Allarme sfratti, famiglie senza una casa ma 27mila sono quelle disabitate. L'indagine

Nonostante la carenza di alloggi in città il 16,8% del totale degli appartamenti privati risulta essere inutilizzato. Bari fa peggio di Roma, Bologna, Milano, Roma e Torino

Allarme sfratti, famiglie senza una casa ma 27mila sono quelle disabitate. L'indagine
di ​Daniela UVA
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Giovedì 28 Dicembre 2023, 07:23 - Ultimo aggiornamento: 13:07

Nelle città italiane ci sono moltissime abitazioni vuote. Non sono destinate a essere alloggi popolari e non sono messe in affitto. Sono semplicemente chiuse e non producono reddito o risposte alla domanda abitativa. La situazione in Italia è a macchia di leopardo e vede Bari a metà classifica fra i Comuni meno virtuosi. In base a un'indagine condotta dalla fondazione Openpolis, sulla base del censimento operato da Istat, gli immobili destinati a uso residenziale nel capoluogo pugliese sono complessivamente 163.254. Di questi 27.440 risultano non abitati: si tratta del 16,8 per cento del totale.

La classifica


Non si tratta di una performance particolarmente negativa rispetto ad altre aree del Paese, ma è la quarta meno positiva fra quelle evidenziate dalle altre Città metropolitane. Fra queste, il Comune che vanta meno case vuote è Bologna, con il 10,7 per cento. Il podio è completato da Roma, con l'11,2 per cento, e Firenze, con il 12,9 per cento. Ci sono, poi, Milano e Genova con il 13,5 per cento di abitazioni non occupate, Torino con il 15,7 per cento, Napoli con il 16,9 per cento e Venezia con il 17,3 per cento. A chiudere la classifica è Reggio Calabria dove il 26,5 per cento delle abitazioni risulta vuoto. Quanto al resto della Puglia, a Foggia il 15,3 per cento delle case risulta sfitto, a Barletta il 21,1 per cento, a Trani il 22,9 per cento e ad Andria il 19,7 per cento.

Andando verso Sud, a Brindisi il 19,7 per cento delle abitazioni risulta vuoto, a Taranto il 18,1 per cento e a Lecce il 19,6 per cento. Segno di una tendenza allo spopolamento sempre maggiore, ma anche di una progressiva impennata dei prezzi, che rende difficile l'incontro fra domanda e offerta. E poi c’è il tema turismo: smpre più case vengono usate per affitti brevi. 

Riuso degli edifici inutilizzati


Proprio per questo recentemente il Comune di Bari ha cercato di correre ai ripari, almeno per alcune tipologie di alloggio. La ripartizione Governo e sviluppo strategico del territorio ha infatti dato il via, attraverso un'apposita determina, all’iter di esclusione da Valutazione ambientale strategica per la “Variante normativa dell’art. 32 lett. h delle norme tecniche di attuazione del Prg”. Il provvedimento mira alla riqualificazione e al riuso degli edifici inutilizzati o sfitti, sia pubblici sia privati, attraverso la loro conversione in uffici o strutture ricettive. Gli immobili interessati dalla variante normativa devono, però, essere collocati necessariamente all’interno delle aree individuate dal Dpru, ovvero il Documento di programmazione rigenerazione urbana.

Dall'indagine di Openpolis emerge che, in tutta Italia, le abitazioni registrate sono complessivamente circa 35,3 milioni. Di queste, 9,6 non risultano occupate in modo permanente da almeno una persona che ha la propria dimora abituale. Non vengono quindi considerate le seconde case e quelle destinate a fini di accoglienza turistica. La quota di case disabitate è mediamente minore nelle aree del Centro (22,3 per cento), del Nord-Est (23,1 per cento) e del Nord-Ovest (26 per cento). Al contrario l’incidenza è maggiore nel Sud (32 per cento) e nelle isole (34,9 per cento). Rispetto a questi dati, Bari risulta ampiamente sotto la media. A livello regionale è la Valle d’Aosta la regione che in proporzione ha più case non abitate permanentemente (56 per cento), seguita da tre aree del Mezzogiorno: Molise (44,6 per cento), Calabria (42,2 per cento) e Abruzzo (38,7 per cento). A registrare la percentuale minore è, invece, l'Emilia-Romagna (21,8 per cento), seguita da Lombardia (21,2 per cento) e Lazio (19,5 per cento). La città più “disabitata” in Italia è comunque Sondrio, con il 56,1 per cento di case non occupate in modo permanente. Seguono Aosta (56 per cento) e L'Aquila (53,2 per cento).
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