Berlusconi testamento, cosa dice. Continuità in Fininvest, il ruolo dei figli maggiori. Da chiarire la divisione delle quote tra i rami della famiglia e la parte a Fascina

L’atto aperto dal notaio davanti agli eredi. Segreto sui contenuti fino alla registrazione

Berlusconi testamento, continuità in Fininvest
Berlusconi testamento, continuità in Fininvest
di Rosario Dimito
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Giovedì 6 Luglio 2023, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 08:43

L’attesa non ha riservato grosse sorprese dall’apertura del testamento di Silvio Berlusconi: la gestione della Fininvest rimane saldamente nelle mani di Marina e Pier Silvio, i primi due figli avuti dal cavaliere nelle prime nozze con Carla Dall’Oglio che detengono il 7,65% della Fininvest a testa. E il consolidamento dello status quo significa che le tre partecipazioni rilevanti continueranno ad essere gestite senza scossi: il 50% di MFE-Mediaset, il 30% di Mediolanum, il cui pallino è nelle mani di Massimo Doris, il 53% di Mondadori che in Borsa valgono quasi 3 miliardi. 

Berlusconi, aperto il testamento. Come viene divisa l'eredità? Fininvest a Marina e Pier Silvio


LEGATI

Ieri mattina si è scoperta invece una novità formale, nel senso che probabilmente, Berlusconi aveva confezionato un testamento segreto e non pubblico, come sarebbe evidente dalla modalità dell’apertura. Alle 11 presso la sede dello studio Rlcd del notaio Arrigo Roveda si sono presentati due testimoni: gli avvocati Luca Fossati dello studi Chiomenti che in qualche modo rappresentava Marina e Pier Silvio, Cesare Rimini che rappresentava Barbara, Eleonora, Luigi, in quanto aveva assistito la loro mamma Veronica Lario nella separazione consensuale da Berlusconi. «Non posso dire niente, né oggi, né domani, né mai», ha detto il notaio Arrigo Roveda, uscendo dal suo studio all’ora di colazione, dopo circa un paio d’ore. Bocche cucite anche da parte dei testimoni. Nel pomeriggio invece, il notaio avrebbe comunicato le ultime volontà agli eredi che probabilmente erano collegati da remoto. E non è chiaro cosa abbia destinato alla “quasi moglie” Marta Fascina: probabilmente parte del cash (alcune decine di milioni) e una “opzione” su Villa San Martino, abitata dal 1974 da Berlusconi. All’interno della residenza ci sono quadri e medaglioni raffiguranti personaggi della famiglia Giulini (tra i quali lo storiografo Giorgio Giulini) e della famiglia Casati. È possibile viste le dimensioni, che sulla parte abitata, possa essere dato un diritto di abitazione alla Fascina.

IL CONTENUTO

Il contenuto del testamento potrebbe essere divulgato solo dopo la registrazione, da parte del notaio, presso il Registro Generale dei testamenti, collocato all’interno del Ministero di Giustizia. La registrazione avviene per posta elettronica semplice o certificata. Top secret su come Silvio abbia distribuito i circa 5,5 miliardi di asset del suo patrimonio nel quale verrebbero assorbite anche le donazioni certe e di un certo importo. Ci sono alcuni legati. Data la complessità dei beni, tra partecipazioni azionarie, case, ville, opere d’arte, terreni è difficile che abbia fatto assegnazioni dirette. 


Il piatto forte è la Fininvest che il cavaliere controllava attraverso Holding Italiana Prima, Seconda, Terza, Ottava contenente il 61,2%. Come è noto il diritto di successione prevede che i 2/3 dei beni siano assegnati agli eredi, in questo caso i figli e un terzo rappresenta la quota disponibile. Con la successione, la maggioranza del gruppo non sarà più di una persona fisica com’è stato finora.


Nei 2/3 della legittima possono rientrare tutti i beni del patrimonio, quindi non è detto che la spartizione prevista per legge riguardi direttamente il 61% della Fininvest da suddividere in cinque. Quello che è assodato è che ci sarà continuità e stabilità di gestione, che era l’ossessione di Berlusconi, con un assetto equilibrato tra i primi due fratelli e gli altri tre, imperniato sulla figura di Marina. «Non è che noi vogliamo dare impressione di compattezza, c’è compattezza», ha detto due giorni fa Pier Silvio da Cologno Monzese, durante la presentazione dei palinsesti. «Io voglio un bene enorme a mia sorella Marina, così come ai miei fratelli Barbara, Eleonora e Luigi - ha aggiunto l’ad di Mfe-Mediaset-. Ognuno fa il proprio mestiere, ma c’è una compattezza assoluta». Certo, ha aggiunto, «comprendiamo quello che è stato scritto sui giornali, anche se, devo dire, un po’ mi ha turbato». 


NUOVA GOVERNANCE

Quello che ci sarà da scoprire è come Berlusconi abbia mantenuto con l’eredità lo status quo del gruppo, vale a dire se la disponibile l’abbia assegnata ai figli grandi, dopo aver suddiviso la quota di legittima del 61% in cinque. In questa ipotesi, mentre prima della morte i figli di Veronica avevano il 21,42% blindato in H14, posseduta alla pari, in futuro il primo ramo avrebbe il 52,03% e il secondo ramo il 45,91%: probabilmente la soluzione finale è in equilibrio.


Altra ipotesi invece, è la creazione di una governance diversa in Fininvest il cui statuto rispecchia una gestione dove c’era un azionista in maggioranza assoluta. Le nuove regole prevederanno diritti di prelazione in caso di cessione delle quote per blindare il controllo evitando il rischio di intromissioni dall’esterno ma potrebbe anche far nascere un patto di sindacato tra tutti i fratelli con la gestione nelle mani del presidente Marina affiancata dal fratello Pier Silvio. E c’è chi ritiene che il patto preveda l’unanimità per la vendita delle tre partecipazioni di rilievo, specie MFE-Mediaset.

 

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