Pesca dei ricci di mare, il divieto decade l'1 luglio: «Senza delibera la legge non può essere applicata»/​Pagliaro: «In attesa del regolamento attuativo»

Pesca dei ricci di mare, il divieto cade il 1 luglio: «Senza delibera la legge non può essere applicata»
Pesca dei ricci di mare, il divieto cade il 1 luglio: «Senza delibera la legge non può essere applicata»
di Alfonso SPAGNULO
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Lunedì 3 Luglio 2023, 18:56 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 08:40

Pesca di ricci, il divieto potrebbe presto decadere. Il 28 marzo scorso il consiglio regionale, quasi all’unanimità, aveva approvato la legge con cui si sospendeva per un periodo di tre anni l’attività di pesca, anche di tipo sportivo, del riccio di mare nelle acque del territorio regionale pugliese. Il documento era stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia il 20 aprile scorso e doveva avere efficacia di legge dal 5 maggio.

Entro un mese da questa data, però, la Regione Puglia, con apposita delibera di giunta, doveva disciplinare le modalità di attuazione del fermo di pesca previsto dal comma 1 attraverso le quali gli operatori collaborano nelle attività e nelle procedure di monitoraggio e recupero ambientale; le prescrizioni da applicare in caso di prelievo involontario; le sanzioni per le violazioni al divieto anche tramite rinvio alla normativa nazionale; il piano di ripopolamento di ricci di mare tramite l’immissione di post larve.

La vicenda

Della delibera, ad oggi, non c’è traccia come confermano dalla Regione. Cosa vuol dire? Che la legge non può essere applicata e che se, facendo un esempio, un pescatore sportivo volesse pescare dei ricci (possibile ora dal 1° luglio) potrebbe farlo tranquillamente.

Non solo. Proprio questa vacatio sta creando parecchi problemi anche per chi ha fatto del riccio la propria vita e parliamo dei pescatori che non sanno ancora oggi come comportarsi non essendoci chiarezza sull’argomento tanto che alcuni aderenti a varie marinerie hanno ingaggiato un avvocato che possa tutelarli.

«Sulla carta non saremmo sanzionabili – sottolinea Leonardo Martellotta – storico pescatore e ricciarolo a Forcatella, a Fasano -. Ma non avendo certezze abbiamo anche scritto alla Capitaneria di Porto. Vogliamo capire cosa possiamo e cosa non possiamo fare. Magari quello che non è sanzionabile per la Guardia costiera lo è per i carabinieri forestali se vogliamo fare un esempio». Pare evidente che a bloccare l’ente regionale sia stata la decisione del governo, nel giugno scorso, di impugnare questa legge in quanto talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale, internazionale ed europea in materia di ambiente e mare, violano l’articolo 117, secondo comma, lettere a) e s), della Costituzione.

La nota di Pagliaro

Il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo la Puglia Domani nonché primo firmatario della legge, interviene così sulla vicenda: “Non è giuridicamente ammissibile il ragionamento per cui, se manca un regolamento attuativo, la legge è come se non esistesse. Mancano le direttive tecniche, ma la legge è legge, e dunque il divieto di pesca dei ricci di mare in Puglia è valido per tre anni a partire dal 5 maggio scorso, a tutti gli effetti. 
Sollecitiamo ancora una volta la giunta Emiliano a fare il suo dovere e a redigere il regolamento attuativo che definisca le sanzioni a carico dei trasgressori. E, nelle more, presenteremo un emendamento per supplire all’inerzia della giunta, che rimanderà alle prescrizioni imposte dalla normativa sul fermo biologico. Noi abbiamo fatto il nostro compito di legislatori, dando alla Puglia una legge condivisa da tutti perché il fermo pesca è l’unica via per tentare di recuperare una risorsa preziosa ormai in estinzione. Ora la giunta si attivi per dar seguito a questo provvedimento e non vanificare l’impegno che ci ha visti al fianco di mondo scientifico, ambientalisti, pescatori e ristoratori, e di tutti coloro che amano il mare ed hanno a cuore la sua tutela”.

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