Dopo le polemiche scaturite dalla gara Lazio-Milan, finita con il punteggio di 1 a 0 per i rossoneri, a prendere le difese di Marco Di Bello, scende in campo la moglie Carla. Dopo il match l'arbitro brindisino è stato letteralmente travolto dagli insulti sui social per il mancato rigore assegnato alla Lazio e per le tre espulsioni assegnate ai biancocelesti.
La lettera
«Non è facile scrivere rimanendo lucida ed educata, - scrive Carla Faggiano, moglie di Marco e mamma di due bimbe - non è facile restare equilibrata e serena. Non è per niente facile, ma devo esserlo per non farmi travolgere e inghiottire da questa tempesta di odio. Non voglio parlare di arbitraggio, non mi interessa parlare di calcio e calciatori, non posso però parlare di sport perché sport non è più: nello sport non c’è spazio per odio e violenza. Invece sono due giorni, e chissà quanti altri ne seguiranno, che su un uomo si stanno riversando le più indicibili cattiverie e ostilità. È un accanimento mediatico e sociale senza precedenti. Viviamo in un’epoca storica dove si condannano e si prendono le distanze da violenza e abusi, ma siamo però capaci di odiare, denigrare, offendere, maltrattare e oltraggiare il prossimo.Non sono qui per difendere Marco, in quanto capace di poterlo fare da sé. Sono qui per mettermi accanto a lui, per poterlo alleggerire del carico emotivo subito.