Una mamma accompagna il figlio in palestra, al quartiere Paradiso a Brindisi, ma finita la lezione si accorge che la sua auto non ha più le due targhe: entrambe staccate di netto dalla zona dei paraurti. Spaventata per quanto accaduto, la donna ha immediatamente informato del caso le forze dell’ordine scoprendo così che l’episodio non è un fatto isolato in città: ultimamente la stessa sorte è purtroppo capitata ad altri automobilisti.
Il furto delle targhe
Al momento del furto, nessuno in quell’angolo del quartiere (poco distante da via della Torretta) ha visto o notato niente di anomalo mentre i ladri passavano all’azione, durata solo pochi istanti visto che hanno strappato di netto le due targhe dalla loro sede. La donna ha dovuto al momento mettere da parte la sua auto, una Volvo nemmeno tanto nuova, mettendo in conto anche una spesa che si può aggirare tra le 250 e le 300 euro se si affida ad una agenzia di pratiche automobilistiche. Infatti, se trascorsi quindici giorni dalla denuncia le targhe non sono state ritrovate (nell’eventualità di un furto) si può richiedere la reimmatricolazione agli uffici della Motorizzazione e la re-iscrizione al Pra della vettura. A volte può accadere di ritrovarsi senza una targa (che può essere smarrita per strada), ma quando mancano entrambe - come nel caso di questa mamma - la storia prende altri risvolti e sospetti: la targa asportata dai malviventi viene spesso “riciclata” per essere applicata ad altre vetture per mettere a segno furti o rapine, ma non solo.
Usate per commettere furti e rapine
E nella nostra provincia non mancano certo storie che riguardano auto vendute con targhe rubate o di folli inseguimenti che le forze dell’ordine hanno avuto con malviventi (spesso in seguito a rapine) che scappavano a bordo di auto con targhe appartenenti ad altre autovetture. In città, negli ultimi tempi, sono diversi gli interventi che le forze dell’ordine hanno effettuato all’interno di alcuni quartieri periferici (ed in particolare all’interno del quartiere Sant’Elia), scoprendo box o pseudo-officine dedite al riciclaggio delle auto rubate. Trovando pezzi di ogni genere provenienti dallo smontaggio di molteplici automobili di provenienza furtiva.
Motori completi e pezzi di carrozzeria come portiere, portelloni, parafanghi, sedili, scocche e cruscotti che venivano assemblati dando vita a “nuove” vetture che - presentando targhe rubate – potevano essere messe in circolazione per ogni scopo.
Sempre al quartiere Sant’Elia, in via Benvenuto Cellini, qualche anno fa erano stati i poliziotti a sorprendere un giovane mentre montava delle targhe (rubate in città solo pochi giorni prima) su un’altra auto dello stesso modello. I due veicoli erano affiancati quando, insospettiti da questa operazione, gli agenti erano usciti allo scoperto.
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