Cos’è una smart destination? Come si costruisce? E soprattutto: Taranto può diventare una smart destination vincente nell’era post-Covid? Puntare tutto sulle peculiarità del territorio o sull’enogastronomia, che rappresentano con la cultura gli elementi di forza dell’offerta turistica, potrebbe non bastare. E questo perché le smart destination, sull’esempio di Barcellona, guardano al mercato, è il mercato che decide. Non si vende il territorio ma l’esperienza che si farà sul territorio. Occorre quindi un modello fondato su strategie precise. Serve visione, consapevolezza, innovazione, connettività, sostenibilità per intercettare il turista, affinché scelga Taranto. Da un turismo di domanda si passa a un turismo di offerta.
L'esperto
La smart destination, in definitiva, crea un prodotto (in partenariato pubblico-privato) orientato al cliente e garantisce qualità all’esperienza turistica. L’analisi di Josep Ejarque (ceo di F Tourism & Marketing), ospite ieri della prima giornata del “Forum Taranto Turismo” organizzato da Manageritalia Puglia, Calabria Basilicata, offre un quadro preciso del percorso da intraprendere.
La seconda giornata
Idee e proposte progettuali confluiranno nel manifesto operativo “Taranto Smart Tourism Destination”, che sarà presentato oggi, quando si svilupperà l’ultima sessione in programma. L’aula magna ha riunito operatori di settore, docenti, esperti, numerosi studenti e 15 neolaureati in Marketing e in Gestione delle imprese turistiche. Erano presenti il presidente di Manageritalia Puglia, Calabria e Basilicata Giuseppe Monti, il presidente di Manageritalia Mario Mantovani, il direttore del Dipartimento Jonico dell’Università di Bari Riccardo Pagano, il commissario straordinario della Camera di commercio Gianfranco Chiarelli, il prorettore di UniBa Maria Candela, l’assessore al Turismo della Regione Puglia Gianfranco Lopane e il direttore di Puglia Promozione Luca Scandale. Diversi gli interventi che hanno contribuito ad allargare l’orizzonte: da Rodolfo Baggio, professore della Bocconi, con una panoramica sul ruolo della Information and Communication Technologies, a Ernesto Somma di Invitalia, tra gli altri, relatore sul tema degli investimenti e delle startup.
Il turismo dopo il Covid
Nel futuro post-Covid c’è la smart destination, una destinazione che innova, a partire da un’infrastruttura tecnologica, in modo da garantire lo sviluppo sostenibile, l’accessibilità per tutti, facilitando l’integrazione del visitatore nel territorio e incrementare la qualità della sua esperienza, così come la qualità della vita dei residenti. Operatori turistici, turisti e amministrazione locale devono interagire costantemente. Quello che prima funzionava, adesso può non funzionare: cambia il modo di attirare turisti e di competere; cambia la fruizione del turista; cambia la prospettiva del turista; cambia il modo di fruire della destinazione; cambia il modo di fruire dei servizi turistici. Il 61 per cento dei viaggiatori dichiara che la pandemia li ha spinti a voler viaggiare in modo più sostenibile in futuro. Cambia anche la frequenza di viaggio per le vacanze nel 2022, da uno a quattro giorni (il 70 per cento). Il turista visita 38 siti web prima di prenotare, il 77 per cento esamina foto e video nel processo di ricerca, e il 93 per cento utilizza siti di recensioni. Ma è il benessere personale che muove il desiderio di puntare su una smart destination. «Come deve essere la Taranto post-Covid? Per diventare destinazione vincente - ha sottolineato Ejarque - deve essere attrattiva in ottica di domanda, strutturata, organizzata, sostenibile, digitale, innovativa, rassicurante, accessibile, autentica, operativa 365 giorni l’anno. Deve essere esperienziale. Il cliente è un residente temporaneo e va integrato come tale».