Berlusconi, l'eredità: slitta a luglio l'apertura del testamento. Il patrimonio Fininvest diviso tra i 5 figli, ma a Marina e Pier Silvio il comando

A Marina e Pier Silvio titoli specifici per avere poteri di gestione mentre a Barbara, Eleonora e Luigi altri titoli per godere degli stessi diritti sul patrimonio

Berlusconi, l'eredità: slitta a luglio l'apertura del testamento. Il patrimonio Fininvest diviso tra i 5 figli, ma a Marina e Pier Silvio il comando
di Rosario Dimito
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Giovedì 22 Giugno 2023, 14:43

Si allungano i tempi per l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi. Al contrario delle attese, il notaio Arrigo Roveda (studio RLCD) potrebbe riunire i cinque eredi entro la prima decade di luglio, quindi tra un paio di settimane. Del resto non c’era tutta l’urgenza mediatica di alzare il velo sulle disposizioni testamentarie del “de cuius” nei giorni successivi alla sua scomparsa.

Il lascito a Marta Fascina

Le sue ultime volontà, riviste un paio di mesi prima della morte per le ultime sistemazioni, come il lascito di qualche decina di milioni alla “quasi moglie” Marta Fascina, non dovrebbe contenere ribaltamenti degli assetti di comando in Fininvest e a cascata, nelle tre quotate (MFE-Mediaset, Mediolanum, Mondadori) con la continuità della gestione di Marina e Pier Silvio, senza però, intaccare gli interessi economici degli altri tre (Barbara, Eleonora e Luigi).

E anzi, proprio per garantire una par condicio soprattutto patrimoniale, Berlusconi sarebbe stato consigliato di utilizzare le nuove sofisticheria societarie sulla tipologie delle azioni e l’esercizio dei diritti (voto e patrimoniali) per contemperare entrambe le esigenze.

I diritti tra Finivest e Vivendi


D’altro canto, in casa Berlusconi si parla di azioni di categorie diverse e differenti diritti, dal 2018. Era il periodo della guerra intestina tra Fininvest e Vivendi su Mediaset, scoppiata due anni prima nelle pieghe di un accordo industriale attraverso Premium poi degenerato perchè la pay tv «si credeva fosse una Ferrari, invece era una 500», per dirla con le parole dei francesi che mandarono all’aria quel patto partendo con la scalata ostile. Durante una riunione in Fininvest con i legali per affilare le armi difronte alla reazione furiosa di Parigi per il congelamento dei diritti di voto decretato da un verdetto Agcom, uno dei legali al tavolo (studi Chiomenti e Bonelli Erede) lanciò la proposta (poi realizzata) di governare Mediaset  attraverso azioni di diverse categorie attribuendo differenti diritti di voto, come uno dei possibili rimedi per contenere l’offensiva di Vivendi. Nel confronto avvenuto in via Paleocapa alla presenza anche di Marina e Pier Silvio Berlusconi, si estese il ragionamento alla possibilità che categorie diverse potessero essere adattate nello statuto della Fininvest in prospettiva. Infatti, periodicamente il fondatore di Fininvest e Forza Italia, era costretto a qualche ricovero, dopo la famosa operazione alla prostata del 1997. Nel 2015 al patron fu sostituito il pacemaker, l’anno successivo l’ex presidente del Consiglio si è sottoposto a un intervento di cataratta e poi alla sostituzione della valvola aortica. Il quadro clinico insomma accompagnato all’età che avanzava in un fisico che comunque svolgeva una vita stressante per gli impegni quotidiani e le campagne politico-giudiziarie, autorizzava a ragionare sulle prospettive future. Nel 2018 quei ragionamenti sulla governance furono adattati agli assetti di MFE dove nella primavera 2021 è stato siglato un accordo tombale.

La spartizione tra i 5 figli


Una governance del gruppo con doppi diritti di voto e patrimoniali potrebbe essere contenuta nel testamento per soddisfare tutti gli eredi, senza traumi, irritazioni e soprattutto scongiurare future guerre giudiziarie. Queste ultime erano una specie di ossessione per Silvio perchè mai avrebbe voluto che sul suo patrimonio potessero esplodere le contrapposizioni famigliari in corso tra gli eredi dell’Avvocato Agnelli. 
La soluzione potrebbe essere costituita da azioni A e azioni B dove le prime potrebbero racchiudere diritti di governance, quindi di gestione a favore di Marina e Pier Silvio e le seconde, appannaggio di Barbara, Eleonora e Luigi con diritti patrimoniali che assicurerebbero una equa spartizione dei beni fra tutti. In definitiva, questo meccanismo porterebbe a una Fininvest controllata, in trasparenza, al 20% a testa dai cinque eredi mentre Marina e Pier Silvio pur avendo lo stesso peso, eserciterebbero una influenza superiore rispetto alle scelte strategiche di conduzione. Magari su certe decisioni, come l’eventuale vendita di MFE potrebbe essere prevista l’unanimità in quanto cedere la tv potrebbe comportare un un impatto sui diritti economici.
In Italia molte società hanno preferito le azioni con il voto maggiorato (Mondadori, Brunello Cucinelli, Brembo, Cairo) mentre all’estero la doppia categoria di azioni è contenuta negli statuti di Alphabet (Google), Facebook, Groupon, Alibaba.

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