Tre proiettili di mitra alla dirigente
che indaga sugli appalti dell'Asl

Tre proiettili di mitra alla dirigente che indaga sugli appalti dell'Asl
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Giovedì 28 Gennaio 2016, 02:57 - Ultimo aggiornamento: 11:11
BRINDISI - Tre proiettili di kalashnikov depositati sull’auto parcheggiata sotto casa. Questo lo sgradito “regalo” trovato dalla dirigente dell’area del Patrimonio della Asl di Brindisi, M.G.C., l’8 dicembre scorso, nel giorno dell’Immacolata, esattamente un mese prima dell’altro atto intimidatorio commesso ai danni del dirigente dell’ufficio Procedimenti disciplinari a cui è stata incendiata l’auto parcheggiata sotto la sede della direzione generale in via Napoli. Il deposito dei proiettili di kalashnikov sull’auto della dirigente è risultato tanto più grave perché l’autore o gli autori del tentativo di intimidazione sono arrivati sin sotto la sua casa a Calimera, in provincia di Lecce.

Messaggio chiaro, quindi, per far capire che sanno dove trovarla. Per questo, nell’immediatezza dell’accaduto, fu riunito il Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico della Prefettura di Lecce visto che la donna è residente in un comune salentino. Nel caso specifico fu deciso di attivare il codice di protezione 1 che prevede l’allontanamento dal posto di lavoro e un maggior controllo, da parte delle forze dell’ordine, della zona in cui abita la dirigente della Asl di Brindisi. Sulla vicenda è stato finora mantenuto un gran riserbo e solo nelle ultime ore sono emerse indiscrezioni che hanno trovato conferma ai più alti livelli istituzionali.
La Procura di Lecce ha aperto un’indagine che si intreccia con il lavoro investigativo della Procura di Brindisi. Gli inquirenti, infatti, sono convinti che i due atti intimidatori (l’auto bruciata e i proiettili di kalashnikov) siano collegati e attinenti la sfera lavorativa dei due dirigenti della Asl brindisina. Due le ipotesi su cui si sono concentrati gli inquirenti: da una parte la riapertura di una serie di procedimenti disciplinari che sinora erano rimasti a impolverarsi sulle scrivanie (6 di questi molto delicati perché legati all’inchiesta, dei carabinieri del Nas di Taranto e della guardia di finanza di Brindisi, partita nel 2013 per presunti appalti truccati); dall’altra la recente rotazione degli incarichi che ha portato a un avvicendamento al vertice dell’area Gestione del patrimonio. La dirigente, infatti, appena insediata all’area del Patrimonio dopo aver gestito quella del Personale, ha stilato un elenco di misure, condiviso con il direttore generale della Asl di Brindisi, Giuseppe Pasqualone, per rendere più trasparenti le procedure e gli affidamenti delle gare.

L’inchiesta delle due procure, quindi, è concentrata sulle attività che i due dirigenti hanno messo in atto e si scava su un presunto sistema di ramificazione di attività illegali che si sarebbe incardinato nella Asl brindisina quale frutto di un’associazione a delinquere già ipotizzata nell’inchiesta del 2013. Inutile dire che gli animi, nella Asl, non sono esattamente sereni e la preoccupazione è alta visto il livello di guardia travalicato con gli atti di minaccia. Dopo i due gravi atti intimidatori anche il presidente della Regione, Michele Emiliano, è stato messo a parte del momento particolare che sta vivendo la Asl brindisina e la sua battaglia, non nuova, per il rispetto della legalità. Secondo i ben informati al presidente Emiliano non è certo sfuggita la delicatezza della questione e l’inquietante messaggio sotteso agli atti intimidatori ragion per cui si sarebbe interfacciato con il procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli.
Riflettori accesi a tutti i livelli, quindi, sia sul fronte investigativo, che su quello istituzionale e politico. Il diktat è di non lasciare sole le vittime di questi inquietanti gesti, ma di sostenerli con forza. Nella Asl, intanto, al timore si alterna la speranza di una rapida evoluzione delle indagine in modo che gli autori di messaggi così gravi siano messi nella condizione di non poter far del male a nessuno. Si scava a largo raggio, non solo nell’ambito degli appalti, ma in tutte quelle aree che sono a rischio di corruzione. La caccia è ai legami borderline tra chi, a vario titolo è in forze alla Asl di Brindisi, e chi – invece – all’esterno briga per forzare le procedure con mezzi che arrivano, addirittura, alla minaccia niente affatto subliminale. Il linguaggio in codice dei due atti di intimidazione, infatti, secondo gli inquirenti sarebbe chiaro anche perché, nel caso ad esempio dei proiettili di kalashnikov, si tratta di materiale che di norma è nella disponibilità della criminalità organizzata.

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