Tari alle stelle, i turisti in nero gravano sul costo del servizio di raccolta dei rifiuti

Rifiuti abbandonati sul litorale di Fasano
Rifiuti abbandonati sul litorale di Fasano
di Oronzo MARTUCCI
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Giovedì 18 Gennaio 2024, 05:00

C’è il rischio, che è quasi una certezza, che la Tari (Tassa sui rifiuti) aumenti in modo consistente (sino al 50 per cento in più) a causa della mancanza di alcune infrastrutture legate alla chiusura del ciclo di smaltimenti dei rifiuti e a una sentenza del Consiglio di Stato che ha sottratto all’Arera (Autorità di regolazione energia reti e ambiente) la possibilità di calmierare le tariffe, così come accade a seguito di una delibera emanata dalla stessa Arera nel 2021.

La decisione

La sentenza del Consiglio di Stato pubblicata il 6 dicembre dello scorso anno di fatto elimina il tetto massimo imposto dall’Arera ai gestori degli impianti di smaltimento. Sicché i Comuni, in particolare quelli che sono in ritardo con la raccolta differenziata (al di sotto del 60 per cento) si ritroveranno a mettere in bilancio un significativo aumento della tariffa per far fronte al costo del servizio, in particolare dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati.

Il sommerso

Il costo del servizio viene ripartito dai Comuni tra i cittadini che sono in possesso di una abitazione o di una attività turistica, commerciale o industriale. E certo non pagano nella quantità prevista coloro che gestiscono attività turistiche in nero, non autorizzate, come accade con Case- vacanza e B&B dove in pochi metri vengono ospitati molti ospiti che ovviamente producono rifiuti in grande quantità. Il Comune tassa quei B&B come piccole abitazioni, applicando tariffe diverse da quelle previste per le strutture alberghiere ed extra alberghiere. Basti vedere come nel mese di agosto in particolare nelle località turistico-balneari la quantità di rifiuti prodotti si raddoppia e a volte si triplica.

Copertura integrale

E si tratta spesso di rifiuti prodotti da turisti non censiti che sono ospiti di strutture che se contribuiscono al pagamento della Tari lo fanno in modo molto limitato e non certo secondo le tariffe definite dai relativi Comuni. La Tari per legge deve essere applicata dai Comuni in modo da garantire la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativo al servizio, ricoprendo i costi necessari per lo smaltimento in discarica. Gli unici utenti del servizio di Tari esenti dal pagamento del tributo sono, dal 2008 le scuole, perché nel caso provvede lo Stato a farsene carico a seguito di un decreto legge del 2007 che rendeva operativo un accordo Stato –Città. I Comuni ogni anno aggiornano, se necessario, i criteri per la definizione della Tari, occupandosi anche di stabilire tariffe diverse per utenti diversi. Per dire: un bar-ristorante paga a metro quadro più di una abitazione privata di pari grandezza, stesso discorso vale per una casa vacanza o un B&B, perché diversa si presume sia la produzione di rifiuti. Nei Comuni turistici, come risulta evidente, nei mesi di alta stagione la produzione di rifiuti aumenta di molto.

Rifiuti e turismo

Nel caso dei Comuni turisticamente rilevanti della provincia di Brindisi (Fasano, Ostuni, Carovigno) la produzione di rifiuti raddoppia nel mese di agosto rispetto ai mesi di bassa stagione. I rifiuti prodotti dai turisti in nero di fatto finiscono per essere pagati dai cittadini e dai titolari di attività commerciali o industriali regolarmente registrate ai fini della Tari. Per evidenziare come il turismo di massa e fuori controllo possa ricadere sui cittadini che spesso non hanno nulla a che fare con il turismo va ricordato che, stando ai dati comunicati dai Comuni e riportati dall’Osservatorio regionale dei rifiuti, a Ostuni nel 2022 vi è stata una produzione pro capite di 43,64 chilogrammi per cittadino, con una punta di 75,68 chilogrammi ad agosto quando la produzione totale è stata di 2milioni 361 mila chilogrammi di rifiuti e ad aprile di 1milione 167mila chilogrammi. In pratica ad agosto la produzione di rifiuti è stata doppia rispetto ad aprile. Nel 2023, sempre a Ostuni, la produzione pro capite è stata di 45,26 chilogrammi nei primi 11 mesi, con una raccolta differenziata al 66,5 per cento. Ad agosto la produzione pro capite è stata di 72,42 chilogrammi (per un totale 2.259.000 chilogrammi) a fronte di 37,80 ad aprile (totale produzione del mese di 1.179.000 chilogrammi).

Non solo Ostuni

A Fasano stessa situazione. Nel 2023 la produzione pro capite è stata di 47,72 chilogrammi, a fronte di una produzione pro capite di 65,51 chilogrammi ad agosto e di 42,91 ad aprile. La differenziata nel comune di Fasano ha raggiunto nel 2023 il 74,7 per cento, con 2,6 milioni di chilogrammi ad agosto ( produzione pro capite 65,5chilogrammi) a fronte di 1milione 702 mila chilogrammi di rifiuti prodotti ad aprile (pro capite 44,42 chilogrammi). A Carovigno la produzione di rifiuti in totale è stata di 8,8 milioni di chilogrammi nei primi nove mesi del 2023, con 751.000 chilogrammi prodotti a gennaio e 1,5 milioni ad agosto (il doppio). Anche la individuazione del target di riferimento al quale ogni singolo Comune intende rivolgersi per promuovere la propria immagine e attrarre turisti è importante. E’ improbabile che una struttura alberghiera o anche una struttura extra alberghiera a 4 o 5 stelle possa sottrarsi al pagamento della Tassa sui rifiuti. Al contrario chi opera in nero sporca il territorio, provoca il fenomeno dell’overtourism, e pesa sulle tasche dei cittadini in regola con la Tari e con le altre imposte.

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