tangente incassata nel 2017, a mio avviso non ricorrevano: non c'era concreta possibilità di reiterare il reato o inquinare le prove non essendo più assessore in carica; così come remoto il possibile pericolo di fuga all'estero. Ora - prosegue il sindaco di Lecce -, come giusto che sia, potrà da uomo libero difendersi dalla accuse che gli vengono mosse. La sua esperienza è una delle tante che ogni giorno si consumano in Italia ed in Europa dove un detenuto su cinque presenti nella carceri non ha subito alcuna condanna. Un tema enorme che impone da tempo una riflessione sulla questione della tutela dei diritti e delle libertà, dell'affollamento delle carceri, dell'innocenza processuale di un detenuto su due sottoposto a misura cautelare. E una conseguente riforma dei termini della custodia cautelare da tempo invocata da più parti per le conseguenze devastanti che tali provvedimenti generano talvolta sulla vita dei cittadini. Non so se e quando Andrea Guido potrà tornare a sedersi in consiglio comunale, dove è uno dei miei più accesi avversari politici. Sapere che adesso potrà difendersi da libero cittadino è oggi per me una buona notizia».

 

 

Le accuse

Il politico è accusato di concorso in corruzione aggravata dalla finalità mafiosa. Gli viene contestato di aver intascato denaro per 2.500 euro, in cambio della promessa di favori per un’azienda riconducibile a persone di Afragola, la Soloil, intenzionata a entrare - secondo l’impostazione dell’accusa - nel mercato salentino dello smaltimento di oli esausti per conto delle pubbliche amministrazioni. Durante l’interrogatorio di garanzia aveva specificato di non aver mai percepito un solo cent, versione confermata anche dall’altro salentino arrestato, Giuseppe D'Elia. Per entrambi, e per altre 45 persone è stato disposto il processo con rito immediato che inizierà il 17 ottobre prossimo dinanzi al Tribunale di Napoli in composizione collegiale. 

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