Ilva, consiglio di fabbrica davanti al ministero

Ilva, consiglio di fabbrica davanti al ministero
di Alessio Pignatelli
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Martedì 3 Luglio 2018, 11:29
Se entro la giornata di oggi non dovesse arrivare alcun segnale da Roma, il consiglio di fabbrica di Ilva si autoconvocherà al Mise. Domani, se non ci saranno novità, davanti al ministero saranno presenti i rappresentanti sindacali e, probabilmente, le delegazioni dirigenziali di Fiom, Fim, Uilm e Usb di Taranto.
Ovviamente, un’eventuale mail dal ministero anche in extremis - modalità già avvenuta che ha fatto storcere il naso a molti - cambierebbe le carte in tavola. Si stanno organizzando i bus - si calcolano circa 150 persone tra rsu e dirigenti - perché le organizzazioni sindacali sono pronte a dare seguito all’annuncio della scorsa settimana. Mercoledì 27 giugno, infatti, il consiglio di fabbrica si era riunito a Taranto a poche ore dalla decisione di prorogare fino al 15 settembre il periodo di amministrazione straordinaria per Ilva. Un allungamento reso necessario affinché si potesse trovare un accordo sindacale con ArcelorMittal già pronta a subentrare dal primo luglio. Ai sindacati, però, non sono piaciute comunicazione e modalità di quella estensione. Innanzitutto, si aspettavano un periodo più corto anche se è stato ribadito che il 15 settembre risulta essere la deadline ma nulla vieterebbe di trovare una soluzione prima. Quello che però ha suscitato perplessità e timori è l’opportunità di non stanziare altre risorse per le casse di Ilva. Saranno sostenuti sforzi fuori dall’ordinario per coprire quel periodo e pagare gli stipendi ma in ballo ci sono manutenzioni ordinarie e questioni di sicurezza. Tant’è che ci sono stati appelli direttamente ai commissari straordinari per una riunione chiarificatrice su come affrontare questo periodo transitorio ma, nemmeno in questo caso, ci sono stati riscontri al momento. Di tutto questo vorrebbero parlare i sindacati con il ministro Di Maio. Vorrebbero capire la finalità di quella decisione che, secondo il titolare dello Sviluppo economico e del Lavoro, è stata tecnicamente presa dai commissari straordinari e da lui poi accettata. Su questo ci sono dubbi poiché è lapalissiano che i commissari sono espressione governativa e, in teoria, ogni decisione è frutto di indicazioni del ministro di riferimento. E poi, una frase del leader pentastellato è stata molto forte e sottoponibile a interpretazioni: «Ogni decisione sarà presa con responsabilità, non dimenticando che il Movimento 5 Stelle ha raggiunto a Taranto risultati straordinari con circa il 50% delle preferenze, risultati che intende onorare. I tarantini hanno il diritto di tornare a respirare, noi abbiamo il dovere di esaminare ogni pagina con la massima attenzione». Onorare anche le promesse di riconversione e chiusura delle fonti inquinanti? In che termini e con quali tempistiche? La proroga servirà anche per valutare questo scenario? Tutti interrogativi leciti che dovranno essere chiariti al più presto.
Il dossier è delicatissimo, ci sono migliaia di pagine ed è chiaro che si scontano ritardi e situazioni passate irrisolte. Però i sindacati non possono aspettare e la scorsa settimana avevano deciso, a margine del consiglio di fabbrica, “a fronte di una mancata convocazione urgente la loro autoconvocazione del consiglio di fabbrica presso il ministero dello sviluppo economico per il prossimo 4 luglio”. E, sullo sfondo, c’è chiaramente ArcelorMittal: il colosso dell’acciaio aveva confermato in più occasioni la propria disponibilità e operatività da subito.
In maniera diplomatica, la multinazionale ha diffuso una nota in cui anch’essa prendeva atto del posticipo al 15 settembre 2018 per il completamento dell’acquisizione di Ilva confermando altresì “la propria determinazione per il rilancio di Ilva da un punto di vista industriale, ambientale e sociale”. Al ministro Di Maio l’onere di sciogliere questa matassa complicatissi
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