Lavoro: manca il personale per i ristoranti sul mare, ma alle chiamate rispondono solo ragazzi del Nord

Lavoro: manca il personale per i ristoranti sul mare, ma alle chiamate rispondono solo ragazzi del Nord
di Massimiliano MARTUCCI
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Martedì 15 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:03

A Campomarino di Maruggio può capitare di entrare in un locale ed essere serviti da personale del Nord. Passato il momento di sorpresa, è lecito domandare alla proprietaria come mai, poi si capisce che in tanti preferiscono il reddito di cittadinanza. Lei è Elena Fornaciari, 31 anni, di Reggio Emilia. Il compagno, di vita e di lavoro, è Andrea Cocco, di Sava, fa lo chef, è passato dalle cucine degli stellati, si inventa piatti gourmet che uniscono la tradizione dell’alto Salento con un pizzico di sperimentazione. Il posto si chiama “Stile primitivo”, e cerca personale. 

La ricerca

«Ci servono almeno altre quattro persone» spiega la coppia di imprenditori, «perché altrimenti non riusciamo ad aprire la terrazza o dobbiamo tener chiuso di mattina». Campomarino è un crocevia di persone, migliaia di turisti da ogni parte d’Italia e d’Europa. Il locale è una scommessa della coppia, aperto a luglio 2019, quando nessuno poteva immaginare che di lì a poco ci sarebbe stata la pandemia. Nonostante questo, spiegano, ad agosto 2020 si ritorna a lavorare e con più voglia, tanto che le selezioni del personale per il 2021, iniziano già dalla primavera: «Noi siamo aperti tutto l’anno e cerchiamo personale formato e motivato. Mettiamo annunci sui social, e ci arrivano diverse candidature, ma non tutte all’altezza». 
Spiega Andrea Cocco: «Da marzo sono andate vie tre persone, due del Nord, che dopo il primo mese di prova ci hanno lasciati. La terza pretendeva uno stipendio da 1800 euro, ma è un obiettivo da raggiungere. Noi offriamo un contratto regolare, a quaranta ore settimanali». Se è facile adagiarsi sulla vulgata che vuole generazioni intere scansafatiche, vincendo ogni tentativo di resistere alle generalizzazioni, è bene sottolineare che i problemi sono strutturali. Andrea ha provato a rivolgersi al collocamento di Manduria: «Ho chiesto le liste, ma non mi hanno dato niente.

E poi l’anno scorso ho provato coi ragazzi dell’alberghiero di Maruggio. Su dieci, due lavoravano già e gli altri otto erano disponibili solo da settembre, che volevano farsi l’estate con gli amici». Una scelta più o meno comprensibile, se si è appena diplomati e si lascia il porto tranquillo della scuola. 


Perché quindi personale del Nord? Rispondono: «La nostra selezione avviene tramite colloquio. Se ti presenti qui e non sai cosa facciamo, se non hai un curriculum, se parli nemmeno l’italiano fluente, come posso prendere in considerazione la candidatura?». E poi c’è il reddito di cittadinanza: «Sei persone non volevano essere assicurate, per non perdere il reddito di cittadinanza». Infine c’è la burocrazia: «Abbiamo conosciuto un ragazzo ospite del centro di accoglienza di Maruggio, di origine del Mali. Avrei voluto assumerlo ai primi di maggio, con l’apprendistato. Ma da un mese dalla Regione non mi risponde nessuno».

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