Caos Tari, la rivolta dei Comuni dopo l'incontro con Ager: «Noi non paghiamo»

Raccolta dei rifiuti abbandonati a bordo strada
Raccolta dei rifiuti abbandonati a bordo strada
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 05:00

Non c’è unità di visione tra i sindaci della provincia di Brindisi sul caos Tari esploso nei giorni scorsi.

I due estremi

Da un lato, infatti, c’è chi contesta apertamente che siano gli enti locali a doversi fare carico dei conguagli sui costi di trattamento e smaltimento dei rifiuti dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato i prezzi calmierati calcolati da Ager. Dall’altro, c’è chi ritiene di dover coprire la spesa, chiudere la questione e lavorare per ottenere quanto prima la realizzazione degli impianti di trattamento pubblici che la provincia di Brindisi attende ormai da anni. Nel mezzo, chi attende che siano i tecnici a chiarire la vicenda.

Ostuni

Tra i più bellicosi il rappresentante del Comune di Ostuni, il vice sindaco nonché assessore all’Ambiente ed all’Igiene urbana Giuseppe Tanzarella. «Su questo - riferisce - sono stato abbastanza netto: non è possibile che i Comuni debbano pagare le conseguenze di un contenzioso nel quale non sono minimamente coinvolti. Noi siamo stati obbligati da Ager ad andare a conferire negli impianti che dicevano loro ed a determinate tariffe, senza alcun tipo di rispetto dei principi di libero mercato e concorrenza. E già questa cosa è un’anomalia, seppure basata su una legge regionale. Dopo di che, loro perdono un contenzioso con i gestori ed a valle di questo ci chiedono i soldi. Mi sembra che ci sia qualche problema dal punto di vista giuridico in questa conclusione. Per questo ho già detto che, per quanto ci riguarda, non diamo una lira. Tra l’altro non è Ager, che dovrebbe tutelare i nostri interessi, a doverci chiedere i soldi. Semmai, dovrebbero essere i gestori degli impianti. Nel momento in cui dovessero farlo, noi risponderemmo che per quanto ci riguarda non sono dovuti. Facessero causa. Nel frattempo, ho dato mandato di recuperare tutte le concessioni, i contratti con gli impianti e gli atti tecnici presupposti della fissazione delle tariffe. Invitando tra l’altro Brindisi e gli altri Comuni ad elaborare una strategia unitaria, almeno per chi ha interesse a resistere o quanto meno a non ottemperare pedissequamente alla richiesta di Ager, che ci chiede di inserire i conguagli all’interno dei prossimi Piani economico finanziari».

Mesagne

Tra i dubbiosi, invece, il presidente della Provincia e sindaco di Mesagne Toni Matarrelli, che sottolinea come la sentenza del Consiglio di Stato crei «purtroppo difficoltà enormi ai Comuni, perché in teoria sono questi enti a doversi fare carico delle spese. E, in ultima analisi, i cittadini, visto che la Tari deve per legge coprire tutti i costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Si tratta di una vicenda complicatissima e che ha dei riverberi importanti sui costi e dunque anche sulla Tari. Mentre Comuni come Mesagne hanno fatto sacrifici enormi perché la tassa sui rifiuti non aumentasse mai, neanche di un euro. Ora, invece, abbiamo difficoltà molto serie». L’amministrazione, conclude Matarrelli, deve «comprendere come agire. Non abbiamo le idee chiare: vogliamo leggere bene la sentenza. Di certo non abbiamo nessuna intenzione di gravare sui cittadini, che in questo contesto sono già particolarmente vessati». Sull’idea che non siano i Comuni a dover pagare «ognuno ha il proprio punto di vista ed ognuno di noi sta facendo i suoi approfondimenti. Prima di esprimermi definitivamente, quindi, voglio avere un parere dal mio ufficio legale, che sta studiando le carte».

Fasano

Per il sindaco di Fasano Francesco Zaccaria, tutta questa vicenda si può sintetizzare con due parole: nuovi impianti. «Che - sottolinea - in questi anni sono mancati e che oggi ci hanno costretto a una vicenda amministrativa dinanzi ai giudici del tribunale amministrativo che un po’ racconta quella che è stata la timidezza, dal punto di vista amministrativo, della Puglia ma non soltanto nella realizzazione degli impianti ».

Solo con gli impianti, infatti, la questione verrebbe risolta «nella maniera più moderna, sicura ed ecologista che oggi la tecnologia ci offre». Proprio a seguito di questa “timidezza” e della decisione del Consiglio di Stato, «i maggiori costi vengono scaricati sui Comuni».

San Donaci

Ma dall’incontro di ieri è emersa anche un’altra questione. «L’Ager - riferisce infatti il sindaco di San Donaci Giancarlo Miccoli - non ha presentato i calcoli relativi a San Donaci e Torchiarolo. C’era, infatti, un elenco con soli 18 Comuni per i quali era calcolata la maggiore spesa ma mancavamo noi. Stamattina (ieri per chi legge, ndr) quindi il responsabile dell’ufficio Ambiente ha mandato una nota per chiedere spiegazioni. Non abbiamo capito, infatti, perché noi non ci siamo: non ci sono maggiorazioni a nostro carico o hanno semplicemente dimenticato di inserirci?».

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