«Camorra e affari in Puglia»: a processo l'ex assessore Guido, giudizio immediato per 47 imputati

«Camorra e affari in Puglia»: a processo l'ex assessore Guido, giudizio immediato per 47 imputati
di Roberta GRASSI
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Martedì 30 Agosto 2022, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 18:03

Va a processo l’ex assessore Andrea Guido, ancora agli arresti domiciliari perché coinvolto in un’inchiesta che ha riguardato presunti affari della Camorra in Puglia. E con lui anche Giuseppe D’Elia, di Novoli, dipendente di una ditta, ritenuto un intermediario nella ricostruzione della procura di Napoli che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare. Proprio la procura partenopea ha invocato il giudizio immediato per tutti coloro che al momento dell’istanza risultavano sottoposti a una misura cautelare.

Il tribunale ha fissato l'avvio del processo

Il Tribunale ha fissato l’avvio del processo. D’Elia oggi è libero, Guido ancora ai domiciliari e attende anche di affrontare l’udienza dinanzi al Tribunale del Riesame a cui è stata chiesta la revoca della misura restrittiva, dopo il “no” del giudice per le indagini preliminari. 
L’ex assessore e consigliere comunale di Lecce fu arrestato lo scorso aprile: è accusato di concorso in corruzione aggravata dalla finalità mafiosa.

Gli viene contestato di aver intascato denaro per 2.500 euro, in cambio della promessa di favori per un’azienda, la Soloil, intenzionata a entrare - secondo l’impostazione dell’accusa - nel mercato salentino dello smaltimento di oli esausti per conto delle pubbliche amministrazioni. Durante l’interrogatorio di garanzia aveva specificato di non aver mai percepito un solo cent, versione confermata anche dall’altro salentino arrestato. Il processo, che sia Guido che D’Elia intendono affrontare con rito ordinario, inizierà il 17 ottobre. Il giudizio immediato è stato richiesto per 47 persone in tutto, fra le quali non figura Pasquale Finocchio, ex presidente del consiglio comunale di Bari, che era stato rimesso in libertà subito dopo l’interrogatorio di garanzia. Nei confronti di D’Elia è stata esclusa l’aggravante di aver agevolato un’associazione mafiosa, accusa che invece al momento permane per il politico leccese. 

Le indaginie del Ros

Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Ros e avevano portato all’esecuzione di 52 misure cautelari, la gran parte in Campania. Nel mirino il clan Moccia, di Afragola, e un presunto tentativo di espansione in Puglia per gestire piccoli appalti per la raccolta dell’olio esausto. Al centro c’è la Soloil Italia una società riconducibile alla Camorra, secondo l’accusa, attraverso il suo amministratore di fatto, Francesco Di Sarno, che è ritenuto il braccio “economico” dei Moccia. 
In questo scenario D’Elia avrebbe creato una rete di rapporti tale da assicurare alla Soloil un tornaconto: l’aggiudicazione di piccoli appalti nei Comuni di Casarano e Maglie, obiettivo che il gruppo intendeva raggiungere. O a Lecce, tramite l’assessore (all’epoca dei fatti, Andrea Guido). Senza però mai riuscirci.
Guido è difeso dagli avvocati Ivan Feola e Andrea Sambati. D’Elia dall’avvocato Gabriele Valentini.

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