La Camorra a Lecce? Fissati gli interrogatori di Guido e D'Elia

La Camorra a Lecce? Fissati gli interrogatori di Guido e D'Elia
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Sabato 23 Aprile 2022, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 19:30

È vero che l'imprenditore Giuseppe D'Elia si sarebbe reso disponibile a fare da intermediario per conto del clan camorristico Moccia di Afragola nel tentativo di espansione nel Salento della Soloil con il servizio di recupero di olii esausti? Versò 2.500 euro ad Andrea Guido quando era assessore all'Ambiente del Comune di Lecce? Da queste accuse, accuse di concorso in corruzione aggravate dall'agevolazione dell'associazione mafiosa, D'Elia potrà cominciare a difendersi: martedì prossimo alle 11 sarà sentito dalla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Maria Luisa Miranda, nell'interrogatorio di garanzia a distanza. Elia nella caserma dei carabinieri di Porto Cesareo, assistito dall'avvocato difensore Gabriele Valentini. La giudice dal suo ufficio. Interrogatorio per Guido fissato sempre per martedì.

Gli interrogatori

Dunque stanno proseguendo gli interrogatori del blitz della Dda partenopeo che mercoledì scorso ha visto 52 persone colpite da misure cautelari in carcere ed ai domiciliari.

D'Elia e Guido ai domiciliari, quest'ultimo accusato di corruzione per avere incassato quei 2.500 euro di cui si parla nelle intercettazioni telefoniche. Per Guido, l'avvocato difensore Ivan Feola ha presentato istanza per ottenere copia dell'intero fascicolo dell'inchiesta anche perché dall'ordinanza di custodia cautelare di quella corruzione ci sarebbe solo traccia nelle intercettazioni telefoniche di terze persone. Nessuna che riguarda direttamente Guido e nessuna traccia materiale del percorso che avrebbe seguito quel denaro.


Quanto ad Elia, si parla - siamo sempre sul fronte delle intercettazioni telefoniche - di un Rolex, un paio di occhiali e di 500 euro. Per lui che il clan gli avrebbe assegnato il compito di corrompere i politici di Lecce, maglie, Casarano e Porto Cesareo, insieme a Pasquale Finocchio ex presidente del consiglio comunale di Bari, accusato di traffico di influenze.


«Giuseppe D'Elia si è preso un Rolex, un paio di occhiali, 500 euro e poi non so quanto gli ha dato all'assessore», sostiene una delle centinaia di intercettazioni di questa indagine. «Dove avere 5.000 euro, l'assessore. I patti erano 2.500 prima delle elezioni e 2.500 euro». Mire espansionistiche dichiarate con frasi ad effetto come «ci prendiamo Lecce e poi tutto il Salento».
E' il fronte dell'accusa, la verità emergerà con il contradditorio fra le parti.
 

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