Pagliara: «Buoni politici e imprese sane. Così può crescere il territorio grazie al turismo»

Giuseppe Pagliara
Giuseppe Pagliara
di Oronzo MARTUCCI
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Martedì 31 Ottobre 2023, 20:09

Il Consiglio comunale di Ostuni nel 2000 approvò numerosi progetti di valorizzazione turistica, utilizzando la legge regionale numero 3 del 1998 che permetteva l’approvazione di varianti urbanistiche a condizione che si riconoscesse l’interesse pubblico dell’intervento. Ma con risultati meno esaltanti rispetto a Fasano, dove quella legge e le scelte compiute dall’Amministrazione e dal Consiglio comunale hanno permesso alla città di essere candidata a ospitare il G7 che si svolgerà in Puglia nel mese di giungo del prossimo anno. Le valutazioni della premier Giorgia Meloni portano in direzione di Fasano perché lì vi sono circa 1200 posti letto a 5 stelle, soprattutto nel resort Borgo Egnazia, che garantiscono la possibilità di ospitare i leader e i capi di stato in condizioni di massima sicurezza. Al contrario di ciò che accadde a Fasano, molti progetti approvati in variante a Ostuni rimasero sulla carta. Nel 2000 era assessore al turismo a Ostuni Giuseppe Pagliara, amministratore delegato di Nicolaus-Valtur, un gruppo turistico-alberghiero che è partito dalla Puglia per espandersi in molte altre regioni italiane e poi all’estero.

Pagliara, perché molte varianti approvate dal Consiglio comunale di Ostuni rimasero sulla carta?

«La legge presentava opportunità di crescita e di realizzazione di iniziative imprenditoriali che probabilmente furono viste in primo luogo come operazioni di speculazione edilizia e non come occasione di valorizzazione turistica. Ostuni aveva visto alla fine degli anni Sessanta la nascita di due importanti iniziative turistiche, Rosa Marina e Valtur, ma per un lungo periodo non ci sono stati altri interventi rilevanti, fatta eccezione per Masseria Santa Lucia e pochissime altre strutture.

Nel 2000 la città perse l’occasione di lanciarsi verso il futuro con un posizionamento nell’accoglienza di livello alto, come accadde a Fasano».

Il Consiglio comunale approvò tutti i progetti che furono presentati?

«Sì. Nell’Amministrazione vi era la consapevolezza che dall’utilizzo della legge regionale numero 3, la quale nel settembre del 2000 fu abrogata, potevano nascere grandi opportunità per la valorizzazione del territorio».

Quale lezione se ne ricava da quella situazione?

«Una lezione molto semplice: il territorio cresce se vi è una buona politica e una buona imprenditoria».

Le sue considerazioni fanno immaginare che allora ci fosse una buona politica ma non una buona imprenditoria. Oggi qual è la situazione?

«Il nostro è un territorio prestigioso, grazie anche al valore e all’attrattività della Valle d’Itria e delle zone circostanti. Ho partecipato pochi giorni fa a Roma all’Ithic (Italian Hospitality Investment Conference) uno tra gli appuntamenti più importanti d’Europa per quanto riguarda gli investimenti immobiliari durante il quale si incontrano e confrontano esperti e professionisti del settore immobiliare e di quello finanziario e i leader di catene alberghiere provenienti da tutto il mondo. Gli occhi degli investitori sono puntati, per quanto riguarda l’Italia, come al solito sulle grandi città come Roma, Venezia, Milano e Firenze. Poi vi è grande interesse per il Lago di Como e Ostuni. La nostra città è un brand dal punto di vista turistico, si parlava diffusamente di Ostuni a margine degli appuntamenti ufficiali».

L’Amministrazione comunale ha le caratteristiche e le qualità per valorizzare questa nuova opportunità?

«La buona politica è fondamentale per dare risposte, conciliando lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. L’Amministrazione ha tutte le caratteristiche per dare risposte alle sollecitazioni di investitori nazionali e internazionali nel rispetto dell’ambiente, che è elemento fondamentale per la valorizzazione di luoghi in cui si voglia fare accoglienza di qualità per turisti con alta capacità di spesa. Ci sono le premesse affinché la buona politica e la buona imprenditoria vadano nella stessa direzione. Ciò che va evitato è l’approccio integralista nell’affrontare i problemi».

Vi è un problema di regolamentazione di arrivi e presenze per evitare che il territorio sia aggredito quotidianamente soprattutto nei mesi estivi da un turismo mordi e fuggi che prende e non dà, nel senso che non garantisce alcun gettito fiscale perché molte presenze sono in nero?

«Le norme regionali e nazionali già esistenti consentono di operare il controllo, la catalogazione e la registrazione degli ospiti. Si tratta di operazioni necessarie affinché l’Amministrazione sappia quante persone arrivano e di cosa hanno bisogno. Poi va evitata la concorrenza sleale tra strutture alberghiere ed extra alberghiere, tutte devono pagare le tasse. In ogni caso è evidente che il turista alto spendente fa meno pressioni sul territorio, crea meno problemi e spesso ha una maggiore sensibilità ambientale. Un esempio…».

Prego…

«In alcune strutture a 5 stelle vi sono ospiti provenienti dal Nord Europa che chiedono il cambio della biancheria solo quando ve ne è bisogno, sottolineando la inopportunità di avere un cambio 2 o 3 volte al giorno. Poi vi è il problema delle strutture plastic free. E’ possibile evitare l’utilizzo della plastica solo quando il cliente paga una tariffa alta. Il materia biodegradabile costa molto di più della plastica. Nelle strutture di livello medio basso è difficile praticare la sostenibilità ambientale a fronte di tariffe basse».

Ostuni turistica ha esigenza di spettacoli di piazza per essere attrattiva?

«Ha bisogno di iniziative fortemente caratterizzate sul piano culturale, programmate. Solo iniziative di questo genere possono garantire l’arrivo di turisti stranieri e di qualità. Gli spettacoli di basso livello non servono, soprattutto l’organizzazione degli spettacoli e dell’intrattenimento non può essere lasciata agli imprenditori privati. Penso che turismo e spettacoli non siano deleghe molto compatibili. Il turismo come volano di sviluppo è molto più affine alla programmazione, all’urbanistica e alle attività produttive».

Ci sono già risposte dell’Amministrazione in carica da pochi mesi che lasciano capire la strada che verrà percorsa?

«Si sta discutendo di Piano delle spiagge e di adeguamento dello strumento urbanistico vigente al Pptr. Si tratta di due decisioni fondamentali che daranno il senso della strada che si intende seguire».

A suo parere avrebbe senso una nuova legge 3, con regole più stringenti, per rafforzare l’attrattività del territorio, ovviamente non solo di quello ostunese?

«Il turismo di alta gamma ha bisogno di spazi. La Regione Sardegna riconosce una premialità a chi realizza strutture a 5 stelle. Se vogliamo adeguarci agli standard esteri va sottolineato che attualmente una stanza a 5 stelle deve essere almeno 21 metri in Italia, all’estero siamo a oltre 30 metri. Se la Regione Puglia ritiene che il turismo di alta gamma sia una occasione di crescita nel rispetto della sostenibilità è necessario che preveda premialità in volumetrie per far crescere gli standard di qualità e semplificazioni per gli investimenti di questo genere».

Pagliara, Nicolaus-Valtur ormai è presente in tutto il mondo. Sono previsti investimenti anche a Ostuni?

«C’è grande fermento e interesse attorno alla Puglia e a Ostuni e stiamo prevedendo investimenti nel segmento lusso sostenibile. Non villaggi, ma resort orientati al segmento luxury».

Il G7 a Fasano appanna l’attrattività di Ostuni?

«Assolutamente. Fasano ha compiuto un percorso eccellente in questi anni. Essere conosciuta per gli hotel a 5 stelle è certo meglio che per essere la capitale del contrabbando. Il G7 è un valore anche per Ostuni e per le aree circostanti. Ciò che non serve è il campanilismo. Serve pensare a un lavoro di squadra per rafforzare l’attrattività della intera area».

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